Livorno contro la commemorazione di El Alamein

Wed, 05/02/2014 - 21:19
di
Rivolta il debito - Livorno

Il 25 e 26 ottobre a Livorno, come tutti gli anni i paracadutisti della folgore organizzano la celebrazione dell'anniversario della battaglia di El Alamein. Di seguito pubblichiamo il comunicato del Comitato 26 ottobre di Livorno (da senzasoste.it) e quello del collettivo di Rivolta il debito di Livrono che lanciano una contromanifestazione per lo stesso fine settimana.

BASTA GUERRA! BASTA SPESE MILITARI! BASTA POLITICHE DI AUSTERITÀ! NO ALLA COMMEMORAZIONE DI EL ALAMEIN!

Scendiamo in piazza contro la commemorazione di El Alamein. La celebrazione di una guerra passata, che giustifica le guerre del presente e prepara quelle di domani. La celebrazione della rapina quotidiana compiuta ai danni dei lavoratori e delle lavoratrici per foraggiare l'apparato militare e per sostenere i profitti delle industrie di guerra.

Anche quest'anno infatti la Brigata Paracadutisti Folgore commemorerà la battaglia fascista di El Alamein. Venerdì 25 ottobre si terrà in mattinata la celebrazione ufficiale all'interno della Caserma Vannucci, nel pomeriggio la Terrazza Mascagni sarà occupata da stand e mezzi militari per il solito sfoggio di armi e strumenti di morte. Nel 2010 e nel 2011 a Livorno, e nel 2012 a Pisa, delle partecipate manifestazioni hanno portato in piazza l'opposizione al militarismo, alla guerra, alle spese militari, ai tagli e ad ogni nostalgia fascista, contro gli attacchi alla scuola pubblica ed ai lavoratori.

Rispetto agli scorsi anni la situazione per le fasce più deboli e più povere della popolazione si è solo aggravata. La disoccupazione aumenta mentre per chi lavora diminuiscono salari e diritti. La concertazione e le manovre finanziarie del governo affondano sempre più le mani nelle tasche dei lavoratori e delle lavoratrici. Con il ricatto del debito si impone a chi già è sfruttato di pagare sulla propria pelle il mantenimento dei privilegi della classe politica, di Confindustria e dei padroni, dell'esercito e dei settori militari.

Le spese per gli armamenti nel 2012 hanno raggiunto in Italia i 26,46 miliardi di euro.
L'aumento dell'IVA, che ammonta ad un miliardo di euro e peserà sulle tasche di lavoratori e disoccupati, servirà a pagare i 975 milioni di euro spesi dal governo per acquistare elicotteri, aerei, apparati elettronici per l'Esercito prodotti da aziende della holding Finmeccanica. Ci dicono che mancano quasi 330 milioni di euro per la cassa integrazione in deroga in Toscana, ma il primo ottobre il Governo ha rifinanziato fino a dicembre tutte le missioni di guerrain cui i soldati italiani sono già impegnati. Intanto nuove guerre imperialiste sono sempre dietro l'angolo, come ci dimostrano l'intervento in Libia e in in Mali, e l'attuale crisi siriana.

Ma l'esercito italiano è impiegato anche sul suolo nazionale a scopo repressivo. Sono centinaia i militari che occupano la Val di Susa per reprimere un movimento popolare che da vent'anni si batte contro la costruzione della TAV. La militarizzazione dei territori passa anche per la costruzione di nuove basi di guerra. In Sicilia da mesi la popolazione sta lottando contro l'installazione della base MUOS, un sistema di telecomunicazioni della marina USA, che servirà a coordinare i nuovi interventi di guerra ed i bombardamenti dei droni statunitensi.

Quindi la necessità di scendere in piazza quest'anno è ancora più forte, in quanto ci troviamo di fronte ad un duro attacco agli strati popolari, ai lavoratori, ai precari, agli studenti, ai disoccupati, ai pensionati, ai migranti. E vogliamo farlo costruendo una manifestazione che si inserisca nel più generale percorso di lotta contro la crisi imposta dai governi e dai padroni.

Venerdì 25 ottobre presidio in Piazza Mazzini ore 16:30
Sabato 26 ottobre Manifestazione P.zza Garibaldi ore 15:30

Comitato 26 ottobre

Contro le spese militari, contro la retorica patriottarda e guerrafondaia

In tono minore ma anche quest'anno la farsa continua...
E noi continuiamo a ricordare che ad El Alamein i militari italiani non solo si battevano dalla parte sbagliata, quella della dittatura e del nazifascismo, ma difendevano anche i territori di "oltremare" italiani ottenuti con un'aggressione imperialistica. Un'imperialismo "straccione" forse, ma non per questo meno crudele e devastante di altri.
E si vuole continuare a festeggiare questa data, questa battaglia, collegandola per di più alla presenza dei militari italiani negli scenari di guerra , partendo da quello Afgano e coinvolgendo in modo cinico anche i bambini e le scolaresche magari utilizzandole nei giochi ginnici tipo salto del cerchio di fuoco.

Tutto questo ha un costo di vite umane, militari e civili e economico, in un periodo di crisi dove si taglia scuola, sanità ,salari.

Ma non si accenna neppure lontanamente a ridurre le commesse per l’acquisto di nuove armi. Ed è scandaloso, dato che almeno l’1,7% del nostro Pil è impiegato per armare e addestrare l’esercito, negli ultimi 10 anni sono stati spesi più di 200 miliardi di euro per la guerra secondo i dati ufficiali, ma ben 280 miliardi secondo il Sip. Mentre alla ricerca e allo sviluppo viene destinato solo lo 0,5%. Per giunta, da decenni, molte spese militari sono occultate sotto altre voci: “missioni umanitarie”, protezione civile, che ha nascosto tra i suoi organici un gran numero di alti ufficiali, e ha acquistato spesso aerei e navi identiche a quelle commissionate dal Ministero della Difesa.
Ma a quanto ammontino veramente le spese militari è un mistero: la spesa è stata spezzettata tra varie voci, e assegnata solo in parte al bilancio della Difesa, in parte ai bilanci di altri ministri (come quello dello Sviluppo economico),le spese militari sono per giunta nascoste grazie al “segreto militare”.Inoltre sempre di più l'esercito è usato per controllare le lotte popolari ,come la militarizzazione della Val di Susa .

Nei prossimi anni per giunta, anche grazie agli interessi di molte banche nel finanziamento delle attività militari e nella produzione di armi, è previsto l’acquisto di nuovi armamenti: 1,4 miliardi per i sistemi d’arma della portaerei “Cavour”, 13 miliardi per l’acquisto di 135 caccia “invisibili” F-35, 5 miliardi per i cacciabombardieri Joint Strike Fighter , 4 miliardi per 100 nuovi elicotteri militari, 5,7 miliardi per 10 fregate Freem, 1 miliardo per 2 sommergibili e 12 miliardi per l’acquisto di sistemi digitali per l’esercito. Domandiamoci: perché questi acquisti? Chi minaccia l’Italia? Ecco dove si può tagliare davvero!

È anche per questo che dobbiamo dire:

NON PAGARE IL DEBITO, TAGLIARE LE SPESE MILITARI.

Il problema non è più principalmente “chi deve pagare il debito”, ma la consapevolezza che il debito pubblico che si è formato in Italia (come nel resto d’Europa) è in gran parte illegittimo e per questo non deve essere pagato affatto Lo stesso vale per il bilancio della difesa: va tagliato perché si può e si deve fare a meno dello strumento delle forze armate come concepito dal “pensiero unico della difesa” che ha visto sempre concordi le forze politiche sia di centrodestra che di centrosinistra.

Rivolta il debito Livorno