Corteo a Livorno sabato 18 febbraio

Tue, 14/02/2017 - 15:51

Disoccupazione, licenziamenti, precarietà, emergenza abitativa, un generale peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, questa è la situazione in cui viviamo a Livorno come in molte altre città. Negli ultimi anni i vari governi che si sono succeduti non hanno fatto che ripetere che per uscire dalla crisi erano necessari dei sacrifici, che i soldi non ci sono. Ma i soldi ci sono sempre per gli industriali, per le banche, per le spese militari, mentre per la scuola, per la sanità, per la casa ci sono solo tagli su tagli. Le spese militari quest’anno ammonteranno a 23,4 miliardi, 64 milioni al giorno, il 10% in più rispetto allo scorso anno, mentre altri miliardi sono pronti per salvare il Monte dei Paschi di Siena. Per gli ammortizzatori sociali invece i soldi sembrano non esserci mai, chi riesce ad accedervi non può sperare in più di qualche centinaio di euro mensili per pochissimi mesi. Lo sappiamo bene pure nel nostro territorio, infatti tra Livorno e Piombino sono molti i lavoratori che perderanno entro l’anno anche queste minime briciole. Questo aggraverà ulteriormente la situazione sociale in città, segnata da una profonda crisi occupazionale e da un’emergenza abitativa che l’amministrazione locale tende ad aggravare.

Il nuovo governo guidato da Paolo Gentiloni, che si è formato dopo le dimissioni dell’ex presidente del consiglio Renzi in seguito all’affermazione del No al referendum costituzionale, si pone in continuità con i governi che lo hanno preceduto. Molti ministeri chiave, in particolare quelli legati alle politiche economiche e sociali, sono guidati dagli stessi personaggi: la conferma di Poletti, Lorenzin, Padoan e Pinotti significa una conferma delle politiche di sfruttamento selvaggio sul lavoro, di tagli e privatizzazione dei servizi dal sociale alla sanità, delle politiche di guerra, riarmo e spese militari. Il nuovo ministro dell’interno Minniti, rispolvera le politiche razziste del governo Berlusconi, annunciando l’apertura di nuovi CIE, veri e propri lager per persone che non hanno i documenti in regola. Anche questo nuovo governo, come quello che lo ha preceduto, è formato sull’accordo centrodestra/centrosinistra, una conferma dell’unità dei diversi schieramenti politici nel portare avanti politiche antipopolari. L’opposizione fatta dai partiti che siedono in parlamento è rappresentata in gran parte da forze politiche che quando hanno avuto modo di governare hanno portato avanti le stesse politiche di rapina e sfruttamento che caratterizzano l’attuale governo.

Proprio i partiti responsabili del peggioramento delle nostre condizioni di vita e di lavoro vogliono poi far credere che la colpa della disoccupazione o dell’emergenza abitativa sia degli immigrati.
Molti partiti e partitini infatti trovano sponda nella politica razzista del governo e, utilizzando una propaganda populista, autoritaria e razzista, se non apertamente fascista, strumentalizzano e deviano il malcontento sociale per guadagnare consensi alle elezioni, dividere i lavoratori e sostenere le politiche di sfruttamento e di oppressione.
In ogni caso è evidente che nessuna di queste forze politiche può segnare un reale cambiamento delle condizioni in cui ci troviamo a vivere, perché la stabilità di qualsiasi governo sarà legata alla difesa degli interessi, dei privilegi e dei profitti della classe dirigente.

Contro l’arroganza di questo “nuovo” governo pronto ad imporre le vecchie politiche di sfruttamento c’è quindi bisogno di dare una risposta forte da subito.
Per questo e per rafforzare un tessuto di lotta e solidarietà abbiamo organizzato un corteo a Livorno il 18 febbraio, l’appuntamento è alle ore 15 di fronte alla Prefettura, in Piazza Unità d’Italia.

Assemblea verso il 18 febbraio

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18 febbraio corteo cittadino: studenti in piazza contro la "buona scuola"

Dal jobs act ai tagli alla sanità, dalla “buona scuola” al piano casa. Scendiamo in piazza per dire NO allo svuotamento dei diritti.

A due anni dalla famigerata “Buona Scuola”:

Alternanza scuola lavoro: è giusto che gli studenti vadano a lavorare gratis, magari per ricche multinazionali come Mc Donald, che sfruttano e si arricchiscono senza pagare il nostro lavoro? No!
Investimenti privati: tagli selvaggi alla scuola pubblica. I soldi per salvare le banche ci sono, quelli per le scuole private pure. La scuola pubblica può essere lasciata in mano ai privati? No!
Invalsi: è giusto imparare secondo uno schema standard, essere addestrati ai quiz, mettendo da parte la capacità di ragionare. È giusto essere schedati dall’agenzia Invalsi? No!
Qualità dell'insegnamento scadente: classi sempre più numerose; supplenze su supplenze; mancanza di sicurezza; mancanza di insegnanti di sostegno. Cosa impariamo in una scuola come questa? E gli alunni disabili sono forse alunni di serie B? No!
Presidi onnipotenti: gestiscono la scuola come un’azienda, decidono su assunzioni, scelgono i prof. da premiare. Spesso vogliono toglierci perfino il diritto di assemblea.
Basta! La scuola è di tutti, soprattutto nostra!

Sabato 18 Febbraio, Corteo contro le politiche del governo
Ore 15 davanti alla Prefettura in Piazza Unità d’Italia

Assemblea verso il 18 Febbraio

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Contro i tagli alla sanità, contro i tagli per le spese sociali, riprendiamo e rilanciamo le lotte

Ormai da anni la sanità viene tagliata e ridotta, mentre diminuiscono i servizi per la popolazione: ormai si stimano a più di 4 milioni, in Italia, le persone che rinunciano alle cure del SSN per i costi o per le difficoltà ad accedervi. Liste di attesa lunghissime anche per esami fondamentali, ticket per esami che ormai superano i costi degli stessi fatte da strutture private.
Questo per due motivi, da una parte tagliare la Sanità essendo uno dei capitoli di spesa più alti, serve immediatamente al governo e alle regioni a fare cassa, dall’altra si incentiva la sanità privata e le assicurazioni garantendone i profitti . Ma a tutto questo va aggiunta “la specificità” livornese , con tagli al personale e al salario accessorio, riduzione dei posti letto, accorpamenti e chiusure di servizi, reparti. I lavoratori e le lavoratrici della sanità livornese vivono,infatti da anni una situazione di difficoltà per quanto riguarda il salario e le condizioni del lavoro. come tutti i lavoratori pubblici pagano il prezzo della crisi con il blocco del contratto nazionale che dopo 7 anni ancora non vede soluzione al di la delle promesse, il blocco del turn over, che provoca carenze di organico e di aumento dei ritmi di lavoro.
A Livorno il concetto della sanità ad intensità di cura ha prodotto gli effetti voluti dalle direzioni aziendali, dai governi locali e nazionali: l’ulteriore peggioramento della qualità della sanità livornese, la carenza dei posti letto sopratutto nell’area medica è ormai la norma, pronto soccorso sovraccarico, attese di ore se non di giorni perché si liberi un posto letto, appoggi di decine di pazienti in altri reparti già sovraccarichi, con ritardi di prestazioni e di cure, in pazienti anziani e già disabilitati. La scusa è stata “l’emergenza influenza”, in realtà sono stati i tagli di posti letto e delle specialistiche a produrre tutto questo, L’importante era ed è risparmiare, sulla pelle dei pazienti e di chi lavora in sanità. Invece ormai è tempo che siano difesi ed allargati i servizi territoriali, prima fra tutti i presidi ospedalieri di tutta la provincia. Invertendo la rotta sull’intensità di cura, ritornando ad una organizzazione calibrata sulle basi delle vere esigenze della popolazione, in una provincia che, purtroppo, è ai primi posti sia per inquinamento e sia morti per tumore.
Vanno respinti gli ulteriori tagli alla sanità, di governo e regione, che anzi deve essere rifinanziata, abolendo gli odiosi ticket, partendo da quelli che colpiscono le fasce di popolazione più povere.
I soldi ci sono.
La scelta di finanziare gli inutili caccia F35 o il Monte dei Paschi, oppure ospedali e ambulatori è tutta politica, non una casualità.
Su questi temi pensiamo sia possibile costruire mobilitazione e conflitto che crei un’alleanza fra i lavoratori della sanità e la popolazione, vittime di scelte politiche ed economiche al sevizio di chi lucra e cerca il profitto a scapito della salute e dei diritti.

Sabato 18 febbraio ore 15 scendiamo in piazza. Ritrovo davanti alla Prefettura

Assemblea verso il 18 febbraio