FUORI EXPO!
DOMENICA
22 MARZO ore 9-13
F iera di Verona
MANIFESTAZIONE NO TAV//NOEXPO//STOP TTIP
NESSUNA SPECULAZIONE SULLA TERRA
NE' SULLA NOSTRA PELLE
FIRMA LA PETIZIONE perché VERONAFIERE RITIRI LA PARTECIPAZIONE A EXPO2015
CEMENTO: 1000 ettari di suolo agricolo cementificati
PRECARIETÀ: 18.500 lavoratori "volontari", cioè sfruttati senza stipendio
DEBITO PUBBLICO: 1,3 miliardi di euro di soldi pubblici
CORRUZIONE: oltre 20 arresti "eccellenti" per corruzione negli appalti
Al di là della retorica, che vorrebbe EXPO una grande occasione per il rilancio economico ed occupazionale del paese, questi sono i veri numeri dell'evento mondiale. La vera faccia di EXPO è rappresentata dalla corruzione dilagante e su larga scala, dall'aumento del debito pubblico usato poi come arma di ricatto per approvare le misure di austerità, dalla cementificazione selvaggia – che con la TAV e lo Sblocca Italia sta devastando il paese –, dallo sfruttamento della precarietà, con 18.500 "volontari" che lavoreranno gratis con turni massacranti. Expo cerca anche il politicamente corretto. Organizza "Women for Expo" e progetta una gay-street a Milano, ma queste altro non sono che squallide commercializzazioni che nulla hanno a che fare con il riconoscimento dei diritti e dell'identità di genere e glbtq.
Il modello Expo trova solidi alleati nella filosofia del “buono, pulito e giusto” di Slow Food, nel marketing dell’eccellenza della tradizione italiana di Eataly, nella retorica della sostenibilità di Coop Italia e nella vetrina del Vinitaly di Verona, che gestirà anche il padiglione del vino durante l’evento milanese.
Expo è un vero e proprio modello organizzativo. Come la TAV e altre grandi opere è proposta come l'occasione per uno sviluppo italiano. Ma a scapito del suolo e dell'ambiente, dell'agricoltura, del lavoro dignitoso, della consapevolezza sul cibo che nutre.
Insieme al comitato NO TAV Brescia-Verona ci opponiamo alla TAV: divorerà gran parte della campagna del Basso Garda, delle sue pregiate produzioni come il Lugana, e distruggerà l'ambiente e i siti storici.
Ben nascoste dietro la retorica della sostenibilità, del diritto al cibo per tutte e tutti, della difesa di un cibo buono e sano ci sono più di 70 multinazionali partner di Expo 2015: Monsanto, la multinazionale dei semi più contestata dai piccoli contadini di tutto il mondo; per Nestlè che con la sua piazza tematica sull’acqua nega in essenza l’acqua bene comune; Mc Donald’s che nutre il pianeta col pollo fritto; c’è spazio anche per nomi meno noti come Mekorot, l’azienda idrica di Israele che, sottraendo illegalmente acqua dalle falde palestinesi si è macchiata di gravi violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani.
Il modello Expo trova la sua legittimità politica e normativa nei programmi di deregolamentazione in corso come il Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti (TTIP), che mirano a eliminare le barriere normative che potrebbero limitare i profitti realizzabili dalle imprese multinazionali, aggirando normative di protezione ambientale, di tutela dei diritti dei lavoratori, di protezione della sicurezza alimentare (incluse le restrizioni per gli OGM) e di regolamentazione sull’uso di sostanze chimiche tossiche.
NO EXPO! NO TAV! STOP TTIP!
RIPARTIAMO DAL BASSO, COSTRUIAMO PERCORSI DI RESISTENZA CONTADINA E CITTADINA!