Fuori Expo!

Tue, 17/03/2015 - 19:59
di
No expo Verona

FUORI EXPO!
DOMENICA ​
22 MARZO ore 9-13
F ​iera ​di Verona
MANIFESTAZIONE NO TAV//NOEXPO​//​STOP TTIP
​NESSUNA SPECULAZIONE SULLA TERRA
NE' SULLA NOSTRA PELLE

​FIRMA LA PETIZIONE ​perché VERONAFIERE RITIRI LA PARTECIPAZION​E​ A EXPO2015

CEMENTO: 1000 ettari di suolo agricolo cementificati

PRECARIETÀ: 18.500 lavoratori "volontari", cioè sfruttati senza stipendio

DEBITO PUBBLICO: 1,3 miliardi di euro di soldi pubblici

CORRUZIONE: oltre 20 arresti "eccellenti" per corruzione negli appalti

Al di là della retorica, che vorrebbe EXPO una grande occasione per il rilancio economico ed occupazionale del paese, questi sono i veri numeri dell'evento mondiale. La vera faccia di EXPO è rappresentata dalla corruzione dilagante e su larga scala, dall'aumento del debito pubblico usato poi come arma di ricatto per approvare le misure di austerità, dalla cementificazione selvaggia – che con la TAV e lo Sblocca Italia sta devastando il paese –, dallo sfruttamento della precarietà, con 18.500 "volontari" che lavoreranno gratis con turni massacranti. Expo cerca anche il politicamente corretto. Organizza "Women for Expo" e progetta una gay-street a Milano, ma queste altro non sono che squallide commercializzazioni che nulla hanno a che fare con il riconoscimento dei diritti e dell'identità di genere e glbtq.
Il modello Expo trova solidi alleati nella filosofia del “buono, pulito e giusto” di Slow Food, nel marketing dell’eccellenza della tradizione italiana di Eataly, nella retorica della sostenibilità di Coop Italia e nella vetrina del Vinitaly di Verona, che gestirà anche il padiglione del vino durante l’evento milanese.
Expo è un vero e proprio modello organizzativo. Come la TAV e altre grandi opere è proposta​ come l'​o​ccasione per uno sviluppo italiano. Ma a scapito del suolo e dell'ambiente, dell'agricoltura, del lavoro dignitoso, della consapevolezza sul cibo che nutre.
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Insieme al comitato NO TAV Brescia-Verona ci opponiamo alla TAV: divorerà gran parte della campagna del Basso Garda, delle sue pregiate produzioni come il Lugana, e distruggerà l'ambiente e i siti storici.
Ben nascoste dietro la retorica della sostenibilità, del diritto al cibo per tutte e tutti, della difesa di un cibo buono e sano ci sono più di 70 multinazionali partner di Expo 2015: Monsanto, la multinazionale dei semi più contestata dai piccoli contadini di tutto il mondo; per Nestlè che con la sua piazza tematica sull’acqua nega in essenza l’acqua bene comune; Mc Donald’s che nutre il pianeta col pollo fritto; c’è spazio anche per nomi meno noti come Mekorot, l’azienda idrica di Israele che, sottraendo illegalmente acqua dalle falde palestinesi si è macchiata di gravi violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani.
Il modello Expo trova la sua legittimità politica e normativa nei programmi di deregolamentazione in corso come il Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti (TTIP), che mirano a eliminare le barriere normative che potrebbero limitare i profitti realizzabili dalle imprese multinazionali, aggirando normative di protezione ambientale, di tutela dei diritti dei lavoratori, di protezione della sicurezza alimentare (incluse le restrizioni per gli OGM) e di regolamentazione sull’uso di sostanze chimiche tossiche.

NO EXPO! NO TAV! STOP TTIP!
RIPARTI​AMO DAL BASSO, COSTRUI​AMO PERCORSI DI RESISTENZA CONTADINA E CITTADINA!​

noexpoverona@autistici.org