La Democrazia ai tempi del Debito. Verso il Referendum Costituzionale

Tue, 29/11/2016 - 15:37
di
Coordinamento dei collettivi della Sapienza

In occasione del referendum del 4 dicembre sulla riforma costituzionale del governo Renzi e con l'avvicinarsi della conclusione di un'interminabile campagna elettorale, abbiamo deciso di organizzare un momento di approfondimento per andare oltre un dibattito politico e mediatico spesso sterile e contestualizzare il voto all'interno di un quadro più ampio.
Crediamo, infatti, che le esigenze di "governabilità" e più in generale il rafforzamento dell'esecutivo espressi dalla riforma Boschi si inseriscano in una restrizione complessiva degli spazi di democrazia che affonda le sue radici nelle scelte e nelle politiche dei governi degli ultimi anni.
Se il combinato disposto tra legge elettorale e riforma costituzionale oltre a consegnare un senato di non eletti e un rafforzamento del governo centrale rispetto agli enti territoriali, sancirà di fatto, tra spropositati premi di maggioranza e nuovi dispositivi legislativi, il dominio assoluto dell'esecutivo e quindi l'impossibilità di incidere sul dibattito parlamentare, non possiamo non vedere come questo processo sia già avvenuto nei fatti negli ultimi anni.
Sotto la scusa e il ricatto del debito pubblico, sono stati approvati a colpi di fiducia e con un massiccio ricorso allo strumento del decreto legge i provvedimenti più antisociali, dalle misure di austerità del governo Monti al Jobs Act, dalla Buona Scuola allo Sblocca Italia. Diritti e territori sono stati colpiti da governi tecnici o governi di grande coalizione. La democrazia si è svuotata di senso, trasformata sempre più in un esercizio formale, volta a legittimare le scelte di una classe politica in sintonia con le richieste del Mercato.
Anche per questo crediamo che il No al referendum del 4 dicembre non rappresenti un momento decisivo e culminante, non la difesa dell'esistente, della "costituzione più bella del mondo" davanti al cambiamento, ma semmai un primo passo per opporsi alle politiche neoliberiste di questi anni e per ricominciare a discutere tutte e tutti insieme di una democrazia reale tutta da immaginare, una democrazia che non può esistere senza la salvaguardia dei diritti sociali, del welfare e della partecipazione popolare.
Una democrazia non sottoposta ai vincoli di bilancio, né alle direttive tecnocratiche dell'UE, della BCE e dei grandi istituti finanziari sovranazionali.
Ed è proprio su questo punto che vogliamo soffermarci nell'incontro del 30 novembre. Se l'involuzione della democrazia è in atto da anni, vogliamo infatti capire ed analizzare gli strumenti politici, ideologici e retorici che l'hanno contraddistinta. Rimettendo al centro del discorso il tema che ha contrassegnato le politiche dei governi degli ultimi trent'anni, senza distinzioni: il debito pubblico. E' proprio nel nome del pagamento di un debito pubblico insostenibile che le politiche neoliberali, dalle privatizzazioni dei beni comuni allo smantellamento del welfare, dalla flessibilizzazione del mercato del lavoro all'aziendalizzazione di scuole e università, si sono potute affermare. Le esigenze di salvaguardia dei conti pubblici, infatti, introdotte nella costituzione stessa con l'obbligo di pareggio di bilancio, sono state presentate a più riprese come la causa ineluttabile dei provvedimenti messi in campo, trasformando in questioni tecniche delle scelte che erano invece di natura tutta politica. Il ricatto del debito è diventato lo strumento di un vero e proprio massacro sociale, ai danni della democrazia e della volontà popolare. Il caso greco sta lì a dimostrarlo.
Per questo chiunque oggi si ponga il tema della decisione politica in questo Paese o si impegni e si batta per la difesa dei diritti e per immaginare un'alternativa allo strapotere dei mercati, non può non confrontarsi con questo tema, smascherandone gli inganni ed immaginando strategie per affrontare la questione da un'altra prospettiva.
E per questo come studenti che si battono per un'università migliore vogliamo discuterne nella settimana del referendum e lo faremo mercoledì 30 novembre, alle 16 in Aula VI, con Marco Bertorello, analista e membro del CADTM, Comitato per l'abolizione dei debiti illegittimi.