La notte del golpe in Turchia

Sat, 16/07/2016 - 19:04
di
Başlangıç

Nella notte tra il 15 e il 16 luglio, settori dell'esercito turco hanno tentato un colpo di stato militare contro il “governo traditore e corrotto” di Erdogan, richiamandosi come di consueto nella storia dei golpe turchi ai “valori di Ataturk” e alla repubblica laica.
Il golpe è miseramente fallito, per diversi motivi; dall'isolamento dei settori golpisti rispetto agli stessi vertici militari al ruolo della polizia speciale che in questi anni è stata forgiata da Erdogan e dai leader dell'AKP come forza pretoriana (anche per la paranoia, non del tutto ingiustificata, del presidente turco nei confronti dei militari); dal mancato appoggio internazionale (in particolare da parte di Usa e Germania, che hanno rapidamente condannato il tentativo) alla reazione popolare nelle strade – che mostra, pur in un paese spaccato e in crisi politica e sociale, quanto sia ancora forte il consenso di cui gode Erdogan, che ha saputo costruire una base sociale per il suo potere.
Il risultato di questo golpe – sugli autori del quale è troppo presto per dire qualcosa, per comprendere quali fossero realmente gli obiettivi del gruppo golpista - e del suo fallimento, sarà certamente ancora più negativo per la popolazione turca e per la democrazia; non è infatti così complicato aspettarsi un giro di vite contro le sinistre e i movimenti democratici, e in generale contro le libertà individuali.
Pubblichiamo come testimonianza di questa difficile situazione che vive la Turchia e la democrazia in quel paese un comunicato dell'organizzazione della sinistra radicale turca Başlangıç. Torneremo sulla situazione turca con altri articoli nei prossimi giorni. Al momento segnaliamo questi altri due articoli, firmati da Christian Elia su Q Code Magazine e da Emre Öngün (pubblicato in francese sul blog di Ensemble. (redaz.)

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No al colpo di stato militare. La democrazia reale può nascere solo dal potere popolare

Nella notte del 15 luglio, la società turca ha assistito ad un tentativo di colpo di stato militare, in diretta TV. All’inizio, essendo parte di una società incline a pensare in termini di teorie cospirative, è stato difficile capirne il senso o capire se, l’intero evento, si dovesse interpretare come una “sceneggiata”.
Come si può definire tutto ciò come un vero colpo di stato militare?
Non dimentichiamoci che la storia della Turchia è piena di colpi di stato, non solo “riusciti” ma anche “falliti”. Il successo di un intervento militare nel raggiungere o meno i suoi obiettivi dipende da tre fattori: 1) l’esistenza di una crisi sociale e politica che conduce, poi, al golpe militare; 2) un sostegno sia interno che esterno; 3) capacità politica e militare.

La Turchia sta vivendo una profonda crisi politica da lungo tempo. Başlangıç e la sinistra in generale, hanno analizzato e descritto questa crisi attraverso differenti prospettive. In queste analisi è stato sostenuto che una possibile fuoriuscita dalla crisi, aggravata ulteriormente dalla messa in atto da parte del governo di una strategia di guerra dopo le elezioni generali del 7 giugno 2015, avrebbe potuto trovare forma in un golpe militare. Naturalmente, nessuno avrebbe mai potuto fare delle previsione sulle tempistiche di questa messa in atto.
Questa notte, una “junta” all'interno dell'esercito ha tentato un golpe militare. Nel portarlo avanti, hanno pensato che l'attuale acuta crisi politica avrebbe rapidamente garantito loro un sostegno sociale interno ed esterno al paese, così come le risorse necessarie. In realtà, si sono sbagliati.

In breve tempo, dichiarazioni chiaramente contro il tentativo di golpe militare sono state fatte dall'interno dell'esercito stesso (comandanti di alto grado della Marina, dell'esercito di terra e delle forze speciali), dai maggiori partiti politici, da associazioni professionali capitaliste (TÜSİAD – Associazione degli industriali e uomini d'affari turchi – e TOBB – Unione delle camere di commercio), così come dalle potenze internazionali – appena hanno capito cosa stesse succedendo.
Il portavoce del governo civile ha emesso appelli per la resistenza attraverso canali Tv privati – che hanno proseguito le loro trasmissioni senza interruzione, non perché il golpe fosse una “sceneggiata” (come sostenuto da alcuni), ma perché stesse mostrando le sue limitate capacità.
Il governo dell'AKP probabilmente trasformerà questo tentativo di golpe in un'opportunità politica per sé stesso, utilizzandolo come pretesto per iniziare un'ulteriore ondata di autoritarismo; in ogni caso, noi non dobbiamo avere alcun dubbio riguardo al golpe.

In questa epoca, dove anche le guerre e i colpi di stato sono trasmessi in diretta TV davanti ai nostri occhi, solo la democrazia reale può rappresentare l'antidoto ai regimi autoritari militari o civili. E la democrazia reale vive grazie al potere popolare e a nient'altro.
Questo tentativo trasforma in buio pesto l'oscurità che stavamo già attraversando in questi giorni.
I carri armati non sono mai l’antidoto all'autoritarismo senza freni, alle tendenze autocratiche, alla soppressione della democrazia. Senza alcun dubbio, dobbiamo mobilitarci contro il tentativo di colpo di stato che, malgrado avesse come obiettivo un governo antidemocratico, è così incosciente da bombardare il parlamento. Dobbiamo rifiutare ogni tentativo di golpe ed ogni “junta”, senza se e senza ma.

Başlangıç, 16 luglio 2016