Potenza dei Numeri e delle Poltrone

Mon, 04/04/2016 - 16:05
di
Coordinamento Precari Istat

Dal 16 aprile Linda Laura Sabbadini non sarà più direttore del Dipartimento per le statistiche sociali e ambientali dell'Istat a seguito della riorganizzazione dell'istituto nazionale di statistica portata avanti dall'attuale presidente Alleva.
Questa scelta ha scatenato, soprattutto a sinistra, una vera e propria sollevazione a difesa della dirigente che viene descritta come una sorta di Robin Hood delle statistiche sociali. La realtà che emerge dall'intervento dei precari dell'Istat che pubblichiamo di seguito ha tinte molto differenti e sembra dimostrare, ancora una volta, quanto una certa sinistra sia ormai distante dai luoghi di lavoro e soprattutto dai lavoratori in carne e ossa, mentre sembra più attenta a difendere consorterie e amicizie diffuse.

Come dipendenti precari dell’Istat, da anni in lotta per la stabilizzazione del nostro rapporto di lavoro, ci fa piacere che si parli dell’importanza delle statistiche pubbliche, anche se ci piacerebbe se ne parlasse più spesso e soprattutto in maniera svincolata dagli interessi dei singoli dirigenti del nostro Istituto.

Dei nodi del processo di riorganizzazione dell’Istat o di quelli della misurazione del Benessere si dovrebbe discutere non facendone lo strumento che alimenta una faida interna a fazioni contrapposte di Dirigenti dello Stato, ma piuttosto tenendo sempre a mente il valore di un’informazione statistica completa e indipendente.

L’esigenza di un nuovo assetto produttivo e organizzativo dell’Istat ha origine in molteplici fattori, in primis il regime di austerità fiscale che indispone i Governi (tutti) a sostenere costi elevati per l’informazione statistica. In questi anni alcune importanti quanto scomode informazioni sono già state vittima di questa indiretta guerra alla trasparenza (ne citiamo solo tre: l’indagine sugli scioperi, quella sui suicidi, quella sulle misure alternative dei detenuti). Saremo disattenti, ma non ci pare che le voci che oggi si levano convintamente in difesa della Dott.ssa Sabbadini abbiano versato una sola lacrima quando si trattava di difendere quelle informazioni.

La strategia adottata negli anni dall’Istat, e sostenuta in prima persona dalla direttrice del Dipartimento delle Statistiche Sociali e Ambientali di cui oggi si denuncia la defenestrazione, è stata spesso di scaricare sugli anelli più deboli della catena il problema della contraddizione tra risorse esistenti e informazioni da produrre. Lo dimostra la scelta di esternalizzare la rete di rilevazione per l’Indagine sulle Forze di Lavoro e quella più recente di appaltare le rilevazione telefoniche per diverse indagini a intervistatrici (quasi tutte donne, ma qui la differenza di genere non interessa a nessuno) che lavorano per meno di mille euro al mese.

Le statistiche di cui si teme l’affossamento a seguito della mancata conferma della Dott.ssa Sabbadini le produciamo noi, dipendenti dell’Istat precari e di ruolo. Lavoratori e lavoratrici che da anni subiscono i tagli alle risorse destinate al ricambio generazionale, al rinnovo dei contratti e alla valorizzazione professionale. La scarsità di risorse con cui si scontra con l’attività ordinaria dell’Istituto non ha pesato sulla qualità delle statistiche prodotte grazie alla consapevolezza del valore istituzionale che attribuiamo al nostro lavoro.

Ci preme sottolineare che tra le reali problematiche di questo Istituto, c’è quella dei 344 dipendenti a termine e per la cui stabilizzazione la Dott.ssa Sabbadini non ha mai speso una sola parola, spingendo invece per l’introduzione in Istituto di forme para-contrattuali ancora più ricattabili quali gli assegni di ricerca e le borse di studio.

Troviamo gravissimo, infine, che le burocrazie politiche e sindacali di ogni colore che in queste ore intervengono scandalizzate per quella che dovrebbe essere considerata un usuale avvicendamento di pubblici dirigenti, non abbiano alcuna reazione quando sono in gioco le reali problematiche che investono l’Istat.

Come lavoratori e lavoratrici pensiamo che il futuro della statistica pubblica non si sovrapponga a quello dei singoli dirigenti, ma che l’indipendenza e il ruolo del nostro Istituto necessitino evidentemente di essere sostenuti attraverso il consolidamento della sua dotazione organica e quindi con l’immissione in ruolo di tutti i precari e lo stanziamento di risorse aggiuntive al fondo ordinario che consentano di garantire gli standard produttivi attuali e l’implementazione delle principali innovazioni, in primo luogo l’uso integrato di dati amministrativi e campionari e il censimento permanente.