Eataly Firenze, una prima parziale vittoria dei lavoratori

Sun, 07/09/2014 - 16:15
di
Samuele De Santis*

L’accordo Filcams-Cgil siglato il 3 Settembre, meno di una settimana dopo lo sciopero che ha sollevato la questione delle condizioni di lavoro e contrattuali a Eataly, rappresenta un timido passo avanti verso la stabilizzazione.
Timido perché la Cgil ha dovuto accodarsi all'iniziativa di alcuni lavoratori che autonomamente hanno deciso di autorganizzarsi per riprendersi dei diritti che dovrebbero essere tutelati dal CCNL, ma che in realtà venivano ignorati dall’azienda. Quindi “le poche unità di dipendenti su migliaia in tutta Italia” saranno stati forse pochi rispetto alla totalità dei dipendenti, ma hanno rappresentato un disagio di molti, a vedere le reazioni pronte a sedare il conflitto. Da un lato l’azienda è stata celere nell’incontrare ad un tavolo i sindacati confederali (quelli normali, nel lessico farinettiano), dall’altro altrettanto pronta è stata la Filcams e Nidil (Cgil rispettivamente del settore privato e somministrati) hanno subito detto sì all’accordo trovato, senza neanche passare dalla consultazione dei lavoratori, né prima né dopo aver incontrato l’amministratore delegato Francesco Farinetti.
L’accordo resta comunque un passo positivo: fissa l'organico a 97 dipendenti, la cifra del personale attualmente impiegato. Per questi è stato fissato un percorso di stabilizzazione entro i termini del CCNL entro Gennaio. Ad oggi solo 22 dipendenti hanno un contratto a tempo indeterminato, con i 3 step (Ottobre, Dicembre, Gennaio) dovranno diventare 72. Non è un accordo rivoluzionario, è una pura e semplice sanatoria, ma perlomeno permette una stabilizzazione a chi oggi è precario in balìa dell'azienda. Il lato positivo quindi è la conferma che quanto dicevano i lavoratori era vero: Eataly opera nell'illegalità, in barba al CCNL a Firenze come in altri punti vendita in Italia.
La partita non è che iniziata, è stato dimostrato che con l'iniziativa e la forza di volontà si riesce anche a smuovere un'azienda grande come Eataly, ma quest’accordo ha ancora note dolenti:
- Rende strutturali le percentuali dei dipendenti a tempo determinato ed interinali, quando questi dovrebbero essere contratti stipulati con lavoratori chiamati a prestare servizio straordinario, cioè in casi di lavoro stagionale o carichi di lavoro superiori a quelli ordinari. In tal caso l’azienda può ricorrere a queste tipologie contrattuali, non oltrepassando i limiti massimi di 28% in caso di uso combinato delle due forme, il 20% per quanto riguarda il tempo determinato, l’8% per gli interinali. È necessario quindi oltrepassare la soglia fissata al 74% di contratti a tempo indeterminato a Gennaio, fino ad arrivare ad una stabilizzazione per tutte e tutti.
- Non garantisce che i 97 lavoratori in organico a Gennaio saranno i 97 lavoratori attuali. Vogliamo garanzie che non ci saranno decine di licenziamenti da qui a Gennaio, magari per trasferire lavoratori con contratti a tempo indeterminato in esubero altrove.
- Non include coloro i quali sono stati esclusi dall’azienda. Non importa se i contratti sono scaduti “naturalmente”, questi sono stati stipulati fuori dalle norme previste dal CCNL e quindi impugnabili. È diritto di chi è stato mandato a casa essere reintegrato qualora non abbia trovato altra occupazione

Dobbiamo riconoscere però alla Filcams-Cgil l’intenzione di proseguire la trattativa fino ad aprire un tavolo nazionale, così da regolamentare le nuove aperture di Eataly, finora perpetuate in queste condizioni di illegalità e sfruttamento. È necessario muoversi rapidamente, prima che il Job Act vada a colpire quei vincoli giuridici che ancora tutelano i lavoratori e le lavoratrici, sostenendo la battaglia di Eataly Firenze e costruendo solidarietà ed appoggio ai lavoratori degli altri store, affinché l’autorganizzazione che a Firenze sta dando i suoi frutti riesca a strappare ancora delle conquiste nel resto d’Italia.
State all’erta, ce n’est qu’un debut!

*Lavoratore di Eataly Firenze in mobilitazione