Jatevenne! (c'è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo...)

Thu, 02/10/2014 - 17:12
di
Pulcinella62

Da poco le strade di Napoli sono tornate alla "normalità", ma questa giornata segna un momento davvero importante per la città partenopea e per l'iniziativa politica e sociale contro la Bce e le politiche di austerità.
Dopo i workshop e le iniziative dei giorni scorsi, oggi - mentre nella reggia di Capodimonte si riuniva il Consiglio di Governo della Banca centrale europea con Mario Draghi e tutti i governatori delle banche centrali che hanno diretto in questi anni le politiche di austerità - è stato il giorno della manifestazione "Block BCE. Jatevenne! contro il vertice delle banche e della Troika".

Convocata dalle varie anime della sinistra antagonista e sociale, diverse migliaia di persone hanno cominciato a sfilare da questa mattina, accolte in un primo momento - nel quartiere di Colli Aminei dove si trovava il concentramento - da un cima freddo, impaurito, in attesa della calata dei barbari e degli scontri. Un clima frutto di una campagna mediatica (in prima fila Il mattino) e istituzionale che aveva cercato di intimidire la popolazione dei quartieri interessati dal corteo e isolare i manifestanti. E così sui balconi delle case a farla da padrone erano telefonini e videocamere, pronte a immortalare scontri e violenze, mentre i negozi erano quasi tutti serrati. E ovviamente migliaia di poliziotti "facevano il girotondo" (come nella Bologna del '77, "città più libera del mondo").

Ma con il proseguire del corteo e gli interventi dal furgone il clima cambiava, e al sentire parlare di lavoro, di lotta alla precarietà, di responsabilità di banche e banchieri, di politiche di austerità - in pratica al racconto della precarietà e della miseria che ormai la stragrande maggioranza della popolazione sta vivendo - la risposta dai balconi diventava un'altra. E cominciavano gli applausi, la simpatia, il riconoscimento.
E l'arrivo a Capodimonte mostrava i negozi finalmente aperti, la paura scomparsa.
Forse anche per questo ci hanno pensato le forze "dell'ordine" a provare a far tornare tutto nella (loro) normalità, nella paura e nella distanza tra la città e i manifestanti. Al bivio di Capodimonte grande schieramento di polizia che, in maniera giudicata ingiustificata persino dagli inviati delle TV sul posto, ha caricato, usato idranti e lacrimogeni - per fortuna neutralizzati da una pioggia quasi immediata che ha ripulito l'aria intossicante. Perché in fondo l'acqua non è solo pubblica, è pure dalla nostra parte...
Poi, dopo aver issato sulle mura del bosco di Capodimonte uno striscione con scritto proprio "Jatevenne!", la polizia arrestava un manifestante, Mario, proprio dove avrebbe dovuto concludersi il corteo. Che a quel punto è diventato non autorizzato ed è entrato in città, accolto nei quartieri popolari di Vergini e Sanità da ancora più applausi, e negozianti che offrivano qualcosa da mangiare e da bere. Anche in questi quartieri la campagna di terrorismo psicologico non è riuscita.
Il corteo arrivava quindi fino in via Duomo e piazza Borsa scandendo con chiarezza il suo obiettivo: non ce ne andiamo fino a quando non liberate Mario. "Mario libero se ni nun ce ne jamme!!!" E così è stato, liberato e accolto persino da fuochi d'artificio....

Una bella giornata, che probabilmente domani sui quotidiani sarà ricordata con immagini di "scontri" (?), fumo di lacrimogeni, qualche bandana sul viso di qualche manifestante (magari per difendersi dai gas...).
La realtà invece ha mostrato una bella manifestazione, determinata e capace di parlare il linguaggio di chi vive, nei quartieri di Napoli come quelli di tante città europee, la stessa condizione di impoverimento, precarietà, mancanza di prospettive. Non è consueto che manifestazioni contro le istituzioni europee contino su una partecipazione numerosa e sulla comprensione diffusa. Ma questo è avvenuto. Ed è una buona notizia, perché un'altra Europa non è solo necessaria, ma nasce e cresce nelle strade e nelle piazze.

(ringraziamo le/i compagne/i di fate spazio - area nord di Napoli per le testimonianze)