A Kiev l’estrema destra vuole l’escalation violenta

Tue, 25/02/2014 - 14:00
di
Guido Caldiron (da il manifesto)

Cosa vogliono i nazio­na­li­sti di Kiev? All’indomani delle gior­nate più san­gui­nose della recente sto­ria dell’Ucraina indi­pen­dente, governo e oppo­si­zione si rim­pal­lano la respon­sa­bi­lità di quanto è acca­duto.
Le armi da fuoco hanno comin­ciato ad affian­care sam­pie­trini e bot­ti­glie molo­tov anche die­tro le bar­ri­cate degli oppo­si­tori a Yanu­ko­vich. Secondo l’Sbu, i temi­bili ser­vizi di sicu­rezza, i mani­fe­stanti dispor­reb­bero di 1500 tra pistole e fucili, raz­ziate in caserme e com­mis­sa­riati. È guerra. E in molti ora si stanno chie­dendo se non ci sia il rischio che i set­tori più radi­cali della pro­te­sta, spesso orga­niz­zati da gruppi e par­titi di estrema destra, pos­sano pren­dere il soprav­vento su un movi­mento fin qui com­po­sito e molto arti­co­lato al pro­prio interno.
Secondo gli inviati dei media euro­pei, a dif­fe­renza di quanto acca­duto nel 2004 quando la cosid­detta «rivo­lu­zione aran­cione» aveva tro­vato una lea­der­ship forte intorno alla figura di Yulia Tymo­shenko, quella che va sotto il nome di Euro­mai­dan è una rivolta per molti versi ace­fala dove alla scarsa presa sull’opinione pub­blica dei diversi espo­nenti dei par­titi dell’opposizione, si accom­pa­gna il ruolo ambi­guo e peri­co­loso gio­cato dalla destra radi­cale. Come ha sot­to­li­neato Piotr Smo­lar su Le Monde, rac­con­tando come nei giorni scorsi uno dei lea­der delle pro­te­ste, l’ex pugile Vitali Kli­tschko, sia stato con­te­stato dura­mente a Kiev, la «piazza» ha più volte preso il soprav­vento.
Allo stesso modo, sul Guar­dian, Mary Deje­v­sky ha par­lato di una situa­zione «poten­zial­mente rivo­lu­zio­na­ria», dove le vio­lenze di strada rischiano di avere la meglio su ogni tipo di media­zione poli­tica.
In que­sta situa­zione, sta emer­gendo il ruolo delle diverse anime dell’estrema destra. «Si tratta di gruppi mino­ri­tari sia nella società ucraina che nell’opposizione al governo di Yanu­ko­vich, ma che si sono con­qui­stati un posto in prima fila sia negli scon­tri vio­lenti che nell’occupazione di Mai­dan e di diversi edi­fici pub­blici in varie parti del paese. Elet­to­ral­mente sono deboli e per­ciò si gio­cano il tutto per tutto pun­tando su una radi­ca­liz­za­zione del movi­mento e dello scon­tro», spiega Anton She­kho­v­tsov, uno dei mag­giori stu­diosi del nazio­na­li­smo locale.
Inol­tre, a dif­fe­renza della mag­gior parte degli ucraini scesi in piazza con­tro Yanu­ko­vich negli ultimi mesi, l’estrema destra è poco o per nulla inte­res­sata a un avvi­ci­na­mento del paese all’Unione euro­pea.
Non lo sono cer­ta­mente i neo­na­zi­sti di Pra­viy Sek­tor (Set­tore destro), la cui guida è Dmy­tro Iaroch, un noto estre­mi­sta pro­ve­niente dall’Est del paese, che allo Kyiv Post ha spie­gato di essere pronto a morire piut­to­sto che riti­rarsi da Mai­dan e di lot­tare per «una insur­re­zione armata di natura indi­pen­den­ti­sta».
Pravy Sek­tor ha fede­rato diversi gruppi dell’ultradestra nemici della Rus­sia ma altret­tanto dell’Europa, come gli ski­n­heads di White Ham­mer, gli hoo­li­gans della Dinamo Kiev o il gruppo Tri­dente.
Quest’ultimo schie­ra­mento si rifà all’esperienza dell’«Esercito insur­re­zio­nale ucraino», anti­co­mu­ni­sta e anti­se­mita, che negli anni Qua­ranta mise in piedi per qual­che set­ti­mana un governo indi­pen­dente gra­zie al soste­gno dei nazi­sti e che in seguito con­dusse una guer­ri­glia estrema sia con­tro la Wer­ma­cht che con­tro l’Armata rossa.
Come non lo è Svo­boda, nato alcuni anni fa — ori­gi­na­ria­mente con la deno­mi­na­zione di Par­tito nazio­nal­so­cia­li­sta — e che oggi rac­co­glie il 10% dei con­sensi elet­to­rali.
For­ma­zione iper­na­zio­na­li­sta e raz­zi­sta, il lea­der del par­tito, Oleh Tyah­ny­bok, un medico ori­gi­na­rio di Lvie, ha più volte soste­nuto che il governo ucraino sarebbe con­trol­lato da una «mafia ebraica filo mosco­vita». Svo­boda non è tenero con l’Europa.
Inter­vi­stato dal sito dei neo­fa­sci­sti di Forza Nuova, l’esponente del par­tito ucraino Andriy Volo­shyn ha spie­gato che: «Abbiamo sup­por­tato la rati­fica di un even­tuale accordo asso­cia­tivo con l’Ue solo per ’libe­rarci’ dagli stan­dard di vita russi e dall’’occupazione’ russa. (…) L’Ue ha sicu­ra­mente aspetti posi­tivi e nega­tivi: quelli posi­tivi sono soprat­tutto di natura eco­no­mica, men­tre quelli nega­tivi sono rap­pre­sen­tati senz’altro dalle poli­ti­che di inde­bo­li­mento delle isti­tu­zioni tra­di­zio­nali come la fami­glia e la Chiesa, il con­su­mi­smo, il mul­ti­cul­tu­ra­li­smo e l’immigrazione incon­trol­lata».
Deci­sa­mente anti-russi, ma non per que­sto defi­ni­bili come euro­pei­sti, sono anche i mili­tanti di Splina Sprava (Causa comune), gui­dati dall’avvocato Olek­sandr Dany­lyuk, noti per aver occu­pato per set­ti­mane diversi mini­steri a Kiev.
Pro­prio Dany­lyuk ha spie­gato in que­sti ter­mini la situa­zione: «È impos­si­bile con­trol­lare Mai­dan, per­ché lì tutto si decide nelle assem­blee auto-organizzate da chi par­te­cipa all’accampamento e alla lotta sulle bar­ri­cate. Qual­siasi com­pro­messo sta­bi­lito dai par­titi deve pas­sare al vaglio della piazza, dove noi nazio­na­li­sti siamo pre­senti in forze».