Con il popolo ucraino

Thu, 06/03/2014 - 11:03
di
Comitato della IV internazionale

Questa dichiarazione è stata adottata dal Comitato Internazionale della Quarta Internazionale il 25 febbraio 2014, il giorno successivo alla caduta del presidente Yanukovich. Ci sembra un contributo utile alla discussione e alla comprensione delle vicende in quel paese, che comunque da quel momento hanno subito nuove accelerazioni e rotture (redaz. internaz.)

La crisi politica in Ucraina è iniziata nel novembre del 2013, quando il presidente Yanukovich ha deciso, sotto forte pressione russa, di non firmare l'associazione di libero scambio con l'UE, dopo che il Partito delle Regioni al governo aveva condotto per mesi una campagna ufficiale in favore di tale accordo. La crisi politica è nata nel contesto di una profonda crisi sociale e del debito che ha messo il paese sotto la pressione del FMI. Il modo in cui la decisione è stata presa, sfruttando il potere personale del presidente, ha fatto crescere il timore della popolazione che fosse stata decisa una nuova integrazione dell'Ucraina all'interno di un grande progetto regionale Russo che avrebbe potuto aumentare la tendenza presidenziale oligarchica e repressiva del regime, evidente fin dal 2010.
Pertanto, all'interno della crisi non apparivano due campi nettamente delineati o programmi contrapposti tra loro, quanto spaccature ed esitazioni all'interno dei settori oligarchici e delle élite, anche all'interno dello stesso Partito delle Regioni. E - nonostante le differenze culturali, sociali e politiche tra le regioni storiche del paese - l'emergere di un protagonismo di massa come fattore indipendente, attraverso l'espressione di una "indignazione" e della sfiducia nei partiti politici - contraddistinta da un coinvolgimento diretto nel movimento Maidan (maggiore nelle regioni occidentali e centrali) o dalla passività (dominante nella parte orientale russofona del paese).

Una settimana di violenza sanguinaria ha imposto il punto di vista dei manifestanti sulle dimissioni immediate del presidente Yanukovych; egli non è stato rovesciato da un "colpo di Stato": la sua crescente impopolarità è diventata un rifiuto assoluto nei suoi confronti dopo l'orrore di circa 80 morti, vittime dei suoi cecchini che sparavano sui manifestanti con proiettili veri. Dopo mesi di esitazioni del presidente tra repressione e dialogo, questo comportamento ha portato al suo profondo isolamento all'interno del suo stesso campo - il Parlamento ha votato la sua decadenza mentre una parte della polizia e, probabilmente, l'esercito hanno dichiarato a Kiev, come in altre regioni, di essere "dalla parte del popolo", e il suo volo per la Russia è stato fermato a Donetsk, nel cuore del suo bastione di consenso.

Fin dall'inizio questo movimento ha presentato una combinazione di elementi rivoluzionari (democratico, anti-elitario, auto-organizzato) e reazionari - e il risultato complessivo era e rimane una questione di lotta politica e sociale. Tali caratteristiche sono profondamente radicate nel carattere attuale della società ucraina post-sovietica (atomizzata, senza alcuna identità di classe, con il degrado dell'istruzione e con una forte egemonia sociale delle idee nazionaliste e reazionarie, combinate con un legittimo sentimento di indipendenza nazionale e della drammatica eredità dello stalinismo).
Sosteniamo il malcontento popolare e l'aspirazione a vivere liberi e con dignità in uno Stato democratico e di sbarazzarsi di un regime oligarchico e criminale, espresso nel cosiddetto movimento Euro Maidan e in tutto il paese - mentre siamo certi che l'UE non sia in grado di soddisfare tali aspirazioni, e lo dichiariamo.
Noi sosteniamo il diritto del popolo ucraino nel suo insieme a decidere e a controllare gli accordi internazionali sottoscritti - o stracciati - in suo nome, sia con la Russia o con l'UE, perché sia garantita piena trasparenza circa i loro effetti politici e socio-economici.

Denunciamo tutte le istituzioni e le forze politiche nazionali o internazionali, quali che siano le loro etichette, che limitano la piena e libera determinazione di queste scelte da parte della popolazione, sia attraverso diktat economici e finanziari, che con leggi draconiane e forze di sicurezza, o ancora attraverso l'aggressione fisica che impedisce la libera espressione pluralistica di scelte e dissensi. Proprio per questo denunciamo con uguale determinazione i settori di estrema destra e le forze di sicurezza, che spesso condividono la stessa ideologia di esclusione violente nazionalista reazionaria, antisemita.

Mentre le principali forze politiche organizzate sono, per ora, di destra e di estrema destra, sosteniamo le forze sociali e politiche che stanno cercando di costruire un'opposizione di sinistra all'interno di quel movimento - rifiutandosi di rimanerne all'esterno identificandolo nel suo insieme con la sua componente di estrema destra. Un tale orientamento autonomo, ha significato un difficile scontro con i gruppi fascisti e una particolare attenzione nei confronti di 25 anni di privatizzazioni che hanno soppresso i diritti sociali qualunque partito politico fosse al potere dopo l'indipendenza.

Dopo la fine del regime di Yanukovich, il movimento di massa in sé non ha un programma progressista sulle questioni democratiche, nazionali e sociali e manca il movimento dei lavoratori (sindacati indipendenti e forze politiche basate sulla partecipazione dei lavoratori) - pur conservando le speranze per un reale cambiamento politico e sociale democratico. Qualunque sia il risultato delle prossime elezioni, la disillusione popolare tornerà. E qualunque cosa siano gli accordi con l'UE, i nuovi partiti di governo continueranno gli attacchi sociali con la conseguenza di possibili scontri interni che potrebbero portare alla disintegrazione del paese.
La sinistra alternativa deve rispondere a queste speranze e illusioni popolari attraverso le sue proposte sulle questioni democratiche, sociali, linguistiche scontrandosi con i diversi partito di destra.
Speriamo che la popolazione ucraina sappia trovare le proprie forme di espressione auto-organizzata dei suoi bisogni e di sfiducia radicale dei partiti dominanti, in tutte le regioni del paese concrete.