Alleanza Neo-Fiamminga, violenza poliziesca, antisemitismo e grassofobia: benvenuti/e al Pride di Bruxelles

Wed, 23/05/2018 - 08:16
di
Axel Farkas*

Pubblichiamo la traduzione della testimonianza di Axel, compagno belga della Gauche Anticapitaliste vittima della violenza e degli abusi della polizia durante la giornata del Belgian Pride. Axel ha infatti dovuto subire due arresti ingiustificati di una violenza totalmente gratuita in seguito a una contestazione allo spezzone N-VA (formazione di destra nazionalista fiamminga partecipante al governo belga) nella manifestazione del Pride di Bruxelles. Agli arresti sono seguite umiliazioni fisiche e psicologiche gravissime durante il suo stato di fermo. Come raccontato dallo stesso Axel, risultano chiari i tratti politici di questi abusi, di fatto un'intimidazione a un militante riconosciuto pubblicamente per il suo impegno nella solidarietà con le lotte dei rifugiati e dei migranti e in generale nelle mobilitazioni della sinistra radicale belga.
Come Communia Network portiamo tutta la nostra solidarietà e sostegno ad Axel, compagno che abbiamo conosciuto in diversi incontri internazionali e nei campeggi anticapitalisti giovanili estivi della Quarta Internazionale, e denunciamo con tutta la nostra forza questo violento e vile abuso in divisa, all'interno di una manifestazione come quella del Pride nella quale non possono essere accettabili queste incursioni poliziesche, come neanche le strategie omonazionaliste di un partito razzista e anti-migranti come l'N-VA. In ogni parte del mondo queste violenze saranno sempre come fatte sulla nostra pelle e ci schiereremo per lottare al fianco di chi le subisce.

Lo scorso sabato 19 maggio, Gauche Anticapitaliste e Jeunes Anticapitalistes hanno partecipato al Pride di Bruxelles. Avevamo deciso di sfilare in uno spezzone conflittuale, composto dall'associazione Genres Pluriels (Generi Plurali), dalla Rainbow House, un gruppo di migranti e rifugiate/i LGBTQI+, la campagna Rosa... Abbiamo sfiato in testa al corteo con slogan e cartelli, distribuito un volantino e il nostro spezzone si è fatto sentire.

Primo arresto

Finito il corteo, alcuni/e sono andati via, altri/e sono rimasti/e per discutere un po'. Io facevo parte di quelli/e rimasti/e. Mentre discutevamo, ci siamo accorti/e che lo spezzone del N-VA (Alleanza Neo-Fiamminga) ci sarebbe passato davanti. Avevamo con noi un cartello contro la presenza del N-VA all'interno del Pride. Mi sono quindi piazzato davanti al loro spezzone con il cartello. I miei compagni e compagne erano ai lati, a fischiare contro di loro. Ho gridato “assassini” (riferendomi alla piccola Mawanda, la bambina curda di due anni che è stata uccisa da una pallottola della polizia, su proposta politica di Jan Jambon) proprio di fronte allo striscione, tenendo alto il cartello in modo tale che si potesse vedere bene.

Immediatamente, un uomo del servizio d'ordine del Pride è venuto a spingermi violentemente. Qualche secondo più tardi un altro lo ha raggiunto (probabilmente del servizio d'ordine del N-VA), e poi due poliziotti mi hanno fermato. Mi hanno afferrato per il collo, mi sono sentito strangolare e sono caduto a terra. Sono stato immobilizzato al suolo dalla polizia per qualche secondo. Mi hanno poi sollevato ma in modo tale da torcermi dolorosamente le mani. Ho quindi urlato di dolore e mi sono lasciato cadere a terra affinché la smettessero. I due poliziotti mi hanno quindi trascinato verso la camionetta, chiudendomi dentro. Una decina di persone si sono radunate attorno al mezzo chiedendo che venissi rilasciato. Ci saranno voluti 30 minuti perché la polizia si decidesse a rilasciarmi (grazie al sostegno dei compagni e delle compagne presenti), e sono quindi uscito.

Quattro persone arrestate

Subito dopo il mio rilascio, abbiamo appreso che 4 persone che lasciavano il corteo organizzato da VNR erano state arrestate, sempre perché protestavano contro la presenza del N-VA. È stato organizzato un presidio davanti al commissariato de “l'amigo” (vicino alla Grand-Place). Eravamo una cinquantina a gridare “Rilasciate i nostri compagni!” o “Polizia dappertutto, giustizia da nessuna parte!”. Il dispiegamento delle forze di polizia attorno al commissariato aumentava (tra cui poliziotti/e pesantemente armati/e) e abbiamo avuto l'impressione che ci stessero circondando. Nonostante ciò, la nostra determinazione nel far liberare i nostri compagni rimaneva la stessa.

Secondo arresto, violenza, grassofobia e antisemitismo

Tra un coro e l'altro, ci prendiamo il tempo di discutere in gruppo, di conoscerci, di scambiarci le nostre esperienze, di discutere di politica, nonostante rimanessimo in presidio di fronte al commissariato. Verso le 18.30, stavo discutendo tranquillamente con tre persone, dando le spalle all'edificio.

È stato poco dopo quel momento che ho sentito una forza immensa tirarmi da dietro. Non appena ho avuto il tempo di capire quello che stava succedendo (ho urlato nel panico “Che succede?!”) mi sono ritrovato all'interno del commissariato, a terra, nel corridoio. Ero appena stato arrestato senza alcun preavviso.

Circondato da poliziotti/e che mi urlavano addosso, da altri/e che mi colpivano e premevano su diverse parti del corpo, spingendo sempre più forte per farmi male. Un poliziotto ha schiacciato brutalmente il mio piede destro. Avendo subito un trapianto di malleolo devo stare molto attento a non ferirmi in quel punto, altrimenti potrebbe accadere che non camminerei più. Mi sono quindi ritrovato a dover supplicare la polizia di non fare pressione in quel punto, ma le mie suppliche non sono valse a niente e hanno continuato.

Nel frattempo continuavano ad urlarmi addosso: “Non ti ribellare”, per avere un pretesto per continuare ad usarmi una tale violenza. Mi hanno rapidamente legato i polsi con le fascette (invece che essere ammanettato). La polizia ha volontariamente serrato le fascette attorno ai miei polsi per farmi male, era chiaro dalla loro esplicita soddisfazione, una volta che mi avevano bloccato.

A causa del panico, dell'asma (sono allergico al polline) e alla posizione in cui mi hanno costretto, non riuscivo più a respirare. Allora hanno smesso di fare pressioni sul mio corpo e mi hanno lasciato a terra. Gli ho chiesto aiuto per aiutarmi a respirare, spigandogli che era un attacco di asma e che avevo bisogno dell'inalatore che tengo nella tasca e che stando in piedi avrei potuto respirare meglio. La mia richiesta è stata rifiutata, per il fatto che quei poliziotti volevano mostrarmi di essere stufi di vedermi alle manifestazioni, e che per questo motivo non mi avrebbero reso alcun servizio adesso. Ho insistito e un poliziotto mi ha risposto:

“Non riesci a respirare? Faresti meglio a dimagrire e a fare sport.”

Dopo qualche minuto, due poliziotti mi hanno sollevato da terra e mi hanno portato in una stanza. Uno di loro si è seduto alla scrivania, dietro al computer, mentre ero seduto di fronte a lui e l'altro aveva preso posto in un'altra scrivania, alle mie spalle. Il primo poliziotto mi ha chiesto il nome, la data di nascita, l'indirizzo... Ho chiesto ancora una volta che mi levassero le fascette in modo che potessi prendere l'inalatore per l'asma, e ancora una volta mi è stato negato. Ho risposto alle domande che mi venivano fatte finché il poliziotto dietro di me mi ha chiesto:

“Sei ebreo?”

E io gli ho chiesto:

“Perché me lo chiedi?”

Mi ha risposto:

“Mah per il tuo nome, Farkas!”

E io:

“Il mio nome non ha niente di ebreo, è un nome tipicamente ungherese.”

Ma finalmente capisco che sono stato bloccato dalla polizia perché ebreo. Una retorica antisemita che fa scendere un brivido lungo la schiena e che ricorda un brutto periodo della nostra storia. Qualche secondo più tardi, torna alla carica:

“Vedo che tuo padre è israeliano.”

Gli rispondo che non è israeliano ma belga. È nato in Romania ed è fuggito con la famiglia dalla dittatura di Ceaușescu verso Israele, ma non ha più la nazionalità israeliana.

Insisto nuovamente affinché mi liberino le mani per prendere le medicine per l'asma, ma vengo rifiutato di nuovo! Mi portano in un'altra stanza con altri/e poliziotti/e che avevano frugato e controllato tutto quello che era nella mia borsa, mi sono state tolte le fascette e ho potuto utilizzare l'inalatore.

Ho sentito i poliziotti annunciare che avrebbero liberato le 4 persone arrestate a causa della folla di manifestanti, radunati in presidio davanti al commissariato (la prova che le pressioni e le mobilitazioni collettive funzionano). Nel commissariato tutti i/le poliziotti/e che incontravo sembrava che mi conoscessero (mentre io non avevo alcun ricordo di averli visti), e sono stato trattato con commenti e insulti sul mio comportamento e mi hanno fatto capire molto chiaramente la loro soddisfazione nell'avermi preso. Alcuni mi hanno citato le manifestazioni a cui ho partecipato in passato, per farmi capire che mi avevano notato e si ricordavano quello che avevo fatto.

Uno di loro mi ha poi detto che doveva perquisirmi. Ho quindi allargato braccia e gambe e in quel momento mi ha detto che dovevo invece spogliarmi completamente. Gli ho risposto che mi rifiutavo, che era un'umiliazione e che non ne valeva la pena per un semplice fermo amministrativo. Mi ha minacciato di ammanettarmi se non avessi collaborato. Mi sono quindi spogliato (per paura che all'umiliazione sarebbe seguita ulteriore violenza) e il poliziotto mi ha costretto a piegarmi in avanti col pretesto di dover verificare che non avessi niente nascosto nell'ano. Mi hanno lasciato rivestire subito dopo.

Sono stato poi rinchiuso in una cella, mi hanno costretto a togliere le scarpe, la cinture e la felpa (perché nel cappuccio c'era una corda). Mi sono coperto con una pezza dalla dubbia provenienza, ma non avevo scelta visto il freddo nella cella.

Nel frattempo, fuori

Poco dopo hanno liberato i 4 arrestati. La polizia ha caricato brutalmente la folla per sgomberare tutte le persone presenti davanti al commissariato. Una persona è stata portata di urgenza all'ospedale e ne è uscita con un certificato di inabilità al lavoro per due giorni.

Mi hanno rilasciato intorno alle 21.15! Recuperando le mie cose, ho notato che la mia felpa era stata strappata. L'ho contestato all'ufficiale di polizia, che me lo ha fatto aggiungere ai documenti che mi è stato chiesto di firmare.

La sera stessa, sulla stampa, gli organizzatori del Pride hanno preso le difese del N-VA e condannato le persone arrestate senza esseri premurati di mettersi al corrente dei fatti reali. Una nuova prova di come la banalizzazione dell'estrema destra continua ad avanzare.

Dal canto mio, sto preparando una denuncia che depositerò al Comité P. Se possedete immagini, video o se avete testimonianze di ciò che è successo, contattateci rapidamente all'indirizzo mail info@gaucheanticapitaliste.org!

Fonte articolo: https://www.gaucheanticapitaliste.org/n-va-acharnement-policier-antisemi...
Traduzione a cura di Dario Firenze e Federica Maiucci