Syriza, i nodi da sciogliere dopo la vittoria.

Mon, 26/01/2015 - 18:25
di
Stathis Kouvelakis*

La vittoria di Syriza alle elezioni di ieri, per quanto annunciata, rappresenta una splendida notizia e un avvenimento politico molto importante per le sinistre europee e per i movimenti sociali che lottano contro la trappola del debito e le politiche di austerità, imposte dalla Troika e applicate con solerzia da tutti i governi dell'UE, siano essi di "centrodestra" che di "centrosinistra".
Più ancora del dato elettorale del partito di Tsipras - che, sia detto sottovoce, può approfittare di una legge elettorale maggioritaria che in Italia giudicheremmo "truffa" e che i suoi avversari avevano confezionato proprio per evitare una vittoria di questo genere - , sia numerico che percentuale (che nasconde qualche insidia, come vedremo), è evidente la dimensione di massa del rifiuto delle politiche di austerità e dell'ingerenza della troika nella politica greca. Questo rifiuto si è espresso ben oltre il voto alla stessa Syriza (e purtroppo ha premiato anche i neonazisti di Alba Dorata, che mantengono un consenso elevato in una fase per loro non semplice). Un voto che attraversa i diversi settori sociali colpiti dalla crisi e dalle politiche di austerità e va oltre la sua caratterizzazione popolare, toccando anche settori sociali prima alla base del consenso per il PASOK (e della stessa Nea Demokratia).
Cosa possa rappresentare questo voto, la vittoria di Syriza e un governo guidato da Tsipras lo scrivevamo già nei giorni scorsi. Così come abbiamo provato anche a delineare i problemi che si sarebbero aperti davanti ad un tale governo.
Le notizie di queste ore, con Syriza alla ricerca di un accordo di governo con i Greci Indipendenti, danno conto proprio delle difficoltà e delle trappole disseminate sulla strada del governo di Tsipras.

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La vittoria di Syriza è una speranza e una grande opportunità per la sinistra radicale e il movimento operaio europeo; o, per prenderla dall'altro verso, un suo fallimento avrebbe conseguenze incalcolabili.
Alcuni commenti rapidi sulle prime difficoltà e problemi.
In primo luogo, Syriza è andata vicino ma alla fine non è riuscita a ottenere la maggioranza assoluta dei seggi. Il risultato finale (36,3%) rappresenta il dato inferiore del range proposto dai primi exit poll, mentre quello di Nuova Democrazia raggiunge il dato più alto. Per questo si viveva una atmosfera di disappunto negli uffici elettorali e davanti alla Propylaea l'altra notte. Inoltre, avendo vissuto molte notti elettorali nel centro della città di Atene, devo dire che quella di ieri ha mobilitato molta meno gente rispetto alle vittorie del PASOK negli anni 1980-1990.
Anche se la differenza di voti dell'8,5% rispetto a ND è un risultato importante, dobbiamo provare a spiegare perché la dinamica che si è espressa dietro Syriza è stata minore del previsto. I risultati suggeriscono anche una tendenza singolare: se a livello nazionale Syriza aumenta i suoi consensi di quasi 10 punti rispetto alle elezioni politiche del giugno 2012, o rispetto alle europee, la progressione è significativamente più bassa nei centri urbani più grandi (soprattutto Atene e Salonicco), con un aumento di circa 6 punti percentuali. Così, mentre nel giugno 2012 - a parte il dipartimento di Xanthi (dove aveva goduto del sostegno schiacciante della minoranza turca) - il suo miglior risultato era stato nel distretto operaio e emblematicamente "rosso" di Pireo 2°, questa volta sono sette dipartimenti (tra cui ex roccaforti del PASOK, come a Creta e nel Peloponneso settentrionale) che superano i risultati della cintura industriale del Pireo (nel quale passa dal 37 al 42%).

La spinta di Syriza si è quindi prodotta principalmente nelle zone rurali e semi-urbane così come nelle città medie della provincia, in una Grecia il cui comportamento politico è più conservatore e "legittimista". La sua influenza è ora più uniforme nel paese, dove si presenta come un legittimo "partito di governo", ma è mancata quella dinamica che avrebbe ampliato il divario nelle grandi città e permesso di conquistare i seggi mancanti nelle grandi circoscrizioni di Atene e Salonicco. Il suo profilo elettorale è ora quella di un partito più "interclassista" senza le "variabilità" del 2012, meno chiaramente radicato tra i lavoratori salariati dei grandi centri urbani, anche se la loro influenza resta a un livello molto alto e da loro ottiene la quota maggiore dei suoi voti.
Questi risultati vanno messi in relazione al fatto che il KKE registra un aumento, seppur limitato (+ 1% rispetto a giugno 2012) e così Antarsya (aumento dal 0,33 allo 0,64%), aumento che riguarda principalmente i grandi centri urbani. Così Syriza ha subito perdite "a sinistra", anche se in misura modesta e, soprattutto, non è stata in grado di mobilitare riserve significative tra le astensioni (l'affluenza nazionale al voto rimane modesta, dell'ordine di 64 %).

Il nuovo governo, la cui composizione non è nota al momento della stesura di questo commento, si troverà di fronte a sfide davvero sconcertanti. Le casse sono vuote e le entrate dello Stato crollano più del previsto. Ci si accorgerà molto rapidamente che il piano finanziario espresso nel "Programma di Salonicco" è basato su dati ottimisticamente sovrastimati (o semplicemente falsi), il cui scopo era quello di suggerire che il programma fosse realizzabile per metà attraverso un reorientamento dei finanziamenti europei (che sono stanziati, in parte già assegnati e per i quali il pagamento dipende comunque dalla buona volontà dell'UE), e l'altra metà da una più efficace raccolta di gettito fiscale, senza una riforma fiscale e senza il ricorso all'aumento del deficit. L'orientamento strategico del governo in relazione all'UE rimane ugualmente vago. Tsipras ieri ha voluto rassicurare l'Unione europea e i mercati, ha parlato di "dialogo sincero" e "soluzione reciprocamente vantaggiosa." La parola "debito" non è stata pronunciata.

Ho sentito ieri con sbalordimento alcuni compagni tessere le lodi di Draghi, presentandolo come un grande avversario di Merkel e Schauble e quasi come un alleato di SYRIZA. Oggi l'unico leader europeo il cui volto sorridente adorna l'homepage del sito ufficiale del partito left.gr è quello del signor Martin Schulz (presidente del parlamento europeo e membro dei socialdemocratici tedeschi), che intende incontrarsi con Tsipras immediatamente. Sembra che alcuni circoli del partito siano arrivati a convincere se stessi della validità dello slogan-tipo della campagna elettorale "l'Europa sta cambiando", che si intenderebbe come "l'UE è pronta ad un compromesso onorevole con noi." Ma la prospettiva che emerge da questo lato è, nel migliore dei casi, quella di scavalcare la Troika per "negoziare" (ah, la parola "magica" !!) direttamente con le istituzioni europee una versione più mite del Memorandum.

Infine, ma non meno importante, per quanto il signor Kammenos e la sua destra sovranista ANEL siano certamente un male minore rispetto ad una formazione come Potami il cui obiettivo dichiarato era quello di costringere Syriza a muoversi nel quadro rigoroso fissato dalla UE e dal memorandum - rimangono comunque un male. La loro partecipazione al governo, anche se con un solo ministro, potrebbe segnare simbolicamente la fine dell'idea di un "governo di sinistra anti-austerità". Oltretutto si tratta di un partito di destra, interessato alla tutela del "nocciolo duro" degli apparati dello Stato (dovremo seguire con attenzione il portafoglio che verrà loro affidato). Non a caso le loro prime richieste riguardavano il ministero della difesa o dell'ordine pubblico. Sembra comunque che non li ottengano.

I margini di manovra sono quindi stretti, ma le ambiguità dovranno essere risolte in tempi brevi. La società rimane passiva per ora, ma le aspettative sono molto forti e concrete. Un compito arduo attende le forze consapevoli dei pericoli e determinate a difendere i punti chiave del programma di Syriza di rottura con l'austerità. Sarà più che mai chiaro che tra lo scontro e la resa lo spazio è davvero inesistente.
Il momento della verità è imminente.

*Filosofo e membro del Comitato centrale di Syriza, autore di "Filosofia e rivoluzione" (Alegre). Fonte articolo: http://www.versobooks.com/blogs/1829-stathis-kouvelakis-after-syriza-s-v...