Cronache di ordinario razzismo. Nel libro bianco di Lunaria l’egemonia culturale del rancore

Tue, 10/10/2017 - 16:02
di
Luca Fazzolari

Pubblichiamo una recensione di Luca Fazzolari tratta da ilsalto.net al quarto libro bianco sul razzismo in Italia curato da Lunaria, che sarà presentato il 12 ottobre alle 18:30 a Roma a Communia, via dello Scalo San Lorenzo 22 (in calce alla recensione tutte le informazioni).
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Si può rimanere storditi da una lettura del genere. E, attenzione, non si sta parlando dell’estasi del razzista che, imbattutosi in questo volume, rimanga illuminato sulla via di Damasco. Al contrario, è probabile che a risultare disorientato sia proprio chi, già precedentemente alla lettura, risulti sensibile al tema. Chiunque, che abbia partecipato, letto o assistito a discussioni, può avere l’impressione di non avere davanti nulla di nuovo, nessuna sconcertante realtà. Chiunque abbia in qualche misura attraversato percorsi votati all’antirazzismo ha sicuramente già affrontato le analisi che risultano dalle riflessioni degli autori.

Eppure, a vedere il quarto libro bianco sul razzismo in Italia curato da Lunaria, anche solo scorrendo l’indice per capire la struttura pensata per la raccolta, si ha per un attimo la sensazione che quanto uno possa aver mai pensato, detto o fatto non abbia minimamente scalfito il sentir comune riguardo ai temi di disuguaglianza e razzismo. Certamente si racconta anche di come in realtà, con strumenti e pratiche di solidarietà dal basso, parte della società si stia organizzando per combattere questa battaglia (si veda il capitolo di Serena Chiodo).

D’altra parte, che il paese reale non sia il paese delle meraviglie lo diciamo spessissimo, ma solo in pochi casi ci rendiamo conto di quanto siano davvero reali gli episodi e la narrazione dell’ordinario razzismo d’Italia.
Proprio questo cerca di mettere in evidenza Lunaria, contestualizzando con il suo Libro bianco i “5.835 casi di discriminazioni, discorsi, materiali di propaganda, offese, danni alle proprietà, aggressioni e omicidi di matrice razzista” avvenuti “in dieci anni, tra l’1 gennaio 2007 e il 31 maggio 2017” e raccolti con il lavoro di monitoraggio, denuncia, informazione e sensibilizzazione che promuove costantemente con il sito cronachediordinariorazzismo.org.

Nei 1483 casi archiviati negli ultimi due anni e mezzo (quelli sui quali si concentrano le analisi contenute nel testo), si sottolinea un sostanzioso incremento complessivo delle violenze verbali. Sotto la lente d’ingrandimento, questo dato vuol significare che si è andati ben oltre il “razzismo democratico” e ordinario di cui si parla nei primi tre quaderni, aggiungendo a questi “un razzismo vigliacco e al tempo stesso un razzismo spudorato”.

Se le forme di denigrazione e minacce diffuse online sono diventate vigliacche, “perché non tutti gli autori […] oserebbero fare altrettanto di fronte ad una persona in carne ed ossa”; quello che preoccupa di più è che, nella maggior parte dei casi (615 su 1483 dal 2015 ad oggi), sono attori istituzionali a infliggere queste violenze tramite discorsi pubblici o messaggi online apertamente razzisti.

Già, perché, se fino a dieci anni fa, al livello mainstream, la Lega Nord e i suoi esponenti rimanevano quasi isolati nella proposizione di politiche e propagande apertamente razziste, oggi quel tipo di dire e agire è diventato culturalmente egemone. Da un lato, infatti, la rete ha aperto le porte della popolarità a forze che fanno un credo della xenofobia e del razzismo; dall’altro, però, il “rancore socializzato, conseguente al senso di frustrazione, d’impotenza e d’insicurezza, nonché alla perdita di legami di prossimità solidali” oltre che, certamente, ai fattori socio-economici degli ultimi dieci anni, ha fatto in modo che l’intero dibattito pubblico sia diventato pieno di discorsi e dichiarazioni (quando non di leggi e provvedimenti) razzisti, appunto, senza pudore.

Il fenomeno così “popolare”, dunque, trasferisce qualsiasi conflitto sociale da una dimensione di classe a quella che, con “una formula diventata vieto luogo comune”, viene definita “guerra fra poveri”. La qual cosa “consente” anche alle forze politiche che storicamente dovrebbero avere il compito di bloccare tutto ciò, di cavalcare anzi quest’onda, in cerca di consensi elettorali. Tutto ciò fa anche in modo che – come viene documentato nelle cronache – le scelte politiche siano influenzate ad ogni livello: dal Ministro degli Interni che stringe accordi bilaterali con paesi “tutt’altro che sicuri” al Sindaco del piccolo comune molisano che si oppone all’arrivo di un esiguo numero di rifugiate e rifugiati richiedenti asilo.

L’analisi del contesto culturale e politico italiano che viene fuori lungo i capitoli del rapporto è quella che, tra l’altro, ha spinto la redazione del Salto a promuovere quest’estate l’appello Restiamo umani.
Un primo passo perché questo meccanismo si possa scardinare – oltre che accrescendo le forme di solidarietà attiva raccontate e già citate – lo si può intravvedere nell’attenzione che il quarto Libro bianco presta all’analisi lessicale attenta e acuta della violenza verbale razzista perpetrata dai media.
In tal senso vanno interpretate le cronache di Lunaria, in quanto fondamentale tassello nella costruzione di una contro-narrazione antirazzista che abbia qualche pretesa di funzionamento e aspirazione di egemonia culturale. D’altra parte, l’ordinario razzismo non è che una specifica incarnazione della banalità del male.

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"Non sono razzista, ma"
Presentazione del quarto libro bianco sul razzismo in Italia. Giovedì 12 ottobre alle 18:30 a Roma a Communia. Verso la Manifestazione del 21 Ottobre.

L'estate che ci siamo appena lasciati alle spalle sarà purtroppo ricordata per un'escalation di episodi razzisti e discriminatori. Da un lato il Governo Gentiloni, nella figura del Ministro Minniti, promuove politiche di gestione delle migrazioni basate essenzialmente sul tentativo di bloccare l'arrivo dei/delle migranti con qualsiasi mezzo, incluso la firma di accordi e alleanze con Stati dittatoriali come Libia e Niger a cui viene affidato il compito di fermare i migranti e trasferirli in veri e propri centri di detenzione, mascherati da "centri d'accoglienza". Dall'altro il clima di odio razziale sempre più diffuso nelle nostre città, in cui, soprattutto a causa delle politiche governative e delle amministrazioni locali, assistiamo all'utilizzo della retorica "anti degrado" per giustificare o minimizzare i continui episodi di razzismo.

Il quarto libro bianco sul razzismo in Italia vuole indagare proprio questi aspetti, partendo da alcune domande molto semplici: quanti sono i casi in cui le offese, le minacce, le aggressioni, i danneggiamenti, i furti e le rapine di matrice razzista restano confinati nell’esperienza di chi li subisce, per timore di ritorsioni o per scarsa fiducia nelle istituzioni che dovrebbero garantire protezione e giustizia?
Le norme consentono di delineare con assoluta certezza il confine che separa le legittime opinioni dai discorsi stigmatizzanti, intolleranti, denigranti e razzisti? E le norme sono sempre giuste? anche quando, ad esempio, negano i diritti di cittadinanza a un milione di bambini nati o cresciuti qui?

Partendo da questo lavoro di inchiesta ed analisi vorremmo mettere a confronto e capire come, al giorno d'oggi, il razzismo si intersechi strettamente con l'oppressione di genere, analizzando sia come le donne migranti siano spesso vittime di una doppia oppressione, sia come gli episodi di violenza di genere, causati nella maggior parte dei casi da mariti, padri, compagni o fratelli, siano costantemente utilizzati dalla stampa e dalla politica per soffiare sul fuoco degli scontri razziali e della guerra fra poveri.

Ne parleremo con:

Serena Chiodo - Lunaria - Coautrice del "Quarto libro bianco sul razzismo in Italia"
Enrica Rigo - Attivista di Non Una Di Meno e Docente di Filosofia del Diritto
Serena Fiorletta - Attivista di NON UNA DI MENO e Antropologa

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