L'economia di lavoratrici e lavoratori

Tue, 25/08/2015 - 12:54
di
Manolo Robles

Dal 22 al 26 luglio si è tenuto in Venezuela il quinto incontro internazionale delle fabbriche recuperate "L'economia dei lavoratori e delle lavoratrici", a cui hanno preso parte anche la RiMaflow di Trezzano, con Luca Federici, e Officine zero di Roma, con Elisa e Alioscia Castronovo. A breve saranno disponibili i materiali dell'incontro sul sito workerscontrol. Pubblichiamo qui un primo resoconto di un giornalista e militante argentino presente all'incontro.

Vicino alla rivoluzione
Lo stato bolivariano di Falcon è stato il teatro del Quinto Incontro internazionale "L'economia dei lavoratori e delle lavoratrici". Autogestione e unità di classe sono state rivendicate in uno spazio emozionante: la lotta di un popolo e di un governo continuamente sotto tiro.

Gli organizzatori locali dell'incontro - che si è tenuto dal 22 al 26 luglio scorsi sulla penisola di Paraguanà, Stato di Falcon, Repubblica Bolivariana del Venezuela - hanno ricevuto una forte espressione di solidarietà e di sostegno al loro processo rivoluzionario permanentemente messo sotto accusa.
La cosiddetta "guerra economica", che sottrae alimenti e beni di prima necessità ai settori popolari, l'infiltrazione di bande paramilitari e narcotrafficanti "alla colombiana" nei quartieri più umili, l'ostilità permanente degli Stati uniti e di altre potenze occidentali sono la faccia della fase attuale dell'attacco contro il governo guidato da Nicolàs Maduro. Un attacco feroce percepito come tale anche dai settori chavisti che criticano a voce alta alcuni aspetti dell'attuale amministrazione.

Questo aspetto critico era un aspetto conosciuto da gran parte dei partecipanti venezuelani all'incontro. "Ci sono settori del governo che si sono burocratizzati, che non permettono che si vada avanti nella direzione progettata dal comandante Chavez - dare maggior potere alla classe operaia, ai contadini, alle comuni": parola più, parola meno questi sono i termini della questione, sempre autocritici oltre che critici; e che hanno come profilo la forte difesa del processo rivoluzionario, con l'espressa disponibilità a lottare con tutte le forze su tutti i fronti necessari per sostenere e approfondire l'epopea iniziata dal "comandante eterno", che guarda dai murales dipinti sui muri.

La solidarietà e l'appoggio alla rivoluzione bolivariana si sono fatte sentire da parte dei rappresentanti delle delegazioni di altri paesi, tra le quali la più numerosa era quella argentina. Erano anche presenti lavoratori e accademici di Italia, Francia, Spagna, Sudáfrica, Uruguay, Ciile, Brasile, Colombia, Messico y Stati uniti - che hanno potuto far passare con grandi difficoltà le loro voci in mezzo alla logorrea di venezuelani e argentini.

Nei dibattiti e nelle commissioni sono state presentate le differenti esperienze, si sono tenute comunicazioni e appelli, si è informato e discusso in maniera fraterna riguardo le diverse situazioni ilocali, si è analizzata minutamente la "crisi terminale" del capitalismo, i rischi che provoca, le crepe che lascia; si è concluso che questi incontri periodici hanno già generato uno spazio permanente, una base di fiducia per avanzare nell'articolazione di azioni comuni, che vadano oltre le differenze.

Questa base comune è sembrato che fosse al termine della sua costruzione in questo V incontro tanto nel calore del lavoro nei dibattiti e nelle commissioni - lavoro che andava avanti da metà mattina fino al tramonto - quanto nelle successive adunate per il rito della cena e il lungo dopocena insaporito dalla chitarra e dal cuatro (strumento tipico del ricchissimo contesto culturale venezuelano) e che grazie a dio comprendeva anche il Cocuy, bibita ancestrale distillata sui monti del Paraguanà, con le sue proprietà curative e una gradazione alcolica sufficiente a doverla bere con rispetto e reverenza per farsi poi trasportare dal ritmo del Caribe che abbraccia Amuay, il piccolo villaggio dove si trovavano le delegazioni partecipanti.

Solamente nella giornata di giovedì 23 luglio i partecipanti all'Incontro hanno lasciato per un momento il Compleyo Alejo Dìaz, ad Amuay - per andare alla vicina area industriale di Punto Fijo, la città più importante della penisola: un viaggio per visitare le sedi di Vtelca e Vit, imprese dello stato pensate e create da Chavez con l'obiettivo di avanzare verso la sovranità tecnologica. In Vtelca si assemblano cellulari, in Vit i computer. La tecnologia e gli investimenti sono cinesi, l'obiettivo è di sviluppare sempre più componenti in proprio. Le imprese sono dirette da un funzionario nominato dallo Stato ma al loro interno ci sono influenti Consigli dei lavoratori, lavoratori che a loro volta guadagnano buoni salari e hanno accesso a spazi culturali, sportivi, formativi e di integrazione.
"Questo grazie al comandante Chavez" ripetono - non come pappagalli - i lavoratori che si fermano dai loro compiti per ricevere i visitatori. Si mostrano rilassati, a volte impegnati, coinvolti.
Alla Vtelca la visita termina tutti insieme, con i lavoratori della fabbrica che partecipano a seminari culturali. Suonano i venti e i tamburi, la rivoluzione si diverte.

Ancora ad Amuay, nella giornata finale dell'incontro, si vive la plenaria finale. Si festeggia perché nelle tre commissioni che precedentemente avevano deliberato sono nate proposte e ordini del giorno simili, tra le quali quella di consolidare rapporti di lavoro, produttivi e di costruzione di reti tra le diverse imprese autogestite e le organizzazioni partecipanti. Si è deciso anche di creare piattaforme di comunicazione comuni. Si condividono appelli in solidarietà con varie lotte nelle diverse lingue, si riafferma l'appoggio al processo bolivariano. Si insiste sull'importanza di continuare il dibattito sulle forme migliori per far fare passi avanti ai lavoratori di tutte le latitudini. Si aspetta con impazienza la pubblicazione su web delle relazioni e degli interventi, che sono stati molti e che potranno leggersi su www.recuperadasdoc.com.ar e su altri siti.

Infini sono arrivati gli inevitabili commiati. Il Venezuela ha conquistato il cuore dei partecipanti stranieri che hanno avuto la grande occasione di conoscerla, con la sua rivoluzione in cammino, con la sua generosità tropicale. Il Venezuela invita a tornare, a continuare il cammino delle lotte per i diritti dei lavoratori con passione e allegria. Un'abitudine che si espande dall'America latina.

Il cotone che viene
Nel contesto dell'Incontro ci si è accordati per lavorare con l'obiettivo della creazione di una catena produttiva che unisca produttori di cotone e lavoratrici che confezionano vestiti nella regione della penisola di Paraguanà, Falcòn. Il referente dell'argentina Cooperativa de Trabajo Textiles Pigüé (CTTP), Francisco Martínez è tra quelli che si sono assunti l'imegno di avanzare verso un'integrazione produttiva. "Non siamo venuti qui solamente per scambiarci gli indirizzi Facebook, dobbiamo andare avanti insieme per generare più lavoro", ha sostenuto durante la giornata finale il rappresentante della CTTP, cooperativa che ha recuperato il grande impianto industriale di Gatic nella città di Pigüé e occupa 130 lavoratori. La Textiles Pigüé è stata sede, nello scorso ottobre, di uno degli incontri preparatori di quello internazionale che si è tenuto in Venezuela.

Facoltà aperte ai lavoratori
Il programma Facultad Abierta, dipendente dalla facolta di Filosofía della Universidad de Buenos Aires (UBA) e coordinata da Andrés Ruggeri è il seme fiorito negli incontri come quello realizzato in Venezuela, nel cui comitato organizzatore si incontrano già quasi una ventina tra entità accademiche, federazioni, e cooperative argentine, brasiliane, messicane, uruguaiane, francesi, italiane, statunitensi, canadesi, colombiane e greche.
Il comitato organizzatore venezuelano del V incontro era composto dal Movimiento Nacional por el Control Obrero, il Frente Nacional de Lucha de la Clase Trabajadora, la Juventud Venezolana por la Industrialización Socialista (Juvindus), il Movimiento Gayones, la Escuela coriana socialista de trabajadores y trabajadoras (stato di Falcón) e dal Movimiento Estudiantil Gente Unexpo (Megun, stato di Miranda).

Tra le organizzazioni argentine segnaliamo la Cooperativa La Masa, che produce questa rivista, parte della Federación Asociativa de Diarios y Comunicadores Cooperativos de la República Argentina (Fadiccra) e la Confederación Nacional de Cooperativas de Trabajo (CNCT); hanno partecipato anche le cooperative Fadiccra Comunicar, di Villa María e Proyecto Coopar, di Buenos Aires e nella delegazione argentina facevano parte raggruppamenti come Gestara, federazioni come Fedecaba y Facta, cooperative educative e di consumo e ricercatori universitari.

Dal primo incontro nel 2007 a Buenos Aires questi appuntamenti si sono rivelati spazi di incontro tra ricercatori e protagonisti del movimento di recupero e autogestione delle imprese.