Emergenza Abitativa: riappropriazione e autorganizzazione vs governance e profitto

Wed, 23/07/2014 - 16:42
di
Blocco anticapitalista versiliese

Uno sgombero respinto a Torre del Lago e uno sfratto rinviato a Viareggio segnano, in questa giornata del 22 luglio non solo l'ennesimo successo politico e sociale ma, un importante tappa nel consolidamento del movimento di lotta per la casa viareggino.

La Brigata Sociale Anti Sfratto e L'Unione Inquilini non sono caduti nelle provocazioni e non si sono nemmeno scoraggiate. Fin dalle 5. 30 di stamane la casa occupata e minacciata di sgombero dai carabinieri è stata protetta, da una sessantina di militanti, per permettere agli occupanti compresi dei minori di poterci vivere. "La casa è di chi l'abita." stava scritto su di uno striscione che riprende i versi di una celebre canzone di lotta. E in questa frase c'è tutto il senso di questa lotta che andrà avanti ad oltranza.
Per una volta il buon senso ha trionfato e i carabinieri dopo aver testato la forza del movimento hanno preso atto dell'impossibilità di agire. Tra i militanti, tuttavia, nessuno si fa illusioni o abbasserà la guardia. La repressione è la bestia con cui tutti quelli che lottano per condizioni di vita migliori dovranno fare i conti.
Nello stesso giorno in cui a Torre del Lago veniva respinto questo sgombero a Viareggio, in zona Bicchio, le compagne e i compagni della Brigata Sociale Anti Sfratto e dell'Unione Inquilini riuscivano a rinviare uno sfratto al prossimo 26 agosto. Ma il dramma dell'emergenza abitativa non accenna a diminuire. Anzi di giorno in giorno sono sempre di più le persone abbandonate dalle istituzioni. In molti si rivolgono allo sportello altre più disperate occupano da se. Intanto, il pronto soccorso abitativo all'EX INAPLI è saturo.
Questo quadro ci conferma la totale inadeguatezza della giunta Betti e di tutta l'amministrazione di centrosinistra. L'unico che meriterebbe veramente uno sfratto è proprio questo sindaco che non sa risolvere i problemi della città.
Preoccupazioni arrivano anche dagli ex occupanti del collegio Colombo sistemati provvisoriamente dalla Fondazione Casa in vari appartamenti a prezzi calmierati. Questo ente che era stato presentato dai politicanti locali come la panacea di tutti i mali si rivela per quello che è realmente. Si tratta di un ente interessato solo al profitto che cerca di approfittare della non gestione del welfare da parte delle amministrazioni. Sembrerebbe che la famigerata Fondazione Casa, sponsorizzata per risolvere i problemi dell'emergenza abitativa, si appresti essa stessa a sfrattare alcune famiglie dai propri alloggi.
Denunciamo questa fondazione che mette insieme banche e istituzioni e che vuole coprire i vuoti della politica attraverso i soliti giochetti della governance in continuità con il neoliberismo.
L'incapacità della politica istituzionale ha di fatto visto contrapporsi due modelli diversi per affrontare l'emergenza abitativa: quello dal basso che si autorganizza, si riappropria di spazi e che mette le vite davanti ai profitti e quello manageriale che cerca di tappare i buchi delle amministrazioni nell'interesse però sempre di lobby e poteri forti. Per noi sostenere il primo e contrastare il secondo è un dovere.