Adottare una lotta per costruire solidarietà

Mon, 07/03/2016 - 10:04
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Rivoltiamo la precarietà

Nota dopo l'incontro tra il Comune di Bari e i migranti dell'ex Set.

Ieri sera nel capannone dell'ex set abbiamo partecipato all'assemblea dei migranti dopo l'incontro che una loro delegazione ha tenuto col sindaco Decaro e l'assessora Bottalico.

Da quanto riportato dai portavoce dell'assemblea, l'amministrazione comunale ha innanzitutto l'esigenza di porre fine all'esperienza della tendopoli a causa di diverse denunce e segnalazioni per le condizioni strutturali ed igienico sanitarie insostenibili. Questo conferma quanto la tendopoli istituzionale allestita nel novembre 2014 dal Comune, insieme con la prefettura di Bari, fosse sin dall'inizio non consona ad una seconda accoglienza dignitosa.

Riguardo alla nuova struttura, sita a Bari Palese, disponibile ad accogliere i migranti, il Comune ha assicurato che rimarrà aperta per tutta la giornata e potrà essere autogestita in concerto con il gestore/proprietario dell'immobile. Quindi non si tratterà di un dormitorio solo per pernottare. Inoltre il Comune ha ribadito la temporaneità della stessa, finché non sarà disponibile una sistemazione permanente. Rimane quindi fondamentale avviare un percorso che porti all'individuazione di un immobile pubblico in disuso da recuperare come avvenuto con villa Roth, per superare qualsiasi soluzione emergenziale e ghettizzante, tra cui l'allestimento dei moduli abitativi prefabbricati, ossia del campo di container in zona fiera del Levante; soluzione che il Comune non ha ancora definitivamente abbandonato.

Affinché il tutto possa concretizzarsi, molto importante è stata la richiesta dei migranti di sottoscrivere con l'amministrazione comunale un accordo/protocollo che garantisca tutto quello che si è concordato verbalmente.

Per noi partecipare ad un'assemblea dei migranti dell'ex set ed osservare la loro tenacia e capacità di discussione collettiva, il rapporto che sono in grado di intraprendere alla pari con le Istituzioni, dimostra quanto sia sbagliato ridurre i migranti a semplici e passivi utenti di servizi, o credere che non possano in autonomia rivendicare delle politiche di welfare pubblico. Tutti quei dispositivi e leggi sull'immigrazione in vigore in Italia e nella fortezza europea, i ricatti e le difficoltà burocratiche a cui i migranti sono sottoposti non possono che essere messi in discussione dalla loro diretta autorganizzazione e voglia di autodeterminazione.

Come collettivo, conoscendo e supportando i rifugiati politici dell'ex set da quando sono arrivati nel Cara di Bari-Palese nella primavera del 2011, continueremo in forma volontaria e del tutto autofinanziata a sostenerli affinché possano il prima possibile sistemarsi in un'abitazione dignitosa. Da anni collaboriamo insieme a loro e sviluppiamo progetti comuni anche con altre associazioni e realtà cittadine; da anni ci sosteniamo reciprocamente di fronte alle difficoltà lavorative e di vita quotidiane che ormai ci accomunano, a prescindere dalla nazionalità di provenienza o dal colore della pelle. Ed è anche per questo che una soluzione positiva di questa vertenza non può che renderci felici.

Rivoltiamo la Precarietà
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Pretendiamo rispetto
Comunicato dell'assemblea dei migranti dell'ex set di Bari.

Era il 7 febbraio scorso quando a seguito di un'assemblea abbiamo scritto una lettera indirizzata al Comune di Bari per chiedere un incontro col sindaco Decaro e l'assessore Bottalico per conoscere quale sarebbe stato il nostro destino dopo ben 15 mesi di permanenza all'interno della tendopoli dell'ex Set. In quella lettera rigettavamo la proposta di essere trasferiti in un dormitorio a Bari Palese poiché saremmo costretti ad uscire forzatamente di mattina e rientrare non prima di sera usufruendo della struttura solo per pernottare.

Finalmente l'incontro col sindaco di Bari è avvenuto lo scorso 1° marzo. In quell'occasione abbiamo avanzato per l'ennesima volta la nostra proposta: impiegare il milione e seicentomila euro per autorecuperare un immobile pubblico dove poter vivere invece di spenderli per allestire un altro ghetto di container o pagare l'affitto e la gestione per una struttura privata. A tal proposito abbiamo fatto riferimento ad una recente delibera di Giunta che elenca una serie di immobili di proprietà comunale da alienare o valorizzare. Questa volta il Sindaco non poteva negare l'evidenza come fatto in altre occasioni, ma ugualmente non ha voluto considerare la possibilità di affido di un immobile in disuso. Tuttavia ci ha garantito che nella struttura di Bari Palese potevamo rimanere l'intera giornata, invece del solo pernottamento e potevamo autogestirlo con un semplice servizio esterno di portineria all'ingresso.

Dopo appena due giorni tutte queste promesse sono state disattese e capovolte. In data 3 marzo una nostra delegazione ha visitato la struttura di Bari Palese. Siamo stati accompagnati dal gestore/proprietario, il quale ci ha detto senza mezzi termini che si tratta di un dormitorio all'interno di un progetto temporaneo tra il Comune di Bari ed alcune cooperative/imprese sociali. Quindi si esce di mattina e si rientra la sera senza un minimo di autonomia di vita nella struttura.

A questo punto ci chiediamo a che gioco stia giocando il Sindaco? Ormai dopo anni di incertezze e mancanza di rispetto ci sentiamo presi in giro. Siamo costretti ancora una volta a rigettare la proposta di finire in un dormitorio. Senza uno spazio diurno dove potremo cucinare o andare a mangiare. Dove stazioneremo durante tutta la giornata? E in caso di malattia dove saremo costretti ad andare? Nei nostri paesi non siamo stati educati a vivere di espedienti e in queste condizioni, a chiedere la carità o mendicare, ad essere spostati come oggetti inutili o da scarto.

Seppur in condizioni fatiscenti nella tendopoli dell'ex Set in questi mesi siamo riusciti a sviluppare delle piccole attività artigianali, a creare una comunità, a relazionarci col vicinato con il quale manteniamo buone relazioni. In un dormitorio avremo maggiori difficoltà ad uscire da una situazione di perenne precarietà e marginalizzazione. Sarebbe un passo indietro rispetto al lungo percorso intrapreso per la rivendicazione del diritto ad una casa e alla nostra dignità. Per questo non accettiamo queste condizioni e al momento siamo costretti a rimanere all'interno della tendopoli.

Domani 05 marzo è previsto un altro incontro col sindaco di Bari. Quando lo rincontreremo gli illustreremo nuovamente le nostre proposte, la nostra voglia di stabilizzarci in un posto dover poter vivere dignitosamente e non ad intermittenza. Lo faremo perché siamo stati educati ad essere rispettosi, ma proprio per questo pretendiamo rispetto e non falsità. Non siamo persone da valorizzare ed apprezzare solo quando si tratta di essere sfruttati e sottopagati in un cantiere edile, dietro le cucine di un ristorante o nelle campagne fuori città.

Assemblea dei migranti dell'ex Set