I prefabbricati e i container non sono la soluzione alla tendopoli

Wed, 07/10/2015 - 18:37
di
Assemblea dell'ex Set - Bari

Appello dall'ex Set di Bari per un'abitazione dignitosa

Siamo le decine di persone, immigrati, che ormai da quasi un anno stazionano all'interno della tendopoli allestista nel capannone ex set in via Brigata Regina al quartiere Libertà di Bari. Era fine novembre 2014 quando il Comune, in accordo con la Prefettura, ha deciso di sgomberarci dall’ex convento di Santa Chiara, che avevamo occupato qualche mese prima poiché non accettavamo più di dormire per strada dopo aver ricevuto i documenti nel Cara di Bari-Palese. Per convincerci ci avevano rassicurato che per i nuclei familiari e le persone malate si sarebbe immediatamente riaperta Villa Roth, un immobile pubblico in disuso, che invece in fretta e furia è stato reso disponibile solo qualche giorno fa; mentre per tutti gli altri entro due mesi avremmo ricevuto un’abitazione migliore.

E' noto che le condizioni di vita all’interno della tendopoli sono diventate sempre più insostenibili e peggiori. Come alloggio il capannone è sicuramente inagibile. Sono venuti giù calcinacci dal soffitto. D'inverno è freddo e sempre più umido; e d'estate è stato impossibile dormirci dentro a causa del calore che ha toccato anche i 50 gradi. Ormai è sempre più infestato da piccioni ed altri volatili che defecano ovunque. Siamo costretti a dormire ammassati in otto/dieci persone in tende di 20 metri quadri, col rischio del contagio di malattie. Al momento gli abitanti del quartiere ed alcune associazioni ci hanno dato una mano. Per noi hanno promosso campagne di solidarietà. Una prima pulizia interna al capannone è stata effettuata solo qualche giorno fa dopo dieci mesi di permanenza.

Quando denunciamo questo stato di abbandono non è per ottenere assistenza o carità; bensì per vederci riconosciuto quanto previsto dalle convenzioni e dai trattati internazionali. Non abbiamo lasciato l’Africa, i nostri studi e le nostre famiglie per stazionare in un ghetto, per perdere la nostra dignità in una tendopoli. Siamo stati costretti a farlo. Conosciamo i nostri doveri, ma vogliamo che ci sia riconosciuto un minimo di rispetto, di diritti basilari, che appartengono alle persone in quanto tali a prescindere dalla nazionalità, dal credo religioso, dal colore delle pelle. Non stiamo pretendendo una casa ex novo, semplicemente vogliamo essere messi nelle condizioni di poter vivere e lavorare dignitosamente.

L'ultimo incontro ufficiale col Comune e la Prefettura di Bari risale al 9 gennaio scorso. Anche in quell'occasione, come nelle precedenti, abbiamo presentato e protocollato la proposta per il recupero col nostro lavoro di un immobile dismesso (ex ospedale o caserma, case sfitte o confiscate) per adibirlo ad una casa. La risposta del Comune e della Prefettura invece si è concretizzata con una decisione opposta, unilaterale ed imperativa: l'indizione di un bando di gara per la messa in opera di prefabbricati/container metallici utilizzando 1,6 milioni di euro governativi. Per noi un'ulteriore scelta ghettizzante che continuerà a creare marginalizzazione, come è successo con le tende all'ex set. C’è sempre stata la piena disponibilità al confronto. Ma tutto questo non è servito a niente. Si parla tanto di superare e farla finita con i cosiddetti 'campi' nelle periferie delle città, ed invece si ripropongono soluzioni senza risolvere la questione con scelte inclusive.

Da mesi leggiamo che questa tipologia di politiche sull'immigrazione non fatto altro che creare business, clientele varie e sperpero di denaro, invece di garantire un’accoglienza dignitosa. Gli amministratori locali, in quanto persone di buon senso, dovrebbero sapere che i 'campi per etnie' non fanno altro che discriminare ed esasperare sempre più gli animi tra italiani e migranti. E come ormai succede in tutt'Italia favorisce strumentalizzazioni e dichiarazioni xenofobe e razziste. Non solo: risale a qualche mese fa una sentenza del Tribunale di Roma con la quale si condanna il Comune della capitale per discriminazione etnica per aver allestito un 'villaggio attrezzato', cioè un campo ghetto, come opzione (sottolinea la sentenza) 'priva di caratteri tipici di un'azione positiva'.

Semplicemente vogliamo riprenderci la nostra dignità. Per questo vi chiediamo di sostenerci nel convincere le Istituzioni competenti a cambiare decisione. Invece di allestire prefabbricati metallici vogliamo che i soldi disponibili siano utilizzati per una soluzione abitativa diversa. Sottoscrivendo questo appello vi chiediamo di fare anche vostra la proposta di riqualificazione urbana di un immobile pubblico a scopo sociale. Grazie!

L'assemblea dell'ex Set - Bari

Basta con i campi ghetto!

Le prime firme:

Cecilia Strada, presidente di Emergency

Gabriella Guido, portavoce campagna LasciateCIEntrare

Fortunata Dell'Orzo, giornalista

Marco Filippetti, Communia Roma

Dario Mr Bogo Divella, musicista, Bari

Ela Francone, fotografa freelance, Bari

Gianpietro Occhiofino, giornalista, Bari

Diritti a Sud, Nardò (Le)

Fuori dal Ghetto, Venosa (Pz)

Meticcia Aps, Lecce

Osservatorio Migranti Basilicata

Gruppo Emergency Bari

Solidaria, Bari

per sottoscrivere l'appello scrivi a:

solidariassociazione@gmail.com

Firme aggiornate al 9/10
Loris De Filippi - Presidente Medici Senza Frontiere Italia; Giuseppe Prima - L'Arcipelago Valenzano, Arci Bari; Roberto Derobertis - insegnante, Bari; Angelo Lamorgese - operatore sociale, Bari; Simona Grimaldi - Gruppo Emergency Bari; Claudio Riccio - ACT! Agire Costruire Trasformare; Anna Maria Savoia, Bari; Aurelio Cianciotta - assistant editor Neural, Bari; Claudia De Rosa - Communia Roma;
Rosanna Rizzi - architetto, Barletta; Vincenzo Membola - giornalista, Trani (BT); Adriano Tiribocchi - assegnista di ricerca (Padova); Fabio De Leonardis, Bari; Antonio Canonico, Bari; Luca Mannarino, Cosenza; Enrico Pistolese, Bologna; Micaela Onorati, Roma; Myriam Cruciano - insegnante precaria, Bari; Eugenio Naccarato - avvocato, Cosenza; Chiara Marangio - Associazione Meticcia, Campi salentina(LE); Mariagrazia Simmini - Fucine a Sud, Salice Salentino(LE); Valentino Volpe - Gruppo Emergency Bari; Maria Amodeo - studentessa, Policoro(MT); Marilisa Nanna - insegnante precaria, Bari; Valeria Strada; Pierluca Bruno; Raffaele Licinio; Massimiliano Boccone; Roberto Vitarelli; Eric Alexander Tantimona; Antonino Di Stefano; Valentina Prudente; Enrico Mastropierro - ricercatore in Filosofia e selezionatore musicale; Andrea Bitonto - poeta; Annachiara Leardi; Alessandra Ceglie; Silvia Moresi; Annalisa Dinicolamaria; Nicole Mallardi; Alessandra Aquilino; Cecilia Girasoli; Nicola De Filippis; Angela Fiore; Enrico Francone; Roberta Berardi - studentessa, Bari; Tartarelli Milena

RiMaflow - Fabbrica recuperata, Trezzano sul Naviglio (MI); Laboratorio Omar Moheissi, Arci - Guagnano (LE); Rete Antifascista Molfetta (BA); Associazione AlteraMente, Lecce; Collettivo studentesco AteneinRivolta Bari; L’Altra Puglia; Collettivo Scirocco Ricerche a Sudest, Bari; Communia Livorno; Brigate Poeti Rivoluzionari, Bari; Fucine A Sud, Salice Salentino(LE); Gruppo di Bari di Medici senza Frontiere