Un'assemblea per uno spezzone comune al Roma Pride 2016

Tue, 03/05/2016 - 12:25
di
Degender Communia

La scure che il Commissario Francesco Paolo Tronca ha calato sugli spazi sociali, sulle associazioni e sulle onlus colpisce anche noi. Ci colpisce come persone e soggettività frocie che in questi spazi - restituiti alla città e salvati dall'abbandono, sottratti alla speculazione e alle logiche di mercato, liberati dal sessismo, dalla sessuofobia e dalle fobie che questa a sua volta produce - si ri-trovano e provano a mettere in campo un'alternativa sociale e politica al grigiore imposto dalle politiche legalitarie, securitarie ed oscurantiste.

Da Stonewall in poi, il cammino di liberazione delle persone LGBT*QI attraversa anche questi spazi. In quel locale di New York, dove si innescò la scintilla del movimento di liberazione omosessuale, si ri-trovavano soggetti fuori norma, trans e travestite, effeminate e maschiacce, nere e latine, persone senzatetto e ai margini della società. Negli spazi sociali che adesso occupiamo, ri-vivono quelle soggettività che si riconoscono in un'identità che non vuole essere definita da parametri imposti; soggettività che non vogliono vivere una socialità ghettizzata e incastrata in schemi controllabili e rassicuranti di modelli standardizzati.
Qui mettiamo in discussione le norme che etichettano e classificano i nostri corpi e le nostre relazioni; qui, attraverso la condivisione di esperienze, ci apriamo alla sperimentazione.
Qui prendono vita forme di socialità fuori mercato e i nostri desideri si realizzano fuori dal controllo imposto dai modelli etero ed omonormati.
Qui ci confrontiamo e ci uniamo alla lotte sociali in difesa dei diritti per tutte e tutti, di studenti e studentesse, lavoratori e lavoratici, precarie e precari, di migranti e rifugiati.

"Tutta frocia la città" non vuole essere solo la difesa di questi spazi sotto attacco; vuole anche rivendicare il diritto a vivere nuovi contesti di liberazione ed autodeterminazione. Perché troviamo inaccettabile che Roma non offra sufficienti servizi e spazi tutelati che garantiscano assistenza sanitaria, psicologica e legale alle donne o persone LGBT vittime di violenza, alle persone trans nel loro percorso di transizione e post transizione, alle persone affette da HIV, malate di AIDS o altre malattie trasmesse sessualmente, alle ragazze e alle donne che vogliono ricorrere all'interruzione di volontaria gravidanza o alla contraccezione d'emergenza, ai giovani e alle giovani etero ed LGBT che cercano informazioni sulla sessualità e le malattie sessualmente trasmissibili senza giudizi morali o stigmatizzanti.

A distanza di due anni da quel Roma Pride in cui siamo scese in piazza come "Frocie fuori norma" siamo ancora qui a ribellarci ad una retorica perbenista e familista, portando in piazza un messaggio che sia il più possibile inclusivo.
È proprio adesso che lo facciamo perché è proprio questo il momento storico in cui una classe dirigente LGBT asservita ai partiti, in particolare al PD, e per questo fallimentare nel rappresentare la sua variegata comunità, promuove un modello unico di affettività in nome dell'accettabilità da parte dell'opinione pubblica e del legislatori. Un approccio che esclude forme altrettanto diffuse di relazioni e famiglie, anche tra persone di sesso diverso, che necessitano di riconoscimento e tutela.

Con tutte le contraddizioni che una manifestazione come quella del Pride da sempre incarna, riteniamo comunque imprescindibile attraversarla, sin da questa fase organizzativa. Il consenso ricevuto negli altri Pride e l'esperienza quotidiana ci convincono che le nostre istanze sono vive e sentite. I Pride romani, con la loro grande partecipazione, offrono la possibilità di aggregare e coinvolgere soggetti e soggettività intorno alla nostra idea di città frocia.

Per questo vi inviatiamo tutt* a partecipare all'assemblea pubblica del 12 maggio alle 19.00 a Communia (via dello Scalo di San Lorenzo 33) per costruire insieme uno spezzone collettivo al Pride romano dell'11 giugno.