Spagna, bilancio e prospettive della rivolta della formazione

Wed, 05/02/2014 - 21:38
di
Micheal Battaglia

Lo sciopero ha avuto una partecipazione di massa, secondo i sindacati dell’80% del settore dell’istruzione, con adesioni tanto dei professori quanto degli studenti. In molte città ci sono state adesioni allo sciopero quasi totali tra gli insegnanti e le manifestazioni sono state un grande successo.

Il successo delle giornate è frutto della crescente radicalità tra gli studenti di tutto lo stato, che da tempo coinvolge anche i professori con la nascita della Marea Verde che è una parte fondamentale delle mobilitazioni, come dimostra la rivolta dei professori nelle Isole Baleari che hanno scioperato per due settimane e che torneranno a scioperare l’8 Novembre.
Da quando è iniziata la crisi rappresentano il settore più mobilitato, anche se ancora non vantano vittorie veramente rilevanti nonostante le conquiste nelle università. Rimangono comunque il settore più all'avanguardia per mobilitazioni e radicalità, anche se continuano gli alti e bassi e i riflussi.

Queste mobilitazioni sono causate da un attacco brutale all’istruzione, la LOMCE (Legge Organica per il miglioramento della Qualità dell’istruzione). È stata riconosciuta da gran parte degli studenti delle scuole medie, dai genitori e professori come il nemico diretto anche prima che ne prendessero coscienza le organizzazioni studentesche.
La grande partecipazione nelle università è frutto anche dell'indignazione generale contro il governo e della presenza di obiettivi chiari contro l'austerità all'interno delle piattaforme sindacali, contro di cui già si erano mobilitate le organizzazioni studentesche, segnalando anche come problema centrale la questione del debito, e che ha trovato solidarietà da quasi tutta la comunità universitaria, compresi i settori meno interni alla mobilitazione.

La grande partecipazione è figlia anche della rabbia contro un governo che giorno dopo giorno effettua attacchi contro i lavoratori, i disoccupati, le donne, gli studenti, etc. E’ un governo che punta a diminuire sistematicamente i diritti dei cittadini ed è percepito così da ampi strati della cittadinanza.
La vittoria di queste giornate è sia quantitativa che qualitativa. I numeri sono un sintomo della situazione attuale e del lavoro fatto. Queste giornate sono state dei passi importanti verso l’unione delle lotte contro l’austerità e in molte città si sono gettate le basi per costruire un movimento nel mondo dell’istruzione intollerante all’austerità.
In un tale contesto, in cui la crescita del movimento è potenziale e non si concretizza ancora in mobilitazioni e strutture autorganizzate permanenti e partecipate, le proposte devono essere audaci pur stando attenti a non fare forzature. Dobbiamo continuare operando con “lenta impazienza” sapendo che questa potenzialità può arrivare molto lontano.

Il modo di andare avanti può prevedere due fasi: seguire l'evoluzione del movimento nel mese di novembre, forse convocando un altro sciopero alla fine del mese e una grande giornata di mobilitazione statale a Madrid, per poi intensificare il conflitto al ritorno dalla pausa natalizia e portarlo avanti ad oltranza. Diversi settori del movimento dell’istruzione infatti iniziano a gettare le basi per la costruzione di uno sciopero a tempo indeterminato, come quello realizzato nelle Isole Baleari.

La domanda è come concretizzare la potenzialità di questo movimento, come raccogliere forze per arrivare allo sciopero dell’istruzione a tempo indeterminato. In questo senso si stanno vagliando varie opzioni: l’insubordinazione autorganizzata della LOMCE, l’insubordinazione dei governi autonomi, la realizzazione di referendum, un piano di lotte e di scioperi a rotazione nelle comunità autonome. Sicuramente nessuna di queste da sola sarà la soluzione.
In questo senso il movimento studentesco universitario ha evidenziato quello che è un asse di azione già utilizzato: la disobbedienza, che si concretizza nel rifiuto dell’università dell’1%:
“QUANDO STUDIARE DIVENTA UN PRIVILEGIO, DISOBBEDIRE DIVENTA UN DIRITTO”.

In Andalusia la prospettiva di lotta dell’istruzione non può opporsi solo al governo centrale della destra. Deve anche lottare e pianificare su questa strada una serie di discussioni e piani di lavoro per non sbagliare nemico: questo non è solo il Partito Popolare, ma anche l’austerità e i tagli nel loro insieme. Su questa linea il governo di “sinistra” in Andalusia, formato da un’alleanza tra PSOE-IU (Partito Socialista Operaio Spagnolo- Izquierda Unida), si sottomette ugualmente agli interessi del capitale applicando punto per punto tutte le richieste della Troika e del governo del PP.
Se vuole essere un governo popolare dovrà cambiare drasticamente orientamento, in caso contrario verrà travolto dalla rabbia della popolazione.