L’aria a Mantova è satura. La pazienza pure – Mobilitazione contro l'inceneritore

Mon, 20/03/2017 - 12:21
di
Spazio Sociale La Boje!

Pubblichiamo il comunicato seguito al corteo mantovano contro la costruzione di un inceneritore.
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L’aria a Mantova è satura. La pazienza pure. Un migliaio di persone in piazza non si vedevano da parecchio tempo. L’ultima importante e partecipata lotta in difesa della salute e dell’ambiente risale a circa quindici anni fa, quando la lotta del comitato No turbogas contro la megacentrale interna alla Polimeri si infranse contro i nulla osta dell’allora sindaco Ds Burchiellaro felice di garantire i profitti al polo chimico. La storia non si ripete, ma l’equazione di fondo non si scosta molto. Nei primi anni duemila la motivazione addotta era quella di dover soccorrere una multinazionale dell’energia che necessitava di un turbogas per produrre energia sufficiente a garantire il funzionamento degli impianti anche se poi il 90% dell’energia prodotta da combustione sarebbe stata venduta sul mercato dell’energia (128 milioni di euro in 5 anni) causando un importante di micro polveri nell’aria PM 10 (mortale agente cancerogeno classificato dalla IARC) che tutti respiriamo. Oggi la volontà di riaprire la cartiera pone come ricatto l’incenerimento dei fanghi e ovviamente non solo quelli prodotti in loco ma anche lo smaltimento delle produzioni di altri stabilimenti, nonostante le rituali rassicurazioni su filtri e manutenzioni. Ci mancherebbe che venisse ammesso candidamente il contrario. Oggi come allora dunque la proposta sarebbe quella di pagare con la nostra salute i danni dell’inquinamento, mentre i profitti di questa intossicazione collettiva se li intascherebbero i privati proprietari di colossi. La nostra città ha subito per anni la silenziosa scomparsa per morte prematura di molti cittadini, molti cari, parenti, amici, fin dai tempi dello smaltimento delle diossine e dei pcb. Sembra quasi che siccome l’aria ormai è fetida, la possibilità di lucrare nuovamente sulla salute della città non sia mai stata realmente messa in discussione (anzi l’attuale sindaco Palazzi all’epoca rampante consigliere di Burchiellaro poteva rappresentare un solido appoggio del progetto di Zago). Le rappresentanze istituzionali, le organizzazioni sindacali e la stragrande maggioranza dei partiti erano pressappoco concordi sulla necessità di accogliere le richieste degli Zago e di avvallare la costruzione dell’inceneritore senza colpo ferire perché nuovi capitali sul territorio e una manciata di posti di lavoro in più valgono più della nostra salute anche se poi ci si può sempre lavare la coscienza dichiarando solennemente che non esiste un conflitto tra lavoro e ambiente e che non esiste un ricatto tra lavoro e salute. Ma, osserviamo noi un conflitto tra capitalismo e ambiente esiste eccome e i posti di lavoro offerti sono come la mela di biancaneve. Oggi però in tante e tanti hanno posto come punto di partenza il proprio diritto a vivere. Hanno detto a chiare lettere che prima viene la nostra vita, la nostra salute, quella dei figli che cresceranno in questa città. La partecipazione non era affatto scontata, non tanto perché il tema ambiente a Mantova fosse sentito, ma perché la complicità della politica con l’affarismo privato non ha costituito alcun deterrente come tanti speravano. Oggi questa piazza ha detto che non si rassegna all’omertà e al silenzio di aver subito ingiustizie e lutti e che ha tutta l’intenzione di riscattare il proprio diritto alla salute. Zago stai sereno, noi abbiamo appena cominciato.
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Di seguito il testo del volantino distribuito i giorni prima del corteo.
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No all'inceneritore. Le nostre vite valgono più dei loro profitti

Perché no?

Perché siamo stremati dal ricatto lavoro-salute. Le politiche industriali senza progettazione pubblica, ci hanno lasciato senza lavoro e con aree immense da bonificare. I guadagni sono sempre privati, ma i costi li paga la collettività.
In questo caso Pro-Gest, il gruppo industriale del patron Zago che dovrebbe riaprire l’ex cartiera Burgo, ha preteso dalle istituzioni di costruire un nuovo inceneritore e un turbogas, evitando le autorizzazioni e le valutazioni sull’impatto ambientale.
Le istituzioni pubbliche (in questo caso soprattutto la Provincia) mettono gli interessi delle imprese davanti a quelle di cittadini e lavoratori.
Gli investimenti sull’impianto avviati da Zago porteranno a bruciare anche il pulper ( che contiene materiali plastici producendo così DIOSSINA ), dando la possibilità all’imprenditore di bruciare nel sito mantovano gli scarti delle altre cartiere del suo gruppo.

Porta lavoro?

Le ricadute dell’inceneritore rappresenterebbero un rischio aggiuntivo per la salute di una città con cifre record di tumori e un indice di polveri sottili 15 volte superiore alla norma.
Pensiamo che un investimento serio sia quello rispetto la difesa dell’ambiente, di una politica energetica e dei rifiuti che puntino sul risparmio, il riciclaggio e la partecipazione dei cittadini (non sul libero mercato tra compagnie private).
Il livello di disoccupazione giovanile al 30% non si abbasserà con i 50 posti di lavoro promessi da Zago, ma solo cambiando le regole di un mondo del lavoro privo di garanzie per i lavoratori.

Spazio Sociale La Boje!

Collettivo Studentesco HSL