Aggressione neofascista a Mantova

Mon, 07/08/2017 - 15:20
di
La Boje - Mantova

Ieri sera, presso un locale di via Calvi notoriamente frequentato da persone di sinistra, alcuni neonazisti appartenenti a gruppi di estrema destra che operano tra Mantova e le province vicine hanno aggredito a freddo un ragazzo.
La sua colpa era di essere riconosciuto come “persona di sinistra”, frequentatore di concerti antirazzisti. Poteva essere lui come tanti altri mantovani che hanno uno stile di vita libertario, aperto al mondo e intrinsecamente antirazzista e antisessista.

Dopo aver tirato un pugno mentre il ragazzo era di spalle, si sono dati alla fuga lanciando sedie contro gli amici accorsi in difesa.
Dopo mesi di provocazioni e attività dell’estrema destra nel nostro territorio, questa azione è stata preparata, come in diverse città negli ultimi anni, per saggiare la risposta del territorio verso la deriva neofascista.
Oltre a due “basisti” mantovani che indicavano alla compagnia nazista i possibili colpi, era presente una prima avanguardia di tre donne, arrivate prima per vedere chi c’era nel locale (una decina di minuti prima del pestaggio si chiedevano “è questo il locale?”).
Successivamente sono arrivati 5 naziskin che, seguendo i consigli di chi era arrivato prima, hanno potuto agire a colpo sicuro prima di darsi alla fuga.

Lo schema è semplice, in 10 contro 1 si attacca chi non è direttamente attivista per intimidirlo e creare paura e insicurezza verso chi rifiuta il sistema di idee reazionarie proposte da forza nuova, casa pound e veneto fronte skinhead.

Se vogliamo mantenere Mantova una città accogliente ed ospitale, se non vogliamo dover chinare la testa alla prossima provocazione, se non vogliamo assistere i nostri amici all’ospedale (ricordiamo gli omicidi e le coltellate inferte in tante città dai neo nazisti) tutta la città che rifiuta discriminazioni e prevaricazioni deve essere coesa nel rispondere in maniera decisa e diffusa al riemergere di attività squadriste.