[Podemos/2] Podrà Podemos?

Tue, 27/05/2014 - 17:36
di
Juan Torres Lopez (da rebelion.org)

Gran parte dei risultati di domenica erano attesi: l'alta astensione, la sconfitta del PP e del PSOE, la crescita di Esquerra Republicana e di Izquierda Unida, l'aumento dei voti verso forze minoritarie... e anche l'entrata nel parlamento europeo di Podemos. Però in pochi sognavano che Podemos avrebbe costituito la quarta forza del Paese e che inoltre avrebbe superato IU in provincie così significative come Asturia, Madrid e in molte città importanti.

Podemos è la grande vincitrice delle elezioni, sebbene questo trionfo, come ha dichiarato Pablo Iglesias apprendendo i risultati, non è certamente quello che si sta cercando di ottenere, cioè farla finita con la casta politica, con i tagli ai diritti e alle libertà che stanno facendo sprofondare la Spagna nella miseria.

Questa è la prospettiva che Podemos ha aperto, all'improvviso, di fronte a milioni di persone che, forse per la prima volta negli ultimi anni, hanno iniziato a sognare che realmente ci siano possibilità di iniziare a registrare delle vittorie e non una sconfitta dietro l'altra.

Podemos ha introdotto nella politica spagnola, con successo, qualcosa che già aveva iniziato a svilupparsi attorno al 15M: la chiamata diretta alle persone, da parte di altre persone e non di apparati più o meno contaminati dalle zavorre di una transizione molto poco esemplare, come quella avuta in Spagna.

La sua proposta di primarie per eleggere le proprie candidate e i propri candidati (che, a proposito, ha ricevuto le maggiori critiche da IU e sorprendentemente da persone come Alberto Garzon (1) che in molti credevamo lontano da questo genere di tentazioni) marca già un Rubicone che inevitabilmente dovranno passare coloro che vorranno avanzare progetti credibili e realmente alternativi di trasformazione sociale. Il successo elettorale compensa di gran lunga le critiche che, inclusi molti di coloro che appoggiarono fin dal principio Podemos hanno avanzato per la forma con cui si sviluppavano le cose all'interno di molti circoli, dove non sempre domina quello stesso discorso antisettario e più intelligente e attrattivo che Pablo Iglesias e altri dirigenti di Podemos portano avanti.
Per tutto ciò, Podemos rappresenta ora il miglior riferimento e l'interprete più credibile per indicare il percorso nei prossimi mesi, davanti alle mobilitazioni e alle scadenze elettorali che ci aspettano.

Ma non sarà facile. I poteri forti che dominano la politica spagnola, d'ora in poi non saranno così generosi con i suoi leader, nè i mass media e coloro che pensano ancora che la storia si muova agli ordini delle avanguardie illuminate non vedranno con buon occhio che sia la gente, dal basso, ad organizzarsi e a stimolare l'azione politica, come invece pretende e ha ottenuto Podemos.

Podemos dovrà anche affrontare i rischi e le difficoltà legati al fatto di "essere diventato grande" in così poco tempo.

La verità è che Podemos ha ottenuto un magnifico risultato elettorale disponendo di un programma appena articolato e senza avre affinato il discorso politico con il quale potrebbe rivolgersi alla maggioranza sociale e politica alla quale allude sempre Pablo Iglesias, e inoltre senza avere un'unità di vedute all'interno che in questi casi è imprescindibile. Credo che lì alberghino le sfide alle quali deve immediatamente fare fronte.

La prima è riffuggire come la peste la tentazione di sentirsi una sgila in più, per quanto già potente. La gente non vuole "zuppe di sigle", per quanto sia indubbiamente necessario che il maggior numero di queste converga, bensì, come detto, che sia "la gente a convocare la gente". Ciò significa che è necessario avanzare verso l'autorganizzazione con democrazia di base e un dibattito produttivo. La politica dall'alto e le coalizioni a base di diktakt e spartizione della torta hanno il cammino che hanno e queste elezioni l'hanno appena dimostrato.

La seconda sfida è articolare un programma di proposte per la Spagna rigoroso e attrattivo, che a mio modo di vedere dovrebbe racchiudere due grandi aspetti. Da un lato, le misure di austerità e tagli prese dal PP e dal PSOE a partire dal 2010 e che devono essere abolite quanto prima. Dall'altro le azioni positive (non solo i desideri) che possono far uscire la Spagna da dalla situazione di degenerazione morale, politica ed economica nella quale si trova.

Infine, Podemos non dobrebbe dimenticarsi che sebbene sia necessario preparare le elezioni che ci saranno nei prossimi mesi, parteciparvi e ottenere buoni risultati, non può essere una cosa fine a sé stessa perché la presenza nelle istituzioni risulta impotente e frustrante se non si dispone del contropotere che offre la gente organizzata dal basso e la mobilitazione costante per la difesa dei diritti e la denuncia, in ogni mometo, delle ingiustizie.

Magari Podemos possa e sia capace di continuare a far sperare, con successo, molte più persone, l'immensa maggioranza che, incluso con l'indipendenza delle proprie idee, è esasperata dalla corruzione, dall'incompetenza, dalla venalità e dall'asservimento verso i potenti di coloro che ci governano.

Traduzione di Marco Pettenella

* Il titolo è un gioco di parole: "Ce la farà Podemos" N.d.t.
(!) Dirigente di IU N.d.t.