Manganellati e arrestati gli studenti in mobilitazione contro il "Jobs Act francese"

Sat, 19/03/2016 - 12:52
di
Comité de mobilisation de l’Université Paris 8

A Parigi mentre gli studenti e le studentesse del comitato di mobilitazione dell'Università Paris 8 iniziavano un'assemblea dopo una giornata di mobilitazione contro la legge sul lavoro presentata il mese scorso dalla neo ministra Myriam El Khomri, una specie di "Jobs Act francese", la polizia ha effettuato una forte azione repressiva caricando i ragazzi e le ragazze e arrestando decine di persone, tra cui uno studente italiano.
Manifestiamo tutta la nostra solidarietà agli arrestati e alle arrestate, ai manganellati e alle manganellate, e chiediamo la liberazione immediata e senza conseguenze legali di Marco, lo studente italiano di Paris 8, e di tutte le altre persone arrestate.

Pubblichiamo di seguito il comunicato del comitato di mobilitazione dell'Università Paris 8 e un video che riprende l'accaduto.
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Il Comunicato del comité de mobilisation de l’Université Paris 8:

Contro la repressione e la violenza poliziesca del 17 marzo, chiediamo la liberazione immediata dei/lle nostr* compagn* in lotta!

Il comitato di mobilitazione dell'Università Paris 8 in sciopero, si è riunito il 18 marzo per denunciare le gravissime azioni delle forze dell'ordine che hanno avuto luogo il 17 marzo nei pressi e dentro la sede universitaria Tolbiac, a seguito di una giornata di mobilitazione contro la legge sul lavoro che ha visto scendere in piazza più di 15.000 persone.

Le gravissime azioni contro i manifestanti hanno come obiettivo quello di reprimere con la forza un movimento di contestazione politica e di screditarlo attraverso una manovra poliziesca e repressiva. Molte persone sono state arrestate e poste in stato di fermo e numeros* student* sono rimast* ferit*.

In seguito all'arrivo del corteo che chiedeva il ritiro della legge sul lavoro, ieri sera a Place d'Italie, un gruppo di student* di Paris 8 si sono dirett* verso Tolbiac, facoltà presso la quale era stato vietato lo svolgimento dell'assemblea conclusiva del corteo, prevista alle ore 18.
In un primo momento la polizia ha bloccato tutte le uscite della piazza e circondato i manifestanti, per poi però lasciarli passare. L'edificio di Tolbiac era stato chiuso dalla mattina, così come molte altre sedi universitarie. Circa 60 manifestanti sono passati davanti alle forze dell'ordine che senza intervenire li hanno lasciati entrare nell'edificio da un ingresso situato in via Baudricourt, aperto precedentemente da una persona dell'amministrazione universitaria. Sono riuscit* a raggiungere l'anfiteatro. Qualche minuto più tardi, le forze dell'ordine hanno bloccato l'ingresso in questione e si sono preparati a dare l'assalto. Penetrate nell'edificio, hanno forzato la porta dell'anfiteatro e hanno iniziato ad evacuare gli studenti, colpendoli col manganello al loro passaggio benché fossero tutt* disarmat* e non chiedessero che di poter uscire con calma dall'edificio. Questo stesso gruppo di studenti si è ritrovato, all'esterno dell'edificio, bloccato tra due cordoni di celerini. Una prima apertura dei cordoni ha permesso ad alcun* student* di uscire. In seguito, per tutt* gli/le altr*, le forze dell'ordine hanno proposto di lasciarli passare solo se avessero mostrato un documento, cosa che gli/le student* hanno rifiutato in blocco. Alla fine, gli/le student* sono stati lasciati andare in piccoli gruppi, dopo essere stati ripresi dalle telecamere della polizia.

Perché la porta laterale era stata lasciata aperta? L'obiettivo era quello di far cadere in trappola gli/le student* ed esasperare la violenza dalla loro parte? Ma le violenze, a conferma della regola, sono venute solo da parte delle forze dell'ordine.

All'esterno dell'edificio si sono radunate circa 300 persone manifestando il loro dissenso riguardo il non essere potuti entrare dopo il primo gruppo, e molti abitanti del quartiere si sono uniti al presidio, manifestando la loro disapprovazione di fronte agli avvenimenti in corso sotto i loro occhi. Anche qui un dispiegamento impressionante di forze dell'ordine non ha esitato a colpire coi manganelli manifestanti e cittadini mentre protestavano contro le aggressioni agli studenti. La polizia ha persino distrutto o sequestrato apparecchi fotografici e telefoni portatili utilizzati per filmare le violenze.

Chiediamo la liberazione immediata e senza conseguenze legali o sanzioni di Marco, studente di Paris 8, e di tutte le persone arrestate, e riaffermiamo la nostra determinazione a lottare contro il progetto della legge sul lavoro, fino al suo ritiro.
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Il Comunicato in lingua originale:

Contre la répression et les violences policières du 17 mars, libération immédiate de nos camarades de lutte!

Suite à la journée de mobilisation réussie du 17 mars, qui a rassemblé près de 15000 personnes dans la rue contre la loi travail, le comité de mobilisation de l’Université Paris 8 en grève s'est réuni le 18 mars. Il dénonce les agissements graves des forces de l’ordre qui ont eu lieu hier soir autour et dans le site universitaire de Tolbiac qui visent à réprimer par la force un mouvement de contestation politique et tente une manœuvre policière de décrédibilisation de celui-ci. Plusieurs personnes ont été placées en garde à vue et il y a de nombreux blessés.

Après l’arrivée du cortège de la manifestation appelant au retrait de la loi travail place d’Italie hier soir, un groupe d’étudiants de Paris 8 s’est dirigé vers Tolbiac où était censé avoir lieu une assemblée générale à 18h. Les CRS barraient d’abord les issues de la place et encerclaient les manifestants, mais ont fini par les laisser passer. Le site de Tolbiac était fermé depuis le matin, comme d’autres bâtiments universitaires. Environ 60 manifestants sont passés devant les forces de l’ordre qui les ont laissés faire et ont pu entrer par une porte située rue Baudricourt qui avait été ouverte par une personne de l'administration de l'université. Ils ont rejoint l’amphi. Quelques minutes plus tard, les forces de l’ordre ont refermé la porte en question et se sont préparées à donner l’assaut. Elles ont pénétré dans le bâtiment, ont enfoncé la porte de l’amphi et commencé l’évacuation, frappant avec les matraques au passage des étudiants désarmés qui ne demandaient qu’à sortir calmement. Les étudiants en question se sont retrouvés dehors bloqués entre deux cordons de CRS ou gendarmes mobiles. Une première ouverture dans le dispositif a permis à quelques étudiants de sortir. Ensuite, pour les autres, les forces de l’ordre ont proposé qu’ils puissent sortir en présentant une pièce d’identité, ce que les étudiant ont rejeté en bloc. Finalement, les étudiants ont pu sortir par petits groupes en étant filmés.

Pourquoi et la porte latérale avait-elle été ouverte ? Dans le but de piéger quelques étudiants et espérer des violences de leur part ? Mais les violences ont largement été le fait des forces de l’ordre en l’occurrence...

Dehors, entre 200 et 300 personnes, manifestants qui n’avaient pas pu rentrer et habitants du quartier, déclaraient leur désapprobation face aux évènements en cours devant leurs yeux. Là encore, un impressionnant déploiement de forces de l’ordres, CRS et gendarmes mobiles au milieu desquels agissait la BAC, repoussaient avec les boucliers et frappaient à l’occasion de coups de matraques les manifestants et habitants écœurés de voir les étudiants se faire frapper plus loin et le dénonçant. Dans l'espoir de limiter les preuves de leur violence, ils ont été jusqu'à détruire des appareils photos et des téléphones portables qui avaient servi à filmer les faits.

Nous exigeons la libération immédiate et sans poursuites de Marco, étudiant à Paris 8, et de toutes les personnes arrêtées, et nous réaffirmons notre détermination à lutter contre le projet de loi Travail, jusqu'au retrait.