La ZAD e la guerra civile mondiale

Sat, 14/04/2018 - 09:55
di
Hervé Kempf*

L’attacco del governo contro la Zad ha lo scopo di distruggere la possibilità di vite alternative. E si inserisce in una tendenza mondiale delle classi dirigenti neoliberali d’imporre un potere forte.

2500 gendarmi mobili, dei veicoli blindati, degli elicotteri, dei camion, degli autocarri per bestiame… così come qualche centinaia di celerini a Nantes e a Rennes per proteggere le retrovie… la Francia da lunedì 9 aprile è in guerra. Contro chi? Contro circa duecento persone che vivono in una boscaglia dove fanno il pane, la birra, l’orticultura, e lavorano, parlano, leggono, vanno e vengono. L’apparato militare della Francia, che interviene in Mali, in Siria e in Iraq – senza che il Parlamento ne discuta, contrariamente a quanto prescrive l’articolo 35 della Costituzione – si prepara quindi a invadere la Zad de Notre-Dame-des-Landes.

Conosciamo la logica apparente di questa operazione che qualsiasi essere pensante considererebbe come la manifestazione più acuta di un grande delirio: dopo aver ceduto di fronte a una lotta popolare abbandonando il progetto dell’aeroporto di Notre-Dame-des-Landes, il governo vuole mostrare la sua forza espellendo degli “occupanti illegali”. Raggira le procedure che inquadrano rigorosamente la procedura d’espulsione, rigetta senza discussioni la proposta di gestione collettiva delle terre gestite da dieci anni da questi occupanti, e non ha il minimo progetto concreto d’utilizzo di questa zona dall’ecosistema unico e preservato proprio grazie a coloro che i signori Macron, Philippe, Collomb e Hulot vogliono cacciare.

Questo quartetto brillante potrà così, grazie alle immagini e ai commenti compiacentemente diffusi dai media dei signori Niel, Drahi, Bolloré, Dessault, Lagardère, Bouygues, e “tutti quanti”, mostrare all’opinione ciò che significa “l’ordine” e indicare ai vari movimenti sociali che ribollono nel paese ciò che gli aspetta.

La missione che hanno i 2500 “robocops” è di abbattere la possibilità di vivere diversamente

Ma non è il solo effetto politico che cercano il signor Macron e i suoi sbirri. Il numero spropositato dei mezzi impiegati dimostra che ciò che si vive alla Zad minaccia l’ordine neoliberale di cui loro sono i brutali promotori: la possibilità di esistere diversamente, di cercare la cooperazione più che la competizione, di organizzarsi senza gerarchia fra gli esseri viventi, di risolvere i conflitti senza polizia né giustizia, di condividere il comune in armonia con ciò che chiamiamo “la natura”, di sostentarsi sobriamente, di uscire dall’assoggettamento del denaro… Ci riescono alla Zad? Non possiamo dirlo. Ma ci si prova realmente e molti fatti dimostrano che lì c’è veramente una magnifica alternativa, una finestra aperta nel muro asfissiante del capitalismo. La missione che hanno i 2500 “robocops” è di abbattere la possibilità di vivere diversamente.

Bisogna spingersi ancora più lontano. Ciò che succede a Notre-Dame-des-Landes si inserisce in una guerra generale condotta dall’oligarchia contro i popoli. L’attualità più recente ci ha appena mostrato come il portaparola dei poveri del Brasile, Lula, sia stato imprigionato alla fine di una procedura giudiziaria inaudita, o come lo stato israeliano uccida dei manifestanti e dei giornalisti nella striscia di Gaza. Non sono che le ultime scintille di un’ondata mondiale continua d’autoritarismo da parte delle classi dirigenti. Quasi tutta l’America latina (Brasile, Cile, Argentina, Perù, Guatemala…) è caduta in balia di regimi duri che applicano la ricetta neoliberale. In Cina, il presidente Xi Jinping ha recentemente rinforzato il suo potere. In Russia, Putin regna soffocando ogni opposizione. Negli Stati-Uniti, Trump prosegue la sua politica di deregolamentazione finanziaria e ambientale senza contropoteri reali. In Egitto, nelle Filippine, in Polonia, in India, in decine di paesi, ritroviamo questa combinazione di un potere forte, che difende gli interessi dell’oligarchia e che distrugge l’ambiente a favore della crescita. L’Europa evolve sempre di più verso questo nuovo modello d’oligarchia autoritaria. È in realtà una guerra civile mondiale, una guerra che le classi dirigenti combattono contro dei popoli inebetiti dalla globalizzazione, e contro le frazioni che riescono ancora a opporsi alla strategia dello choc seguita dai capitalisti.

80 tonnellate di CO2 all’anno: i veri criminali

Una cifra indica che la battaglia non è soltanto una lotta sociale, ma una vera e propria guerra sull’avvenire dell’umanità su un pianeta in preda a una crisi ecologica storica: i membri del gruppo dell’1% più ricco del pianeta emettono in media ogni anno 80 tonnellate di CO2, cioè nove volte di più della media della popolazione mondiale (6,2 tonnellate). In altre parole, i più ricchi sono i più inquinanti. E vista la gravità del cambiamento climatico e dei suoi impatti prevedibili, possiamo dire che questi emettitori di 80 tonnellate di CO2 all’anno sono veramente dei criminali.

Ciò che promuovono le oligarchie è la possibilità di mantenere un sistema in cui nuocciono all’interesse generale. Perché il cuore dell’interesse generale, in quest’inizio del XXI secolo, è la questione ecologica, il cui esito regolerà le condizioni d’esistenza dell’umanità. È quasi ironico che il loro attacco del momento prenda di mira un luogo dove si cerca precisamente di trovare delle vie – fra le altre – per vivere in un modo che non alteri il clima.

Ecco perché i signori Macron, Philippe, Collomb et Hulot, che preservano gli interessi delle 80 tonnellate l’anno, sono anch’essi criminali, ed ecco perché bisogna difendere la Zad.

*Fonte articolo: https://reporterre.net/La-Zad-et-la-guerre-civile-mondiale
Traduzione a cura di Marco Marchese