Viareggio non si vende. Sul corteo del 4 giugno

Wed, 08/06/2016 - 10:55
di
Communia Viareggio e Versilia

Il lungo percorso di “Viareggio non si vende” ha visto nella tappa del 4 giugno un momento importante per lo sviluppo e il rafforzamento di una lotta che sta unendo diverse vertenze del mondo del lavoro, della difesa dell'ambiente, della difesa dei beni comuni e dei servizi, ma che soprattutto prova ad immaginare un'altra idea di città. Una città dove le vite delle persone valgano di più dei profitti dei soliti noti.

Il percorso era iniziato a marzo con un'assemblea in difesa degli spazi sociali al SARS ed era proseguito con altre assemblee ad aprile e maggio che avevano visto la partecipazione di decine e decine di persone. Lavoratori delle piscine, lavoratori della sanità, disoccupati, sfrattati e occupanti di case, comitati ambientali, sindacalisti dei COBAS e dell'opposizione di sinistra in CGIL, militanti dei centri sociali e altri si sono incontrati e hanno dato vita a pratiche unitarie per difendere Viareggio dall'ennesimo attacco delle politiche neoliberiste.

Negli ultimi dieci anni a Viareggio si sono persi migliaia di posti di lavoro, sono state chiuse decine e decine di attività e moltissime persone sono finite sotto sfratto.
Il fallimento delle amministrazioni che si sono susseguite, siano esse di centrodestra o centrosinistra, è sotto gli occhi di tutti. La giunta Del Ghingaro al di là delle promesse elettorali si colloca in stretta continuità con chi la ha preceduta e approfittando del dissesto vorrebbe privatizzare beni pubblici e servizi essenziali magari favorendo quei poteri forti che lo hanno sostenuto in campagna elettorale.

Partendo da queste solide premesse si sono dati appuntamento in tante e tanti il 4 giugno in piazza Margherita. Fin dalle 16 sono giunte centinaia di persone che hanno ascoltato l'intervento introduttivo, che hanno visto striscioni e cartelli colorati e che hanno subito capito che non si trattava di un semplice presidio di protesta contro Del Ghingaro, Rossi e Renzi ma qualcosa di più.

Alle 17.30 aperto dallo striscione “Viareggio non si vende” s'è mosso un colorato e vivace corteo composto da centinaia di persone motivate dal dire no alla svendita del patrimonio pubblico a chiedere che Centro Congressi e Porto rimangano pubblici e che nessun posto di lavoro vada perso. I partecipanti al corteo hanno alzato slogan e distribuito migliaia di volantini per chiedere la riapertura della piscina, per dire no allo sgombero del centro sociale SARS, e la legalizzazione delle case recuperate grazie alle occupazioni della Brigata Sociale Antisfratto.
Dal corteo si è alzata forte le richiesta di dimissioni per l'assessora al sociale e allo sport Sandra Mei ritenuta inadeguata a risolvere i problemi che affliggono la città.

Dietro allo striscione “Viareggio non si vende” c'era lo striscione Kid Block ovvero i bambini delle case occupate, anche se noi preferiamo dire delle case recuparate. Poi il sound, un furgone che mandava le note di canzoni di lotta. Oltre agli occupanti delle case e al centro sociale SARS, che da oltre 13 anni porta avanti le sue lotte in difesa dell'ambiente e per i diritti sociali, c'erano i lavoratori delle piscine che si lamentavano per le mancate promesse della giunta, e poi gli utenti della piscina. A metà del corteo c'era uno spezzone artistico costruito dall'Officina Dada Boom e dal Cantiere Sociale. Dietro il loro striscione che parlava di autogoverno del quartiere c'erano 15 carrelli mobili che esponevano istallazioni artistiche, e poi i trampolieri e i musici.

Le questioni dell'autogoverno, dell'autorganizzazione e dell'autogestione sono questioni di rilevanza strategica per il futuro di queste mobilitazioni. In piazza anche molti lavoratori, da Riccardo Antonini, il ferroviere licenziato da Mauro Moretti, che da anni si batte per avere verità e giustizia per la strage di Viareggio, all'infermiera Gina De Angeli, condannata a 2.500 euro per essersi battuta a fianco delle lavoratrici della Dusmann Service. Presenti anche il comitato della antenne che ha denunciato il ruolo nefasto dell'elettromagnetismo per la salute dei cittadini. Il corteo è stato ricco di interventi e, dalle finestre, la gente applaudiva al passaggio. Alcuni hanno esposto anche striscioni di sostegno dai balconi. Presenti, pure, molti migranti con i loro bambini a voler dimostrare che anche loro sono pronti a difendere Viareggio dalle mani di chi vuole accaparrarsene le risorse. La Viareggio meticcia, precaria, quella che resiste ha dato vita ad una intensa giornata di lotta e siamo sicuri che questo è solo il primo passo di una lunga camminata.