Viareggio in difesa degli spazi sociali

Mon, 14/03/2016 - 10:57
di
Communia Viareggio e Versilia

L'assemblea promossa dalla Brigata Sociale Antisfratto e dall'Unione Inquilini, lo scorso 11 marzo, presso il centro sociale SARS ha visto una ampia partecipazione di persone che hanno discusso attorno al tema: “Come difendere gli spazi occupati”.
Il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro ha messo sotto attacco gli spazi occupati, siano essi ad uso abitativo - in città la sola Brigata Sociale Antisfratto ha una quindicina di case occupate - siano centri sociali - come il SARS, che da tredici anni porta avanti le proprie attività sociali, ricreative fuori da logiche di mercificazione e omologazione.
La città di Viareggio, come altre città, risente della crisi economica e in più deve fare i conti con il dissesto delle casse comunali. L’esplosione della crisi finanziaria ha avuto conseguenze drammatiche sull’economia reale e sul tessuto sociale anche nel nostro territorio: sono stati persi centinaia di posti di lavoro nella cantieristica navale ma anche nel turismo.
Questo ha comportato da una parte la drastica diminuzione del reddito per molte famiglie, e dall’altra un'impossibilità crescente di poter far fronte al costo della vita, in primis quello relativo alla casa.

Finalmente nel 2012 è stata approvata una legge sulle morosità incolpevoli che però è tutt’ora uno strumento ancora largamente insufficiente per fronteggiare il dramma dell'emergenza abitativa. Inoltre preme sottolineare come le istituzioni pubbliche a tutti i livelli, in primis il comune di Viareggio, siano totalmente incapaci di attuarla.
In un quadro drammatico caratterizzato da disoccupazione crescente, peggioramento delle condizioni lavorative, devastazione del territorio, speculazione ed emergenza abitativa si pone l'attacco dell'attuale amministrazione comunale agli spazi occupati.

Da anni c'è chi, non credendo alle illusioni, ha deciso di autorganizzarsi, come la Brigata Sociale Antisfratto che sta provando a dare risposte alle centinaia di famiglie che hanno fatto richiesta per una casa popolare, che si trovano sotto sfratto o peggio ancora a dormire all'addiaccio. Il percorso di lotta portato avanti in questi anni, fatto di picchetti anti-sgombero, iniziative di sensibilizzazione, incontri e mobilitazioni, centrato sulla consapevolezza che la casa è un diritto di tutti, ha portato a decine di occupazioni abitative.
Ci preme sottolineare che tutte le abitazioni che ad oggi ospitano uno o più nuclei famigliari, spesso con minori, non sono abitazioni di edilizia privata o popolare, bensì immobili pubblici (demanio, Ferrovie dello Stato, o proprietà comunali) lasciati in stato di abbandono per anni, spesso in condizioni a dir poco fatiscenti, che sono state faticosamente recuperate, ristrutturate e rese abitabili dalla generosità delle compagne e dei compagni.
La nuova giunta comunale guidata da Giorgio Del Ghingaro ha fatto del “ripristino della legalità” il proprio cavallo di battaglia provando a far credere che i problemi economici del comune di Viareggio siano da imputare all’illegalità, alle occupazioni, ecc.

A noi sembra chiaro quale sia il suo vero progetto: svendere il patrimonio pubblico a grossi gruppi privati, così da rimpinguare le casse comunali e soddisfare gli interessi speculativi dei poteri forti che hanno sostenuto la sua candidatura.
Sono arrivate lettere di sgombero a case occupate, al centro sociale SARS e ad associazioni di volontariato che da anni sono ubicate gratuitamente in spazi comunali.
Non solo esprimiamo a tutti i soggetti sotto sgombero la nostra solidarietà, non solo critichiamo un sindaco che continua a portare avanti una politica fatta di tagli e privatizzazioni, ma ribadiamo il nostro impegno e la nostra internità a questo movimento di autorganizzazione e lotta sociale. Nessun spazio dovrà essere toccato. Come Communia Viareggio saremo al fianco di chi difende gli spazi, per questo abbiamo partecipato all'assemblea del 11 marzo e con lo stesso spirito unitario parteciperemo all'assemblea del 2 aprile dove dovrebbero essere decise quali forme di mobilitazioni intraprendere.