Per un autunno di lotte costituenti

Mon, 11/07/2016 - 17:43
di
Communia Network

Sabato 9 abbiamo raccolto l'invito di Massa Critica, rete napoletana delle assemblee popolari, partecipando all'assemblea nazionale per un autunno di lotte costituenti contro le riforme renziane.
Diversi nodi del network Communia hanno partecipato all'incontro, portando anche la loro internità in diverse esperienze di movimento (come DecideRoma, Fuorimercato, Sfrutta Zero...). Esperienze plurali che cercano di ricorìstruire nei diversi territori il necessario tessuto di analisi e mobilitazione sulla gestione della città.

La partecipazione è stata altissima nei numeri (più di 300 persone) e decisamente qualificata negli interventi (rappresentativi delle lotte di tante città). Un'assemblea che ha dimostrato di essere consapevole che non si tratta più di mettere la firma a un ciclo di lotte stagionali, nè di opporsi a Renzi nei termini classici di convocazioni estemporanee che rappresentino un conflitto di poche ore. Costruiremo tutti insieme un autunno di lotte contro la riforma costituzionale ma per aprire una fase di mobilitazione permanente e costituente, mettendo in gioco anche le forme del confronto politico fra gli animatori dei movimenti sociali, forme che da anni richiedono un inversione di tendenza netta.

Ci opporremo alla riforma di costituzionale per opporci al complesso di politiche dell'austerità, che soltanto negli ultimi due anni hanno avuto il volto di Matteo Renzi. Lo manderemo a casa ma non saremo disposti (elemento emerso con decisione a Napoli) a guardare i cocci della politica istuzionale, specie di pseudosinistra, mentre ricostruiscono gli scenari governativi e parlamentari utili a sopravvivere come ceto politico/burocratico e a garantire sempre gli stessi interessi.
La battaglia sulla Costituzione vivrà di momenti differenti e non punterà a difendere la costituzione del fiscal compact e del pareggio di bilancio, ma a riscrivere collettivamente le regole della gestione della cosa pubblica, partendo dalle esperienze locali e cittadine (di cui Napoli è il principale laboratorio) per rimetterle in gioco a livello nazionale.

I tempi della vecchia politica stanno finendo, non soltanto nelle aule dei consigli comunali ma anche nelle strade e nelle piazze...è tempo di riscrivere gli spartiti della politica e dell'autorganizzazione, e non intendiamo perdere questa occasione

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Pubblichiamo il comunicato finale dell'assemblea

1.1 Il voto delle elezioni amministrative
Le elezioni amministrative di giugno 2016 hanno dimostrato che la linea del “partito della nazione” di Matteo Renzi, è oramai inattuabile. E’ ormai evidente un calo trasversale dei consensi del PD da nord a sud, in alcuni casi una vera e propria debacle. Parallelamente all'aumento netto dell'astensionismo, anche il termometro sociale emerso con il voto a Roma e Torino in parte ed a Napoli ha dimostrato il rigetto delle politiche di svendita del patrimonio pubblico, di devastazione ambientale, di sfruttamento e precarietà sociale che vuole essere applicato agli spazi metropolitani e non solo.

1.2 La crisi dei soggetti politici classici e l’esigenza di nuovi riferimenti politici e sociali.
I dati emersi da questa tornata elettorale hanno evidenziato una crisi profonda dei soggetti politici classici, e non si può glissare la problematicità di una grossa astensione alle urne, non organizzata sul terreno della mobilitazione.
E’ evidente perciò la necessità di doverci porre come riferimento politico e sociale per tutti coloro che oggi soffrono le conseguenze disastrose della crisi, alle classi subalterne che sono ai margini del sistema in cui non sono chiaramente rappresentanti.
A Roma, Napoli, Taranto e non solo, si sviluppano perciò esperimenti per irrompere nei processi di decisionalità politica mettendo al centro gli interessi dei settori sociali inascoltati attraverso le assemblee degli abitanti nei vari quartieri della città. Queste “anomalie” non sono riproducibili in modo uniforme sul territorio nazionale.
Varie sono le realtà in Italia che oggi giorno parlano di alternative dal basso, ed è proprio per questo che auspichiamo l’apertura di un dibattito stimolante e nuovo.

1.3 Le prospettive, il rapporto centro/periferia, e la rete delle città ribelli
La prospettiva è la costruzione di una rete di città ribelli che guardi all’autunno, ma che allo stesso tempo cerchi di andare oltre lo scadenzismo classico di movimento.
Su questo discorso crediamo sia necessario far partire proprio dalle periferie dei tessuti metropolitani interessati processi di mobilitazione sociale che siano linfa per i processi di radicalizzazione e creazione di luoghi e spazi, come si sta sperimentando a Napoli con le assemblee popolari, che sappiano ribaltare i processi di decisionalità imponendo le scelte politiche rispetto al governo delle città iniziando dalle amministrazioni locali.
Si tratta di saper cogliere dialetticamente l'opportunità data dal quadro di caos generato dall'elezione spingendone in avanti tutte le contraddizioni invece che restare a guardare gli eventi: iniziando dalla rottura dei patti di stabilità non rispettandoli.
Un elemento emerso durante il momento nazionale della “Carovana delle periferie”, in cui sindacati di base e abitanti dei quartieri di tante città d’Italia riflettevano proprio sul rapporto centro/periferia e le esperienze di lotta territoriali.
Le sperimentazioni in atto sul piano conflittuale e dialettico tra movimenti/istituzioni in tante città d’Italia costituiscono sicuramente un’opportunità per chi cerca di far emergere ed organizzare le contraddizioni sui territori governati dal sistema neoliberale: per invertire realmente il processo decisionale dall’alto verso il basso è necessario che l’esperimento delle assemblee di quartiere sia in stretta connessione con le lotte sociali e viceversa, cercando di costruire un’ “opposizione propulsiva” in grado di produrre conflitto sociale ma anche mezzi, strumenti e conoscenze per costruire proposte di alternativa politica attorno al quale aggregare ed accumulare nuove forze.

1.4 Il referendum costituzionale di ottobre.
Vogliamo allargare lo spettro di questo discorso anche alla questione del referendum di ottobre sulla costituzione, che attualmente sembra configurarsi come la contrapposizione tra il partito del “Sì” - tra le cui fila il Premier cerca di riconfermare il suo consenso nazionale per trattare con l’Europa sul patto di stabilità - e il partito del “No” - dove vecchi pezzi del centrosinistra cercano di riabilitarsi politicamente dopo che hanno votato loro stessi misure vergognose come il patto di stabilità pochi anni fa.
Pensiamo invece che questo referendum sia un’occasione per aprire un dibattito sulla riscrittura della Costituzione formale e materiale del paese a partire da quelle che sono le lotte reali nel paese (dalla lotta per la casa, passando alle resistenze territoriali, fino a quelle della logistica) dal rifiuto della compatibilità con la catena del comando capitalista della fortezza europea, da un nuovo sistema di diritti sociali e di tutele universali.
E’ necessario far ripartire il conflitto sociale: pensiamo siano questi gli unici elementi che possono evitare manovre politiche reazionarie sul tema del referendum e del nuovo assetto costituzionale che si sta palesando.
Il nostro “no” deve essere una negazione rivolta non solo a questa nuova architettura costituzionale, ma anche alle politiche attuate e messe in campo per gli effetti della crisi del 2008 .
Queste misure sono state la premessa di questa modifica costituzionale, premessa senza la quale, non si sarebbe palesata la necessità di formalizzare le istituzioni dello stato in senso neoliberale.
Per noi è un “no” al Jobs Act, un “no”al decreto Madia, un “no” alla Buona Scuola e all’alternanza scuola/lavoro, un “no” alle politiche di devastazione territoriale, e un “no” a questa “fortezza europea” fatta di confini e steccati.
Per noi è un "no" costituente di nuovi spazi di democrazia radicale.
Su questo tema riteniamo molto interessante il dibattito che si produrrà il 16 e il 17 luglio in Val Susa e per cui ci impegniamo ad essere presenti per condividere quest’appello.

1.5 Le città ribelli, il referendum, i temi sociali: stimoli per l’ideazione e la costruzione di un nuovo alfabeto delle lotte.
E’ necessario proprio per questo che la rete di città ribelli fatta di realtà di base, reti sindacali e di mutualismo, le assemblee degli abitanti delle città costruisca un proprio vocabolario per affrontare la stagione referendaria a partire da oggi condividendo strumenti, metodi e analisi.
Tra gli strumenti di cui ci doteremo per attraversare la campagna referendaria non escludiamo la presenza di date di convergenza nazionale, ma siamo convinti che questa possa essere un’ occasione per incidere all’interno di processi politici di largo respiro a partire dai territori sociali nei quali abitiamo e lottiamo.

1.6 Una convocazione nazionale a il 3-4 settembre a Napoli
Pensiamo perciò che ci debba essere un nuovo momento di confronto il 3 e 4 settembre 2016 a Napoli aperto a tutti coloro che sono interessati a riaprire un processo permanente di opposizione sociale attraversando tutti i momenti potenzialmente conflittuali convocati oggi a partire dagli interventi fatti.

DATE
12 Luglio 2016 – Corteo per Emmanuel contro ogni forma di razzismo a - Fermo nelle Marche
16-17 Luglio 2016 “Incontriamoci in Valle di Susa” - No Tav
3 - 4 Settembre 2016 Assemblea Nazionale a Napoli - “A Settembre costruiamo insieme l’autunno delle città ribelli”
24 Settembre 2016 – Ad un anno dal decreto di Matteo Renzi gli abitanti di Napoli e Bagnoli saranno a Roma per delegittimare il commissariamento sul loro territorio.
28-1 Settembre 2016 – Assemblea pubblica sul tema delle quattro Giornate di Napoli per una nuova Resistenza.
Fine Settembre/Inizio Ottobre 2016 - Sciopero Generale dell’ USB (Unione Sindacale di Base)
Metà Ottobre - Corteo nazionale contro la legge Bossi/Fini sull’immigrazione