Il nostro bilancio di Expo. Intervista a Wolf Bukowski

Tue, 03/11/2015 - 18:25
di
Piero Maestri

Expo2015 ha chiuso i battenti con la celebrazione del suo "formidabile successo internazionale", che ha riportato la risorta "capitale morale" al centro del mondo.
Ma, come diceva Alessandro Bergonzoni, non è tutto oro quello che luccica, alcune sono carie...
I conti delle presenze e degli incassi è ancora tutto da scoprire, se mai si potrà sapere, ma indubbiamente "dopo 540 mila articoli" (come ha scritto il fattoquotidiano) dobbiamo riconoscere che la kermesse milanese ha ridato fiato ad una classe politica locale e nazionale che solo due anni fa sembrava avviata ad una crisi irreversibile. E ha rilanciato alla grande le narrazioni del "food" e del business del cibo e dell'agricoltura.
Il movimento NoExpo non è stato in grado di contrastare davvero questo "successo", anche se le denunce e le analisi di cosa sarebbe stata questa manifestazione (debito, cemento, precarietà, emergenza al governo, infiltrazioni e corruzione) sono state tutte confermate.
Per questo, noi che ci siamo orgogliosamente definiti Gufi NoExpo oggi non rosichiamo affatto, e affidiamo alla riflessione e alle pratiche alternative il messaggio che abbiamo provato a far circolare in questi anni.