Dopo "le giornate di San Lorenzo": da dove ripartiamo

Thu, 15/11/2018 - 08:56
di
Communia Roma

Ormai sono passate almeno due settimane da quel martedì sera in cui abbiamo appreso della tragedia di Desirée Mariottini. Da quella sera, le successive 96 ore sono state un piccolo tsunami che ha modificato in maniera (forse) permanente l’esistenza del quartiere lasciando una cicatrice indelebile con cui gli abitanti del quartiere, le associazioni, gli spazi sociali e le istituzioni dovranno fare i conti nei prossimi mesi/anni a venire.

Prima di prendere parola pubblicamente, abbiamo deciso di prenderci del tempo per analizzare le cose “a mente fredda” in modo di avere una visione che riesca ad andare anche oltre la tragedia che ha coinvolto una giovane ragazza di 16 anni e che riesca a tracciare anche dei piani di lavoro da attuare nelle prossime settimane e mesi.

IL QUARTIERE

In queste settimane si parla di San Lorenzo come di un quartiere abbandonato a se stesso, ostaggio di bande di spacciatori e della criminalità organizzata, in cui la violenza e il malaffare imperversano in tutte le strade. Un territorio in cui è pericoloso uscire, che ha perso la sua anima di sinistra proletaria e operaia in cui l’estrema destra comincia ad attecchire, data l’incapacità delle forze di sinistra di rispondere ai bisogni e necessità del tessuto sociale.

Ebbene, lo diciamo chiaramente, San Lorenzo non è il Bronx, non è un quartiere della periferia di Nuovo Laredo o di qualche villaggio posto sulle alture del Sinaloa. Come hanno già ampiamente spiegato altri articoli usciti nelle scorse settimane, San Lorenzo è un quartiere che subisce le contraddizioni di una politica speculativa portata avanti dalle Istituzioni che, giocando sulla parola “degrado/abbandono”, stanno trasformando il tessuto sociale e urbanistico del quartiere, espellendo di fatto le attività storiche nonché gli abitanti (storici anch’essi) del quartiere, favorendo quei processi di gentrificazione che puntano a fare del quartiere un “non luogo” fatto di locali, loft per giovani precari e Student Hotel per giovani facoltosi. Un quartiere “divertimentificio” che ha il proprio polo attrattivo nell’ex Dogana, dove migliaia di giovani si riversano ogni settimana.

A San Lorenzo hanno dovuto chiudere attività produttive, culturali; fino a pochi anni fa esistevano la cooperativa Parsec e il progetto Nautilus che si occupano ad esempio di riduzione del danno da uso di sostanze. A San Lorenzo non è presente un consultorio.

Tuttavia San Lorenzo non è solo questo...

CONTRO LA POLITICA DELL’ABBANDONO

Via dei Lucani, è la strada che delimita quello che tuttora è chiamato “Borghetto degli Artigiani”, una zona in cui una volta si svolgevano molte attività produttive del quartiere. Il perimetro che va da Via dei Lucani a via dello Scalo San Lorenzo sino a Via di Porta Labicana è oggetto di un’operazione di speculazione edilizia da parte di più costruttori. Tali progetti, per inadempienze economiche, per illeciti di natura amministrativa da parte di vari costruttori, sono bloccati da anni, e questo quadrante è pieno di costruzioni interrotte e posti abbandonati.

Uno di questi posti è appunto lo spazio di mutuo soccorso Communia, che era abbandonato da anni e che abbiamo occupato, di fatto, riconvertendo lo spazio – all’epoca luogo di spaccio e di traffici illeciti – come luogo di mutuo soccorso, restituendolo al quartiere. Oggi chi viene a Communia sa che al posto dell’abbandono, della marginalità sociale e del traffico di sostanze, troverà un’aula studio e biblioteca autogestita, una sartoria migrante, una scuola d’italiano, d’inglese, un corso di tai-chi e di ableton, un punto di assistenza legale. Chi viene a Communia sa di trovare un’assemblea che si riunisce tutti i lunedì per programmare iniziative politiche e culturali e un collettivo femminista che si vede tutti i mercoledì.

Se non avessimo occupato le ex officine Piaggio, probabilmente Communia sarebbe stato un “non luogo” non molto diverso da quello stabile presente su Via dei Lucani, un posto in cui la disperazione, la tossicodipendenza, la violenza e lo spaccio avrebbero fatto da padroni. La situazione di Via dei Lucani non è stata un fulmine a ciel sereno ma ripetiamo, è il frutto delle politiche di speculazione e abbandono che va avanti da anni. Già l’inverno scorso abbiamo più volte segnalato (in vari modi) la situazione di marginalità sociale presente tra via dello Scalo e via dei Lucani, chiedendo in più di un’occasione alle Istituzioni comunali e municipali di intervenire predisponendo un piano di assistenza sociale, ma a fronte di tali richieste abbiamo avuto solo risposte evasive e poco concrete.

Così Communia, come gli altri due spazi sociali del quartiere – Cinema Palazzo ed Esc – fanno parte di una rete sociale e di servizi che coinvolgono tra l’altro la polisportiva Atletico San Lorenzo, la Palestra Popolare, l’associazione Grande Cocomero, l’Anpi e le associazioni di genitori del quartiere che, di fatto, con il proprio lavoro politico e sociale occupano lo spazio abbandonato dalle Istituzioni, producendo esperienze che, partendo dal “far da sé solidale”, cercano di colmare l’assenza di quest’ultime che a oggi non danno più risposte ai bisogni e alle necessità di tutte le persone che attraversano il quartiere.

A San Lorenzo, grazie alle realtà che compongono la Libera Repubblica e la rete “San Lorenzo Solidale” puoi fare sport gratuito, trovare un’osteria popolare, attività doposcuola per minori, puoi accedere a corsi di lingua, avere assistenza legale gratuita, puoi accedere a iniziative culturali e sociali, puoi avere un’aula studio, dove studiare fino a tarda sera, prelevare libri e condividere materiale didattico gratuitamente. San Lorenzo rimane un quartiere resistente in cui vivono e si rinnovano esperienze virtuose che fanno della solidarietà, del rispetto, del riconoscimento reciproco e della tutela dei più deboli il proprio modo di esistere.

ANDARE AVANTI GUARDANDO INDIETRO: DA DOVE RIPARTIRE?

Il terribile femminicidio di una giovane di soli 16 anni ha fatto emergere in maniera drammatica tutti i problemi che rischiano di soffocare questo territorio, un territorio ancora vivo e reattivo, ricco di vitalità, di esperienze virtuose e di un tessuto sociale che non cede alla retorica del “degrado” e della “caccia al negro”; un quartiere che non accetta l’operazione di sciacallaggio tentata dal ministro Salvini e dai fascisti di Forza Nuova, prontamente cacciati.

In queste settimane abbiamo visto e attraversato un quartiere militarizzato, dallo scenario spettrale, in cui per via “dell’emergenza sicurezza e spaccio di eroina”, sono state svolte dalle forze dell’ordine operazioni volte a sanzionare il consumo di alcolici e a fare inutili controlli all’interno di spazi sociali, com’è accaduto alla Palestra Popolare qualche giorno fa.

Pensiamo che la strada che le Istituzioni e le forze dell’ordine stanno perseguendo, oltre ad essere inutile, è altresì dannosa. Il ritorno sotto i riflettori del consumo di eroina e di crack, non si combatte vietando qualche birra in giro, così come non sarà qualche pattuglia a evitare violenza di genere che imperversa tanto nelle case quanto in mezzo alla strada.

Pensiamo che per combattere i problemi che attanagliano San Lorenzo bisogna in primo luogo bloccare i progetti di speculazione che avvengono nel quartiere, quindi vogliamo che si possa discutere in maniera partecipata dei progetti che riguardano il quadrante Scalo San Lorenzo – Via dei Lucani affinché ci sia un processo di riqualificazione della zona che risponda alle esigenze dei cittadini e non alle logiche del profitto; rientra in tale dibattito anche il riconoscimento legale e la tutela dello spazio di Communia.

In secondo luogo pensiamo sia necessario mappare e individuare la mancanza di servizi all'interno del quartiere. Lo diciamo da anni: a San Lorenzo non servono nuovi appartamenti né nuovi locali, bensì biblioteche, librerie, un consultorio, verde pubblico e ulteriori strutture sportive, nonché locali messi a disposizione alle associazioni di promozione culturale e sociale.

In terzo luogo pensiamo sia necessario aprire una discussione e una campagna sul consumo di sostanze, poiché per quanto pensiamo che sia necessario sostenere che a “San Lorenzo l’eroina non è tollerata”, sappiamo che ciò non è di per se sufficiente ad affrontare il problema. Abbiamo, infatti, bisogno del finanziamento di progetti territoriali che si occupino della gestione delle dipendenze e della riduzione del danno, poiché continuare a fare finta di niente o a derubricare tale problema come di ordine pubblico, magari facendo operazioni di “bonifica” che esclusivamente allontanano chi soffre di dipendenza dal nostro “campo visivo”, non ci proteggerà da eventuali tragedie future come quelle avvenute qualche settimana fa. Ci sentiamo di fare nostre le parole espresse da un cittadino del quartiere qualche giorno fa che esclamava “non è che mettendo fuori legge l’influenza poi questa ti passa”!

I tre punti sollevati sono stati oggetto di un primo momento assembleare che si è svolto a Communia il 9 novembre tra i cittadini e le cittadine del quartiere, realtà sociali, associazioni e i rappresentanti municipali. Nelle prossime settimane potremo verificare se oltre i proclami e le promesse ci sarà la reale disponibilità di voler affrontare i problemi che ormai da anni sono presenti nel quartiere e che solo per via di una terribile tragedia è stato possibile discutere.