#StaffettaVersoIdomeni #1 A una settimana dallo sgombero

Mon, 30/05/2016 - 11:02
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Staffetta verso Idomeni

Pubblichiamo il primo resoconto della staffetta di CommuniaNet partita il 29 maggio per la Grecia e che fino al 2 giugno monitorerà la situazione e le condizioni di vita delle migliaia di persone deportate o parcheggiate nei campi governativi.
Gli aggiornamenti della staffetta si possono seguire in diretta su facebook e su twitter.
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Una settimana dopo lo sgombero la situazione nelle vicinanze di Idomeni e Thessaloniki rimane “tragica”. Nel giro di pochi giorni tutti i volontari e gli attivisti presenti a Idomeni sono stati costretti a lasciare la zona. Alcuni però sono rimasti dentro a filmare, mentre la gente veniva obbligata a salire sugli autobus diretti ai campi militari. Alle loro spalle i caterpillar erano già pronti a distruggere tutto quello che era stato creato in mesi e mesi. Da Giovedì scorso le 8.600 persone che popolavano Idomeni sono state smistate in diversi campi attorno a Thessaloniki.

Le caratteristiche di questi campi sono la divisione per nazionalità (afghani, siriani-arabi, siriani-curdi e iracheni), la location (sempre in zone industriali o comunque lontane dai centri abitati), e le strutture. Si tratta quasi sempre di magazzini o fabbriche dismesse o aree militari adattate per l’occasione: in quasi tutti i centri le tende militari sono state montate all’interno degli hangar presenti oppure fuori nelle enormi piazzole dove i bambini giocano sull’asfalto sotto il sole che sfiora i 30 gradi.


Le carenze nel campo sono numerose: sono presenti solo bagni chimici, la maggior parte delle volte in numero non sufficiente per tutti\e, e le docce non hanno acqua calda; la pulizia del campo è scarsa o addirittura assente, e i presidi medici sono insufficienti, date le esigenze. In tutto ciò si continua a sperare che in questi campi la presenza delle istituzioni possa portare qualche miglioramento nelle procedure di ricollocamento o di richiesta asilo, speranza spesso vana data la mancanza di notizie e informazioni.


La nota più stridente è la modalità con cui tutti i rifugiati sono stati collocati in strutture non adeguate e non soddisfacenti. Ma quello di cui tutti\e si lamentano è la mancanza di volontari indipendenti e associazioni (oltre all'assenza di giornalisti), che in questo momento non possono entrare nei campi senza autorizzazione. Non riuscire a portare beni di prima necessità, raccogliere informazioni o semplicemente regalare un sorriso è una mancanza fondamentale, considerato che il campo di Idomeni esisteva solo grazie all’autorganizzazione dei volontari e dei rifugiati.

Questo è il contesto generale. In queste ore il governo greco vuole sgomberare gli altri campi non ufficiali presenti nella zona di Polycastro-Idomeni, campi tutti messi in piedi in stazioni di servizio: La Eko station occupata da circa tre mesi da circa 1.500 tra siriani e iracheni; l’Hotel Hara, dove sono presenti più di 600 persone tra siriani e afghani; la BP Station, con circa 300 tra siriani, pakistani, marocchini e algerini.

La tensione è alta, si pensa che lo sgombero possa avvenire nelle prossime ore o nei prossimi giorni data la presenza sempre più numerosa di polizia. Questo sta spingendo sempre più persone a contattare i trafficanti per cercare di partire al più presto, addirittura questa stessa notte. Numerose le persone che decidono di dirigersi verso la Macedonia portando con sé solo uno zaino in spalla, o verso Salonicco dove l’accordo tra Europa e Turchia ha fatto aumentare gli incassi di chi specula su questa crisi umanitaria.
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Ecco una galleria di foto che contribuiscono a documentare le condizioni di vita nei campi.