Verso Idomeni: Staffetta di monitoraggio e solidarietà

Sun, 29/05/2016 - 12:23
di
Communia Network

Le immagini dello sgombero del più grande campo profughi d’Europa, quello di Idomeni in Grecia, hanno fatto il giro del mondo ma forse non hanno generato lo stesso sdegno di quelle degli scontri, delle reti abbattute, delle donne che partorivano in tenda, dell’attraversamento del fiume con una corda per andare in Macedonia. Immagini di repressione e deportazioni di massa, fotogrammi scuri, tristi, pesanti, dure come la tragedia che stanno vivendo sulla pelle migliaia di persone in fuga da guerra, fondamentalismi e povertà. Corpi di polizia antisommossa che girano tra le tende, buldozer che abbattono le strutture autocostruite da migranti e volontari, camion che investono tende, fumo e resti di una fuga, pullman bestiame carichi di persone dirette nei campi militari o nelle città greche per essere rimpatriati. 8.600 migranti spostati come pacchi in vecchie fabbriche abbandonati in mezzo al nulla o nei campi blindati dove media ed attivisti non possono entrare, non devono vedere. Proprio così, quello che l’Europa chiede all’ormai fedelissimo Tsipras è di interrompere quel flusso di immagini che mettono a nudo l’orrore di un Europa razzista, xenofoba e chiusa in se stessa. L’Europa fortezza. Foto, video e testimonianze che denudano il Re e tutta la corte, che svelano l’ipocrisia di un progetto politico continentale pensato per la sola circolazione di merci e capitali, ma non di persone, non di tutte. La retorica di un’Unione Europea dei diritti, fatta di declaration, di vertici sull’infanzia, contro la povertà, di fondi europei per i rifugiati e di commissioni parlamentari contro il razzismo, spazzata via per l'ennesima volta in un secondo dalle potenti immagini del treno merci macedone che attraversa il confine scortato dalla polizia e migliaia di persone allontanate con i gas lacrimogeni.

Ma l’Europa è anche ben altro, e Idomeni è stato anche un importante laboratorio di solidarietà internazionale, che ha visto partecipare centinaia di volontari indipendenti più o meno organizzati che per settimane hanno garantito la distribuzione dei pasti per i migranti, installato punto WIFI, preparato momenti ludici e ricreativi per i tantissimi bambini del campo, offerto assistenza legale e denunciato con azioni politiche eclatanti le responsabilità dell’Europa dei muri e delle frontiere. Volontari che insieme ai migranti hanno sostenuto questa gigantesca anomalia scomoda per l'UE, il campo di Idomeni, pieno di gente disposta a tutto pur di abbattere i confini in direzione di una vita degna. Grosse le responsabilità del governo di Syriza che supinamente ha accettato le imposizioni europee firmando l’accordo con l’odiata Turchia che prevede la deportazione dei cosiddetti migranti economici, per accedere agli 11 miliardi di aiuti della Troika. Simbolico è stato proprio lo sblocco di tali fondi il giorno dopo l’avvio dello sgombero.

Nel pieno della vergogna del caos ‘made in Europe’ abbiamo deciso di impegnarci in un viaggio di solidarietà e di monitoraggio sulle condizioni di vita delle migliaia di persone deportate o parcheggiate nei campi governativi. Proprio quando i media mainstream chiudono gli occhi, noi vogliamo tenerli più aperti che mai. Dal 29 al 2 giugno una delegazione di communianet insieme ad alcuni attivisti già presenti sul luogo da tempo, sarà impegnata in una staffetta di solidarietà e di denuncia con l’obiettivo di sostenere percorsi rivendicativi e conflittuali che nasceranno, e denunciare eventuali violenze della polizia. Pubblicheremo foto, video e testimonianze sui nostri profili social e sul sito con aggiornamenti continui.

In giro per l’Europa, da Ventimiglia a Calais, dal Brennero a Idomeni fino ad arrivare alle campagne di solidarietà per il sud Italia, dove si stanno indirizzando gli attuali flussi di migranti dall’Africa e Medioriente, queste forme concrete di monitoraggio e accoglienza dal basso tuttavia necessitano di uno scarto politico comune. La sfida riguarda tutti noi, tutte quelle realtà associative e di movimento che mettono in forte discussione le politiche europee sull'immigrazione e si oppongono all'ascesa delle destre xenofobe europee. Riguarda l’esigenza di farsi promotori in maniera chiara e diretta di campagne e mobilitazioni comuni per la Libertà di circolazione fuori e dentro i confini europei, per l’istituzione di corridori umanitari, per il pieno utilizzo delle risorse pubbliche per un'accoglienza che sia veramente dignitosa, per l'abrogazione del trattato di Dublino, per un permesso di soggiorno incondizionato per almeno due anni, contro tutti quei Trattati bilaterali tra UE e stati extraeuropei e contro la discriminazione e categorizzazione tra migranti economici e rifugiati.