Contro il lavoro h24, sciopero h24: il nostro 21 ottobre

Mon, 17/10/2016 - 11:46
di
Communia Roma

Venerdì 21 ottobre ci sarà una giornata di sciopero generale e metropolitano promossa da parti del sindacalismo di base e conflittuale insieme a realtà di movimento. Sarà una giornata intera di lotta contro lo sfruttamento, la precarietà e il disciplinamento imposti sulle vite di milioni di persone da anni di politiche portate avanti dai governi italiani ed europei, con la benedizione delle istituzioni comunitarie. Il Jobs Act in Italia e la legge El Khomri in Francia sono solo gli esempi più recenti.

Questa giornata di sciopero avverrà in un momento significativo per il nostro paese. A due anni dall’introduzione del Jobs Act – presentato dal governo come una panacea che avrebbe risolto il problema della precarietà e della disoccupazione – le stime di vari istituti di ricerca sembrano un vero e proprio bollettino di guerra dove a vincere su tutto sono precarietà e sfruttamento: nell'ultimo trimestre tra attivazioni e cessazioni di rapporti di lavoro vi è un saldo negativo pari a 120.000; le trasformazioni dei contratti a termine in contratti a “tutele crescenti” sono in saldo negativo del 37% rispetto al 2015; nel 2016 vi è stato un aumento del contratto a termine “acausale” del 24%; l’utilizzo dei voucher nell’ultimo anno è aumentato del 145%.

Di fronte a questa situazione chi prova ad alzare la testa può rischiare anche di morire durante l’esercizio – costituzionalmente garantito – del proprio diritto di sciopero, come accaduto ad Abd Elsalam di fronte ai cancelli della Gls.
Inoltre grazie ai lavoratori e alle lavoratrici di Foodora ci si accorge che in questo paese (ma è una condizione che si allarga a macchia d’olio su tutto il continente) c'è un processo di sfruttamento sempre più radicale e violento, nascono rapporti di lavoro al di fuori di qualsiasi contrattualizzazione e inquadramento legale, e forme di economia on demand in cui il datore di lavoro diventa un algoritmo che genera un'applicazione su dispositivi tecnologici. Nuove forme di sfruttamento basate su un controllo totalizzante dei corpi e delle vite di chi lavora, senza più distinzione tra il tempo di lavoro e quello di non lavoro.

Di fronte a tale scenario emerge l’importanza di riprendere iniziative conflittuali sul tema del lavoro e della precarietà, inspirandosi alla Francia e all’imponente movimento che ha invaso le strade e le piazze per opporsi alla legge El Khomri, e far riemergere la composizione sociale che invase le piazze il 14 novembre del 2014 per opporsi all’approvazione del Jobs Act.

Lo sciopero del 21 ottobre non deve essere una mobilitazione che esaurisce la propria forza in quello stesso giorno. Deve diventare un passaggio fondamentale per dare forza e sostanza ad una campagna per il "NO Sociale", in grado di mettere i conflitti sociali al centro dell'agenda politica come unico modo per contrastare la formalizzazione del disegno neoliberista che sarebbe sancito dalla riforma costituzionale.

Per questi motivi il 21 ottobre saremo in piazza in varie città ad animare e sostenere lotte e vertenze in corso, per parlare di diritti sul lavoro, per rivendicare un salario minimo intercategoriale e un reddito di base, per opporci alle forme di sfruttamento e di lavoro gratuito e volontario che si celano dietro l’utilizzo di voucher, di stage e di tirocini curriculari ed extracurriculari, e alle forme di lavoro non retribuito ampiamente utilizzato nel terzo settore.

Il nostro 21 ottobre sarà uno sciopero h24, come h24 sono le nuove forme di sfruttamento. Partiremo da San Lorenzo alle 22.30 del 20 ottobre segnalando i luoghi dove voucher e lavoro nero sono la frontiera dello sfruttamento di studenti e precari e proseguiremo col sostegno alle lotte dei lavoratori dei servizi.
Porteremo lo sciopero dentro l’università per evidenziare come sia diventata un vero e proprio bacino di reclutamento per il lavoro gratuito: attraverso l’utilizzo di stage e tirocini si alimenta quell’economia della promessa che costringe migliaia di studenti a lavorare gratis nella speranza di avere un lavoro dignitoso in un futuro indefinito.
Porteremo lo sciopero davanti al Ministero dell’Economia, come già fatto nel novembre del 2014, per animare un social corner che faccia incontrare precari, partite iva e lavoratori autonomi, e denunciare le politiche del governo che stanno relegando milioni di lavoratori, precari, inoccupati e disoccupati ad uno stato di povertà e ricattabilità assoluta.