Veolia condannata per l'inceneritore a Pietrasanta

Tue, 03/02/2015 - 18:24
di
Blocco anticapitalista versiliese

Il 29 gennaio a Lucca il giudice monocratico del tribunale, Valeria Marino, ha condannato, a vario titolo, quattro responsabili di Veolia, la multinazionale, che gestiva l'impianto di incenerimento dei rifiuti di Falascaia situato nel comune di Pietrasanta. Il reato è quello all'articolo 674 del Codice Penale (il getto di cose, l'emissione di gas, vapori o fumi). Si tratta di Pierre Marie Thierry Hubert, Enrico Fritz, Marco Albertosi e Stefano Danieli. Gli stessi sono stati condannati anche per il capo D del rinvio a giudizio, ovvero il superamento del limite consentito per il rame, finito nelle acque superficiali e da lì nel torrente Baccatoio.
Condannati a sei mesi di reclusione, pena sospesa, e a 15 mila euro di ammenda, più il pagamento delle spese processuali. La sentenza riconosce, inoltre, il risarcimento agli enti e alle associazioni che si sono costituiti parte civile, da liquidarsi in sede civilistica. Mille euro subito, invece, sono stati riconosciuti a ciascuna parte civile, compresi i cittadini, per il danno morale patito, più le spese legali.
Gli stessi imputati insieme agli altri due, Stefano Ghetti e Francesco Sbrana, sono stati invece assolti per i reati di smaltimento di rifiuti pericolosi e il deterioramento delle acque del Baccatoio.
Si tratta di un vittoria mutilata per i movimenti ambientalisti versiliesi che si aspettavano condanne più severe.
La vittoria più importante, tuttavia, i movimenti l'avevano raggiunta con la chiusura dell'impianto di morte, avvenuta dopo il sequestro nel luglio 2010, e mai più riaperto da allora. Se da una parte c'è soddisfazione perché le responsabilità di Veolia sono state riconosciute e difficilmente l'inceneritore sarà riaperto dall'altra rimane la consapevolezza che esiste un vulnus legislativo per quanto riguarda la materia ambientale che permette a certi personaggi di riuscire a farla franca.
Come Blocco Anticapitalista Versiliese, anche in quest'ultima udienza, abbiamo volantinato fuori dal tribunale per denunciare come Veolia in tutto il mondo sia stata responsabile di disastri ambientali, di privatizzazione di acqua e di comportamenti scellerati dovuti alla loro volontà di porre i profitti sopra le vite di tutti noi.
La Versilia è salita, negli ultimi anni, alle cronache purtroppo per l'aumento di neoplasie e malattie cardiovascolari. Per questo motivo la lotta contro l'incenerimento dei rifiuti non è solo una battaglia per la difesa ambientale ma è, anche, una battaglia per la difesa alla salute.
La sentenza che riconosce la colpevolezza degli imputati ci conferma però che si usano due pesi e due misure. Mentre per i No TAV che hanno la colpa di difendere la Valsusa dalla devastazione si emettono condanne per oltre 150 anni chi devasta, inquina e avvelena se la cava con condanne minime. In attesa del processo di appello i movimenti ambientalisti versiliesi hanno già annunciato una serie di mobilitazioni contro il piano regionale dei rifiuti.