Da Lanciano a Parigi, una nuova cartografia della riappropriazione

Fri, 29/05/2015 - 16:18
di
Marco Exproprio

Lanciano, 23 maggio 2015. 60.000 persone sfilano per le strade e le piazze della cittadina abruzzese.
Tutt* per dire ad una sola voce, forte e chiaro: No Ombrina.

“Ombrina Mare” è un progetto in carico alla società inglese Medoilgas per una piattaforma di estrazione e raffinazione di idrocarburi. Sarà situata sulla Costa dei Trabocchi. Un ecomostro in linea con le strategie di tutti gli ultimi governi dal 2008: trasformare il territorio abruzzese in un campo minato di trivelle “per mare e per terra”, tutelando gli interessi delle multinazionali e minacciando la salute, il lavoro e la sopravvivenza di chi quei territori li vive tutti i giorni.
Ombrina fa parte delle numerose Grandi Opere costruite con soldi pubblici e legittimate dal non-decreto Sblocca Italia, un via libera totale alla speculazione, agli interessi di grandi privati e allo sfruttamento in ottica emergenziale voluto dal governo Renzi.

La risposta è collettiva: lo Sblocca Italia ha innescato un meccanismo catalizzatore delle vertenze e delle lotte, verso un progressivo cambio dei rapporti di forza, in cui le lotte territoriali, grazie alla resistenza dei comitati e delle soggettività politiche e non, si stanno progressivamente trasformando in territori in lotta, direzionati verso un contrattacco partecipato su larga scala.
Spesso nelle nostre riflessioni traspare la preoccupazione che modelli di autorganizzazione delle lotte territoriali innescati dai comitati siano in un’ottica del tutto NIMBY (Not In My Back Yard) ma sia l’eterogenea radicalità delle piazze No Ombrina di Lanciano che l’assemblea contro lo Sblocca Italia del 24 maggio a Pescara sono effetti di una fase differente, di reale costruzione di mobilitazioni direzionate dalla collettività dei partecipanti verso la decostruzione dell’immaginario tossico renziano. Ma è un lavoro in corso ben lontano dalla fine e spetta alle diverse realtà politiche dialogare continuamente con i comitati che hanno reso possibile questa breccia antisistemica.

Le sperimentazioni territoriali di Expo 2015 in materia ambientale e nella galassia del mondo del lavoro aprono la strada alla deregolamentazione prodotta dallo Sblocca Italia e dal Jobs Act. Il “fattore commissario unico” ha innescato una concatenazione di eventi che cominciano con l’abbassamento dei parametri di bonifica necessari per il passaggio delle Vie d’Acqua di Expo 2015 e con l’utilizzo dei lavoratori e delle lavoratrici gratuite nel grande evento, per culminare con l’individuazione di inceneritori e trivelle come siti di interesse strategico da militarizzare rendendo impossibile ad enti locali e comitati pronunciarsi contro opere imposte da super commissari; verso lo spostamento dei luoghi decisionali e di una governance pluripolarizzata che ostacola le possibilità di costruzione di percorsi di lotta.
Tutto questo nasce da una matrice predatoria comune che legge i territori come spazi da sfruttare e da un modello di sviluppo sovranazionale che non riconosciamo.

Meccanismi che sono sempre gli stessi:
da Expo 2015 allo Sblocca Italia e Jobs Act e che vedono la loro sorgente ideologica in COP21(XXI Conferenza delle Parti, a porte chiuse, della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che vedrà gli interessi economici e delle multinazionali prevalere sulla tutela ambientale e delle popolazioni) e TTIP ( Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti, un accordo commerciale di libero scambio, non trasparente e anti-democratico tra Europa e Stati Uniti, che porterà all’abbattimento dei dazi commerciali, sdoganando colture OGM, regole sanitarie e standard sui prodotti tipici del neoliberismo imperialista statunitense)
Individuando una matrice predatoria comune individuiamo anche una matrice di lotta comune.
Un fil rouge che tesse reti e nodi resistenti, stando in continua connessione trova tratti e pratiche comuni ai territori in lotta.

Ci occuperemo di mappare queste buone pratiche di resistenza, conflitto, riappropriazione, mutuo soccorso e autorganizzazione.
Tramite la Campagna Exproprio e la piattaforma ribelli.net vorremmo tracciare linee di congiunzione che creino sostegno e supporto, una lotta dal virtuale al materiale, condividendo pratiche e idee, passando dalla resistenza alla riappropriazione e autogestione dei territori in lotta.