Temer, noi ti accusiamo

Thu, 29/03/2018 - 10:40
di
Insurgencia*

Il presidente e la cricca criminale costituita dal suo partito sono responsabili diretti della crisi economica e della violenza che affligge il tessuto sociale di Rio de Janeiro e che ha spianato la strada all’omicidio politico di Marielle e Anderson.

Eccellentissimo signor presidente della Repubblica (che nessuno ha votato) Michel Lulia Temer, noi la accusiamo di avere la colpa storica e congiunturale della barbara esecuzione dell’attivista per i diritti umani, del movimento nero e del movimento delle donne nonché consigliera di Rio de Janeiro, Marielle Franco e del lavoratore Anderson Pedro Gomes, autista dell’auto sulla quale sono stati assassinati.

Le giovani e operose vite della nostra Mari e del nostro Anderson non sono le prime e non saranno purtroppo le ultime che la sua presidenza ha contribuito a spezzare. Le sue politiche economiche e securitarie da quando è al governo del paese, in totale sintonia con il suo precedente incarico come ministro della sicurezza del governo dello stato di San Paolo negli anni ’90, sono note a livello internazionale per la loro efficacia letale.

Come già hanno detto migliaia di persone, indignate e commosse dalla morte dei due compagni avvenuta la notte del 14 marzo scorso, omicidi e massacri contro giovani, specialmente neri e lavoratori, rappresentano l’amara quotidianità dei quartieri più poveri delle grandi metropoli brasiliane. Così come sono ormai una routine le uccisioni di leader contadini, dei lavoratori sem terra, di indigeni e quilombolas.

La differenza, in questo caso, è che siamo di fronte ad un omicidio politico, avvenuto in una grande città, ai danni di una rappresentante eletta.

Marielle è stata messa a tacere, tra i molti altri motivi, perché denunciava la politica di genocidio sistematico della gioventù nera e povera delle periferie, le incarcerazioni di massa, l’altrettanto negativa mattanza di poliziotti, l’abbandono delle famiglie delle vittime di “entrambe” le parti, l’atteggiamento di disprezzo suo e della sua casta verso la vita dei più vulnerabili. Marielle prestava la sua bocca, bella e coraggiosa, al servizio dei movimenti e del consiglio municipale, per accusare i responsabili di questa stupida guerra alla droga, basata sulla semplice repressione di tossicodipendenti e piccoli spacciatori, in operazioni non pianificate e in interventi militari con fini elettorali efficaci come un “aratro nel deserto”.

La sua colpa viene da lontano, presidente. Sicuramente lei non ha premuto il grilletto del sofisticato mitra che ha ucciso Marielle e Anderson. Forse ora sta dando l’ordine di identificare i mandanti di questo crimine. Ma la cricca criminale del suo partito, il Movimento Democratico del Brasile (MDB), a colpi di favori fiscali e di soldi versati nelle tasche degli imprenditori ha distrutto la macchina pubblica di Rio de Janeiro e i servizi essenziali per la popolazione. Mentre lei era vicepresidente “ornamentale” del governo del PT (sono parole sue, signor presidente), i suoi compari hanno causato una delle più gravi crisi vissute da Rio, dalla quale lo stato inizierà a riprendersi, come affermano gli esperti, solo nel 2021.

Sono stati sempre i compagni di quella cricca criminale che è il suo partito, ad aver coltivato, durante tre diversi governi, l’erba cattiva dell’infiltrazione malavitosa nella polizia, ignorando il ruolo delle milizie insediate nei quartieri periferici e attivando le inefficaci “Unità Pacificatrici di Polizia” come panacea di tutti quei mali che di fatto non hanno combattuto e che non vogliono nemmeno affrontare (come dimenticare le sue parole di allora? “semplicemente, riprenderemo il controllo del territorio e dopo entreremo con progetti sociali”).

La risposta a questa crisi, seguita al suo golpe, è stata di fatto un incubo per “los de abajo”. Eccellentissimo, lei ha bloccato gli investimenti e congelato i salari federali per 20 anni! Lei cerca di distruggere una legislazione sul lavoro che ha 80 anni. Ha ridotto al minimo i programmi sociali, è riuscito a peggiorare il disastro ambientale non dando nemmeno attuazione alla mediocre normativa in materia. Insieme a quel banchiere che è il suo ministro dell’economia, lei ha soffocato le finanze degli stati e soprattutto quelle di Rio de Janeiro. Per Rio, avete praticamente decretato il suicidio: riduzione di salari e pensioni, aumento delle tariffe, liquidazione delle università statali, privatizzazione delle imprese pubbliche. E nessun, nessun investimento.

Lei ed il suo MDB siete, quindi, responsabili diretti della spaventosa situazione di crisi economica, sociale e di violenza a Rio de Janeiro. Un candidato alle elezioni (perché chi non è stato eletto non può essere ri-eletto, come ha fatto notare il comico Gregorio Duvivier) non sfugge alle sue responsabilità. In questo momento così grave, il presidente deve assumersi la responsabilità di aver cercato di recuperare una popolarità che non ha mai avuto, attraverso la decretazione dell’intervento federale e militare a Rio.

Signor presidente, nonostante i suoi alleati reazionari, fondamentalisti e venali, non è riuscito ad ottenere i 308 voti necessari nel Congresso per approvare la riforma del sistema pensionistico. Lei deve ammettere che, per sfuggire a questa sconfitta e guadagnare qualche punto nei sondaggi, per far eleggere i suoi più fedeli collaboratori – per salvarli cioè dal carcere grazie all’immunità parlamentare – ha deciso di giocare letteralmente con il fuoco.

Probabilmente il suo interventismo, presidente, è stato eccessivo. Forse ha perfino superato i limiti delle pratiche politiche tipiche di quella cricca criminale che è il suo partito, totalmente priva di una seppur minima nozione di paese – il che è un tratto comune alla grande maggioranza della rappresentanza politica degli uomini d'affari brasiliani. Considerando il rischio costituito dalla sua vicinanza alle Forze Armate, è probabile che lei promuova, in cambio della soluzione della violenza a Rio, l'intensificazione della guerra tra fazioni criminali, tra fazioni corrotte e incontrollate e forze di sicurezza.

Insistendo con la stessa cieca politica di guerra alla droga, incarcerazioni di massa e sterminio della popolazione nera, mettendo le Forze Armate in prima linea contro il narcotraffico, lei ottiene ovazioni ed azioni incontrollate da parte dei settori peggiori emersi dalle manifestazioni del 2013: quanto di peggio è emerso nelle strade, nella politica, nelle istituzioni e nel suo intorno.
Lei può entrare nella storia come colui che ha dato inizio alla “messicanizzazione” di Rio de Janeiro e del Brasile. Ci pensi bene, presidente, è così che pretende di essere eletto?
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Da parte nostra, continueremo insieme alle migliaia di persone scese in piazza in Brasile e nel mondo – sì, nel mondo! – a ribellarci indignati contro la brutale esecuzione della nostra compagna e del nostro compagno.

Non si deve essere per forza di sinistra per indignarsi e scendere in piazza. Non è necessario essere contro l’intervento federale. Non è necessario essere scesi in piazza prima d’oggi. Di fatto nulla è necessario se non portare con sé la propria indignazione contro la violenza e contro questa situazione che ha consentito che accadesse questa tragedia, nonché la richiesta che le indagini siano portate a termine.

Ma tutti dobbiamo ricordare, perché conoscevamo Marielle, che lei era contro la guerra alla droga perché sapeva che questa politica è colpevole della morte dei suoi fratelli e vicini neri e poveri della favela Maré e di tante altre favelas a Rio e in Brasile. Tutti dobbiamo ricordare che l’ultimo articolo che Marielle ha scritto, denunciava l’intervento federale; che Marielle era un combattente in favore dei Diritti Umani, con maiuscola; che Marielle era una donna nera, lesbica e socialista. Si, socialista, militante della prima ora del Partito Socialismo e Libertà. Siamo orgogliosi di ciò. E abbiamo la certezza che a lei piacerebbe che tutti lo sapessero.

Marielle e Anderson vivono! Le vite dei neri contano! Abbasso il governatore di Rio, Pezão! Temer vattene! Per la demilitarizzazione della polizia! Per la fine immediata dell’intervento federale a Rio!

*Fonte articolo: http://www.insurgencia.org/temer-te-acusamos-espanol/
Traduzione a cura di Marco Pettenella