Le ex Fonderie Bastianelli: come vivere sull’orlo del precipizio

Tue, 13/12/2016 - 12:25
di
Libera Repubblica di San Lorenzo

Come ricorderete le ex Fonderie Bastianelli, dopo un glorioso passato produttivo la cui testimonianza è ancora scritta nei tombini e nei lampioni della città, sono state abbandonate per lungo tempo. Ritorniamo a parlarne perché ancora nulla è risolto e temiamo che non lo sarà nella direzione che vogliamo. Resta però un tema urgente dal punto di vista della sicurezza urbana e bisogna ricordarlo sempre, finché non sia risolto almeno questo. Le ex Fonderie oggi sono una voragine dove si affacciano case, famiglie, giovani, donne, anziani: gli appartamenti dei condomini di via dei Sabelli sono letteralmente sull’orlo del precipizio e oggi sono in pericolo per i danni subiti con la veloce demolizione; danni riconosciuti, almeno parzialmente, ma non ancora riparati.

Rinfreschiamoci la memoria: è bene aggiornarci sul destino di queste ex Fonderie, così frettolosamente scempiate e divenute motivo di tanto pericolo.

Agli inizi del duemila la proprietà ha deciso di utilizzare la propria fortuna per fare un progetto speculativo:miniappartamenti al posto degli edifici preesistenti e del capannone di archeologia industriale in disuso. Il progetto passa poi alla Sabelli Trading s.r.l., che ne guida la realizzazione.

Nel frattempo un altro uso era stato proposto e praticato dall’occupazione di Communia (oggi altrove), grazie al quale nell’aprile del 2013 il quartiere e la città hanno potuto conoscere gli spazi, le scale, le terrazze e gli affacci della fonderia. Si è praticato lo stare insieme, l’ideazione di nuove forme di utilizzo, la creazione di una biblioteca e di sale per studiare giorno e notte. Insomma una rivitalizzazione autentica, fino al triste sgombero, alla repentina demolizione e allo scavo, profondo e fangoso.

Questa storia deve rimanere scolpita nelle menti di chi ancora pensa che lo sviluppo urbano della città possa riuscire a colpi di densificazione incontrollata. Per noi resta un simbolo di insuccesso della gestione pubblica della città; non solo. È infatti un simbolo di come la “rigenerazione” edilizia possa cancellare pezzi fondamentali dell’identità di un territorio e di come l’opacità dell’Amministrazione, municipale e comunale, favorisca gli interessi di alcuni a danno dei molti.

L’attuale voragine costituisce inoltre, e soprattutto, un pericolo per la sicurezza pubblica e ne denunciamo il rischio da anni, al fianco degli abitanti di via dei Sabelli che condividono con la proprietà un intero muro di spina. Questi abitanti di San Lorenzo hanno dovuto modificare quotidianità e stili di vita, e vivono nel terrore di evoluzioni tragiche, crolli e incontrovertibili cedimenti.

A quale prezzo si vuole speculare sulla città? Qual è la qualità urbana e la vivibilità di Roma se l’obiettivo della trasformazione resta solo ed esclusivamente il profitto?

Pensavamo che la storia della nostra città sarebbe stata sufficiente monito. Cementificazione dappertutto, strade senza marciapiedi, pochi passaggi sicuri per l’attraversamento delle persone (non parliamo delle carrozzine di adulti e bambin*), traffico e smog, carenza e abbandono di servizi, mancanza di accesso alle case, sempre troppo costose. Pensavamo che alcuni strumenti urbanistici potessero essere utili all’equilibrio e alla correzione degli errori già commessi, nella direzione di un più spiccato interesse pubblico. Invece abbiamo visto, ancora, questo interesse piegato a quello più forte, speculativo.

Abbiamo visto come sia stato possibile cedere al ricatto finanziario, come la supremazia, anche in termini di progettualità e di pensiero, appartenga alla riuscita economica (come ci spieghiamo sennò il termine e l’idea del miniappartamento?), che tralascia anche di intervenire sull’eternit di via dei Peligni (proprietà pubblica) nonostante la vicinanza con le case popolari e la scuola, che tende a svuotarsi, immiserendo così la vita sociale del quartiere.

Anche per questo motivo crediamo sia importante riappropriarci degli strumenti che erano stati affidati all’Amministrazione dei vari livelli, recuperare lo spazio del controllo e della decisione sulle trasformazioni che insistono sui territori che abitiamo, proteggere, abitare e moltiplicare gli spazi dove praticare cittadinanza e autogoverno, quelli che abbiamo chiamato “beni comuni urbani”.

In questo senso l’autogoverno costituisce uno spazio di garanzia e democrazia, laddove la partita si fa sempre più complessa, la scarsità sempre più importante, la “fame” sempre più forte. È importante continuare a guardare, a conoscere i processi in cui la città e il nostro quartiere è coinvolto, ad opporci contro le ingiustizie e a comporre spazi di solidarietà e mutualismo per respingere la solitudine.

Anche questo caso delle Ex Fonderie Bastianelli, ormai purtroppo solo legato a sorti giudiziarie, perché sottratto alla discussione pubblica e comune anzitempo e con arroganza, è supportato dalla presenza di cittadin*, come quelli del Comitato Progetto Urbano San Lorenzo, ma anche singoli e singole, dalle più disparate generosità e competenze, che non hanno voluto lasciare sola la causa. Iniziative a sostegno, testi, sopralluoghi, consulenze tecniche, articoli, inchieste sono state portate avanti affinché emergesse la forza di un quartiere solidale che non ha timore di niente e nessuno: in questo senso San Lorenzo ha già vinto e dobbiamo essere grati a tutt* coloro che si impegnano quotidianamente in questa direzione.

Grazie a questo importante lavoro comune per le Ex Fonderie Bastianelli, come Libera Repubblica abbiamo individuato, proprio perché riconosciamo legittimità e responsabilità all’iniziativa privata in termini di produzione della città esistente, importanti questioni, come: il cambio di destinazione d’uso (solo in senso speculativo), la monetizzazione degli standard in danno al territorio (laddove non si riesce nella città storica a trovare lo spazio fisico per i servizi minimi), la sicurezza ambientale (quando si demolisce eternit e materiale edilizio vario in piena città), la distruzione del patrimonio storico urbano e, infine, la sostenibilità sociale di queste operazioni immobiliari. Abbiamo conosciuto la possibile sperimentazione, breve ma forte e bella, dell’occupazione di Communia, che ha praticato un uso dello spazio inedito, facendo teatro, musica, eventi culturali, spazi per lo studio e la condivisione; a dimostrazione che si potrebbe fare moltissimo di altro e di più interessante.

Questo caso di abbandono, di sgombero, di demolizione e scavo, dimostra come sarebbe stato importante non disattendere l’unico strumento urbanistico che avrebbe potuto assicurare un equilibrio nella trasformazione urbana, verificandone il peso urbanistico e gli effetti, ovvero il Progetto Urbano San Lorenzo. Come Libera Repubblica abbiamo inteso l’occasione del piano per proporne uno nostro, così come ben descritto nel testo collettivo “La Volontà di sapere” e dimostrare la saggezza del nostro quartiere in termini di competenze, idee, proposte e visioni. Perché in effetti lo Schema di Assetto Preliminare del Progetto Urbano San Lorenzo aveva non pochi difetti: il più grande quello, ancora, di non considerare il quartiere e le sue propaggini urbane all’interno di un unico perimetro che avrebbe permesso di equilibrare le sorti del tessuto edilizio nella sua completezza. Nulla però in confronto all’attuazione per parti degli interessi privati: permessi a costruire “a gogo” e premi del piano casa stanno saturando, demolendo, ridefinendo buona parte del quartiere! A San Lorenzo si costruisce perfino nei cortili!

Bisogna intanto sapere che qualche giorno fa la sentenza del Consiglio di Stato sulle ex Fonderie Bastianelli ha accolto il ricorso della Sabelli Trading s.r.l. contro la sentenza del TAR favorevole ai cittadini e alle cittadine del quartiere, che si erano opposti alla demolizione di un bene così prezioso. Il Comitato Progetto Urbano San Lorenzo insieme ai cittadini e alle cittadine coinvolti nella causa, intrapresa con enorme coraggio e dedizione come extrema ratio a tutela dell’interesse pubblico, ha comunicato questa – per ora – bruciante sconfitta al quartiere.

Resta ancora aperta la vicenda dei danni al condominio confinante di via dei Sabelli, riconosciuti sul piano giudiziario il 7 ottobre 2016 con sentenza del tribunale. Tale atto condanna la Sabelli Trading s.r.l. alla immediata esecuzione degli interventi necessari alla salvaguardia dell’incolumità degli abitanti del condominio con cui condivide il muro parietale che affaccia sulla attuale voragine. Nonostante l’urgenza di tali interventi e il notevolissimo rischio, la proprietà Sabelli Trading s.r.l. ha comunque presentato Appello che si discuterà il 15 dicembre, rimandando l’intervento di riparazione e messa in sicurezza del muro in comune con il condominio accanto: l’esito di quella giornata sarà ancora una volta importante da seguire e conoscere.

In ogni caso, la Libera Repubblica si organizzerà, come altre volte ha già fatto, per sostenere le spese necessarie ai cittadini e alle cittadine del quartiere che con coraggio e generosità si sono impegnate contro lo scempio della demolizione. L’invito da parte nostra è quello di partecipare alle iniziative di autofinanziamento a sostegno della causa!

Che nessun* rimanga da sol*!

Cominciamo con l’iniziativa a sostegno delle spese legali già sostenute a difesa del territorio:

Sabato 17|12|2016 dalle 10:00 alle 16:00 – mercatino di solidarietà | Nuovo Cinema Palazzo