Il sovrano, la politica e i sudditi: riflessioni a latere dello sgombero della Montagnola

Thu, 17/04/2014 - 10:54
di
Salvatore Corizzo

“Sovrano è chi decide sullo stato di eccezione”*

La fase di repressione che sta attraversando tutto il paese, deve imporre una riflessione sul ruolo che stanno assumendo le forze dell'ordine nella gestione della crisi e il ruolo di vuoto simulacro della politica, deputata solo formalmente alla mediazione e alla ricomposizione delle “tensioni sociali” e superata dal più efficace roteare dei manganelli.
Di violenze da parte delle forze dell’ordine ne abbiamo viste tante negli anni, ma lo sgombero che è avvenuto a Roma presso lo stabile di via Baldassarre - che segue le violenze avvenute durante il corteo del 12 aprile - ha elementi di novità che non vanno sottovalutati.
Ma, prima di qualsiasi valutazione ci sembra doveroso esprimere la nostra vicinanza e solidarietà a Paolo, Cristiano e a tutte e tutti i feriti e le centinaia di famiglie lasciate per strada.
Le modalità dello sgombero sono sintomatiche di un vero e proprio “paradigma di governo”: le istanze sociali, forme di antagonismo di classe, devono essere neutralizzate in quanto problema di ordine pubblico che si muove al di fuori della legalità e dalle modalità di protesta riconosciute da chi detiene il potere politico.
Il conflitto sociale, motore dell’evoluzione degli ordinamenti giuridici del novecento, elemento fondante dello Stato sociale, fondato a sua volta sul compromesso fra capitale e lavoro mediato dallo Stato, non può essere più “tollerato”. Le politiche d’austerity adottate e l’aggressione economico-sociale che subiscono le classi subalterne confermano questo trend. E’ attraverso queste “eccezioni” che si stanno superando le conventio su cui si fondava il nostro ordinamento.
Anche per questo, come per lo sgombero delle occupazioni abitative di via delle Acacie e di Anagnina e dell’Angelo Mai, fanno rabbia le dichiarazioni degli esponenti della politica capitolina, scavalcati per l’ennesima volta dal decisionismo del prefetto Pecoraro. Ci chiediamo qual è il ruolo della politica in questa città che sembra commissariata non solo nel bilancio ma anche nella gestione delle emergenze sociali, dove il principale attore è il ministero degli Interni. Ormai da tempo quest’ultimo coadiuvato dalle forza dell’ordine si erge a principale e unico “interlocutore” dei movimenti di questa città.
Non è un caso del resto che la brutalità messa in atto oggi dalle forze dell’ordine sia in relazione ad un’operazione di sgombero. In questa città il mercato del mattone e della speculazione edilizia è la principale fonte di accumulazione di risorse da parte di imprenditori e palazzinari. Dinnanzi agli interessi di quest’ultimi non c’è emergenza sociale o diritto che tenga, la dignità delle persone viene calpestata senza remore (e non solo metaforicamente).
E' sempre più urgente che la politica torni ad avere un ruolo nella gestione delle emergenze sociali; riuscire a mettere in rete percorsi di lotta, allargare la cornice in cui si muovono e la partecipazione è l’unico modo che abbiamo per evitare di rivedere scene di abusi e violenze che troppo spesso siamo costretti a soportare.
Lo Stato d’eccezione si fonda su un sovrano, il sovrano da combattere ce l’abbiamo davanti e si chiama mercato.
Spetta a noi buttarlo giù dal trono!

*Carl Schmitt, Teologia politica.