Adriano e Gianluca liberi. Verso l’udienza del 18 luglio.

Fri, 11/07/2014 - 18:27

8 e 9 anni di carcere. Questa la richiesta dell’accusa durante l’udienza del 4 luglio nel processo che vede imputati Adriano e Gianluca, i due compagni dei Castelli in carcere da settembre con l’assurda accusa di terrorismo (art. 270 e 270 bis).

Ancora una volta il processo si tiene a porte chiuse e senza la presenza dei due imputati, rimasti rinchiusi in carcere visto che il giudice ha accettato già dalla precedente udienza la richiesta del PM di svolgere il tutto in videoconferenza, ledendo fortemente il diritto alla difesa dei due. Ancora una volta Adriano e Gianluca hanno ribadito la loro contrarietà a questo strumento e si sono rifiutati di partecipare al processo.

La prossima tappa sarà il 18 luglio, giorno in cui si pronuncerà la difesa e verrà emessa la sentenza.

Continuiamo a ritenere scandaloso quello che sta succedendo. Assurdo che qualcuno voglia rinchiudere due ragazzi con l’accusa di aver danneggiato cose, beni materiali e nient’altro, in un carcere per anni. Assurdo come sapere che chi avvelena i nostri territori, chi devasta l’ambiente rimane libero o al massimo ai domiciliari, aspettando sentenze che mai arriveranno.

Interessante poi notare come la Cassazione abbia rispedito al mittente l’accusa di terrorismo che i magistrati torinesi avevano contestato a Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia. La consulta non solo ha demolito l’ennesimo teorema accusatorio ma anche l’intera ricostruzione dei fatti portata avanti dalla procura torinese.

Non vogliamo mettere a paragone due contesti che sono molto diversi tra loro, due lotte che hanno specificità proprie, ma ci sembra comunque importante sottolineare quello che emerge dalle motivazioni della Cassazione, e cioè che l’uso indiscriminato e assurdo del reato di terrorismo, che tocca molte delle lotte presenti in Italia e dunque non solo la Val Susa, lede quei meccanismi assolutamente legittimi come il diritto di resistenza.

Ribadiamo ancora una volta tutta la nostra vicinanza e solidarietà ad Adriano e Gianluca. Solidarietà e vicinanza che in questo ultimo mese è stata dimostrata da tante persone come testimoniano le centinaia di firme raccolte dal nostro appello. Crediamo che ci sia ancora bisogno di esprimere tutta la nostra indignazione per quello che sta succedendo, per questo vi chiediamo di far girare e far firmare ancora l’appello e di mantenere alta l’attenzione rispetto a questa vicenda.

Adriano e Gianluca liberi