Roma3, Draghi contestato e la polizia carica

Wed, 12/11/2014 - 16:46

E' bastata un po' di vernice per far partire una violenta carica della polizia a danno di un centinaio di studenti che, davanti all'ingresso della Facoltà di economia di Roma 3, stavano contestando la presenza di Mario Draghi, presidente della Bce, nella propria Facoltà.
Al grido "Fuori i banchieri dall'università", gli studenti volevano denunciare quanto le politiche di austerity, e il ricatto del debito, abbiano in questi anni arricchito banche e capitalismo finanziario, mentre si sono susseguiti i tagli all'università e al diritto allo studio. Ed è aumentata in modo veritiginoso la disoccupazione giovanile.
"La Bce si è mossa per rifinanziare un sistema bancario colpevole di aver causato la crisi - recita il volantino degli studenti - regalando miliardi di euro alla speculazione finanziaria. Invece di favorire politiche di redistribuzione e di rinnovamento del welfare, la Bce ha dettato linee guida scellerate di impronta marcatamente neoliberista, spacciate per misure necessarie e innovative".
Gli studenti chiedevano solo di poter entrare nella propria facoltà per non far passare sotto silenzio le politiche di cui la Bce è protagonistae di cui subiscono in prima persone le conseguenze.
La polizia ha sbarrato in forze l'ingresso e alla fine sembrava un sit-in di protesta come altri, ma il solo aver rallentato di qualche minuto l'uscita di Draghi dall'Ateneo, oltre al lancio di vernice e qualche uova, ha scatenato alla fine la violenza delle forze dell'ordine, che hanno ferito due manifestanti, uno con una frattura alla mano e l'altro con un visibile taglio in fronte.
La manifestazione degli studenti era anche per lanciare lo sciopero sociale di venerdì 14 novembre, che vedrà intrecciare le lotte di studenti, precari/e di tutti i tipi, e lavoratori contro il Jobs act di Renzi.

Ecco il comunicato del Laboratorio romano per lo sciopero sociale

Questo pomeriggio presso la Facoltà di Economia dell'Università di Roma3 si teneva un convegno in ricordo di Federico Caffè a cui erano presenti Ignazio Visco e Mario Draghi, due dei personaggi che, attraverso le loro politiche di austerity, hanno contribuito alla normalizzazione della precarietà come modello di vita. Per tutta la giornata la Facoltà di Economia è stata chiusa ai suoi studenti (lezioni sospese, biblioteche chiuse e Forze dell'Ordine a guardia degli ingressi) per essere invece aperta a chi specula sulle loro vite.
Per questo motivo, noi studenti e studentesse, precari e disoccupati che in questi mesi abbiamo dato vita al Laboratorio Romano per lo Sciopero Sociale, ci siamo recati presso la Facoltà militarizzata per far sentire la nostra voce contro chi ci vorrebbe sfruttati e silenti. Come ormai è da copione, la risposta ai problemi sociali sono state cariche e manganelli per allontanarci dall'ingresso della Facoltà e permettere a Draghi di poter fuggire serenamente.
L'atteggiamento di chi vuole trattare le questioni sociali come problemi di ordine pubblico non influirà sul nostro desiderio di riprenderci ciò che ci spetta, dalle città attanagliate dalla speculazione fino ai luoghi del sapere privatizzati.
Il 14 novembre torneremo ancora nelle piazze e nei luoghi dello sfruttamento dando vita ad uno sciopero sociale generale che attacchi le politiche di precarizzazione, la privatizzazione di scuole e università, il JobsAct e che ribadisca la necessità di un reddito minimo, un salario minimo europeo e welfare universale per tutti e tutte.