Roma, terzo "tsunami tour" e nuovi sgomberi

Mon, 07/04/2014 - 18:48
di
Viola Giannoli (da repubblica.it)

Sei palazzi occupati, cortei selvaggi e un presidio al commissariato di Porta Pia. E' partito questa mattina a Roma il terzo "Tsunami tour" dei movimenti per il diritto all'abitare che culminerà nel corteo nazionale di sabato 12 aprile con via alle 14 da Porta Pia, la piazza dell' "autunno caldo" 2013.

Dalla Nomentana alla Montagnola, da Torre Spaccata a Ponte di Nona, fino all'Ostiense, in cinque edifici sono dunque entrati attivisti e famiglie in emergenza abitativa. Ma in tre casi polizia e carabinieri hanno sgomberato gli stabili. E davanti agli altri spazi le forze dell'ordine sono in presidio, così come al commissariato di Porta Pia in via Forlì dove gli attivisti si sono recati in massa in seguito agli sgomberi per chiedere il rilascio dei loro compagni trattenuti.

Nel primissimo pomeriggio, intorno alle 15, gli agenti sono intervenuti in via Andrea Cesalpino 12/14, sgomberando lo stabile di cui un gruppo di studenti della Sapienza, attivo nelle vertenze sugli studentati, aveva preso possesso ribattezzandolo "Godot". I ragazzi si sono rifugiati sul tetto ma sono stati poi fatti scendere dagli agenti e identificati uno ad uno prima di ripartire in corteo verso l'università dove alle 16 è stata convocata un'assemblea pubblica. In un comunicato gli occupanti scrivono anche che due ragazzi sono stati colpiti e feriti durante l'irruzione delle forze dell'ordine. I due sono stati medicati al pronto soccorso. "Uno - dce Luca Fagiano, leader dei movimenti - ha il naso rotto".

Tafferugli anche in via del Commercio 24, all'Ostiense, dove un gruppo di giovani e precari voleva dare vita al progetto "Neetbloc". Gli attivisti si sono schierati davanti all'ingresso per impedire lo sgombero ma sono partite alcune cariche per indurli a desistere. Un operatore di "H24" è stato ferito alla testa da una manganellata. Poi i poliziotti sono entrati nella struttura. I vigili del fuoco hanno steso a terra un tappetone gonfiabile visto che i militanti si sono barricati sul tetto. I giovani, che già un anno fa occuparono l'Ex Acea di via Ostiense ribattezzandola Alexis, volevano aprire il nuovo spazio abitativo come "punto di riferimento per precari e neet capace di aprire uno squarcio nel dibattito pubblico sempre più sterile". "Siamo gli invisibili, quelli che non rientrano nelle statistiche ufficiali e che non possono accedere ad alcun ammortizzatore sociale; ci chiamano neet e secondo l'informazione ufficiale siamo quelli che non studiano, non lavorano, non partecipano a percorsi formativi e sono mantenuti dai loro genitori" scrivono in un comunicato. Ma rifiutano l'etichetta di bamboccioni e denunciano gli affitti esorbitanti, la mancanza di reddito, il lavoro nero, la precarietà.