Razzismo delle istituzioni e forme di controllo

Mon, 22/05/2017 - 10:31
di
Communia Roma

Con le leggi Minniti-Orlando il governo del PD ha compiuto un gesto di onestà: senza più giochi di prestigio, senza più maschere, la creatura renziana ha deciso di mostrare la sua vera natura, quella di un partito di destra che dichiara guerra ai poveri per difendere gli interessi dei potenti.
Nulla di nuovo per chi da anni si batte contro le politiche d’austerity, semplicemente cambia lo strumento; tramontata l’epoca del “è l’Europa che ce lo chiede” per eccesso di ostilità verso il soggetto che avanzava quelle pretese, il decoro e il razzismo sono diventati i nuovi orpelli per far passare le politiche securitarie e liberticide sulla pelle degli ultimi, migranti e non solo.
Provare a recuperare il consenso elettorale con operazioni come quelle di qualche settimana fa a Milano, dove centinaia di poliziotti hanno rastrellato la stazione centrale alla ricerca dell’immigrato da arrestare, sono dimostrazioni dell’irreversibile metamorfosi del PD, e di come intenda gestire l’attuale fase della lunga crisi neoliberale. L’uomo forte Marco Minniti ed il “sinistro” Andrea Orlando sono due facce della stessa medaglia, quella di un partito uscito devastato dalle urne referendarie e che ora prova a recuperare consenso invadendo il campo della destra xenofoba, l’unico campo rimasto nell’attuale mercato della politica.
la Legge 46/2017 introduce dei provvedimenti in aperto contrasto con l'ordinamento giuridico italiano, oltre che di chiaro stampo razzista: l'impossibilità dell'appello per coloro che richiedono l'asilo, l'istituzione della figura del responsabile pubblico ufficiale nei centri di accoglienza, il potenziamento dei CIE (che diventano centri di identificazione e rimpatrio, uno per Regione), il lavoro gratuito come mezzo per ottenere il permesso di soggiorno (facendolo diventare di fatto obbligatorio), sono solo alcuni esempi. Questo è tutto il contrario di quello che bisognerebbe fare oggi per fermare le stragi di migranti nel Mediterraneo, cioè aprire le frontiere e sancire il principio della libertà di movimento dentro ed oltre l’Europa per tutte e tutti.
La legge non riduce drasticamente i diritti dei soli migranti, attacca tutti coloro che non riescono ad avere una casa, un lavoro o un pasto quotidiano. Spara a zero contro gli “accattoni”, “i rovistatori”, gli esclusi. Chi vive ai margini viene criminalizzato per la sola ragione di essere povero. Si ampliano a dismisura i poteri dei sindaci, trasformandoli in veri sceriffi che a colpi di ordinanze e daspo possono espellere dai centri delle nostre città tutti coloro che “compromettono il decoro”. Quello che è successo a Roma il 3 maggio scorso con la morte di un lavoratore ambulante senegalese, Niang Maguette, dopo l’azione scellerata della squadra dei vigili Rambo guidata dal Capitano Antonio Di Maggio, oltre ad essere la diretta conseguenza di questi provvedimenti, dimostra come i 5 stelle siano in perfetta sintonia con la filosofia della Legge Minniti-Orlando. La guerra di Di Maio contro le ONG definite "taxi" del Mediterraneo, le ormai innumerevoli uscite razziste di Grillo, la collaborazione sistematica di alcune amministrazioni pentastellate (anche nei Municipi romani) con l’estrema destra sul motto “prima gli italiani”, ci dicono che la violenta battaglia per il poco consenso rimasto si gioca su questo: fare la guerra agli ultimi nel nome del decoro.
In queste settimane però abbiamo visto anche importanti risposte di piazza da parte della cittadinanza solidale e antirazzista, che ci fanno ben sperare; a marzo la grossa e radicale manifestazione di Napoli contro Salvini, ad aprile il corteo dei braccianti migranti a Foggia contro lo sfruttamento nelle campagne, negli ultimi giorni la risposta delle comunità migranti romane dopo la morte di Niang, protagoniste del corteo cittadino Roma Non si Vende del 6 maggio scorso, e la manifestazione a Centocelle lo scorso sabato 13 maggio, dopo l’orribile strage delle tre ragazze di origine rom. Importante sarà l’appuntamento di Milano del prossimo 20 maggio per una città aperta e solidale, in particolare lo spezzone di movimento che sembra crescere molto.

Degli effetti delle legge Minniti-Orlando sulla pelle dei migranti così come delle nuove politiche di controllo che si stanno già mettendo in campo in Italia ne discuteremo giovedì 25 maggio con:

- Enrica Rigo - Docente di Filosofia del Diritto e attivista di Non Una di Meno
- Un/a esponente della comunità senegalese di Roma
- Maurizia Russo Spena – Ricercatrice ed attivista di Resistenze Meticce
- Federica Maiucci - attivista di Communia e volontaria a sostegno dei/delle migranti al confine serbo-ungherese

A seguire
dalle 20:30 cena Africana preparata da Lamin Kinteh
dalle 22 "ANTEVORTA" presentano, Skanzonata Romaneska
Voce Alessandra Magrini
Basso Luca Primo
Chitarra Antonio Carboni
Batteria Gianluca Costa