In marcia per fermare non una disgrazia, ma un crimine

Fri, 11/09/2015 - 11:43
di
Communia Network

I volti, le storie, il dramma e la morte di migliaia di persone migranti, finalmente sembrano aver rotto il muro del silenzio, dell'indifferenza e del razzismo, anche nel cuore della Fortezza Europa. Così come il loro protagonismo - mostrato per esempio nella marcia da Budapest a Vienna o nella presa di parola sul loro destino, non di vittime, ma di soggetti che reagiscono alle disastrose condizioni di vita, per guerre, dittature o mancanza di prospettive economiche. La loro vicenda ci interroga direttamente, è uno schiaffo continuo al nostro modello sociale ed economico, alla nostra ipocrisia.

Le cause delle migrazioni sono infatti le guerre e le persecuzioni frutto dei giochi neocoloniali delle grandi potenze (occidentali e non) e dei regimi loro alleati, uniti agli effetti devastanti del sistema di produzione capitalista (sfruttamento, disoccupazione di massa, povertà sempre più diffusa) e alla conseguente crisi ecologica del pianeta (inondazioni, siccità, caresite, catastrofi "naturali").

Migranti, persone che abbandonano tutto, mettono il proprio corpo e quello dei propri familiari dentro ad una barca, ad un tir, ad un tunnel sperando di arrivare vivi "al di là"... Dove i razzisti nostrani ed europei ergono muri fisici ed ideologici, mentre i governanti dell'a​usterity (da Renzi a Merkel) pretendono di differenziare in "migranti economici" e profughi, da rimpatriare o accogliere, mantenendo quindi la "linea dura" contro chi viene ritenuto un semplice "clandestino". Assurdità ed ipocrisie di un sistema che ha bisogno di manodopera in nero, da sfruttare nei campi di pomodori o di arance (vantati poi come eccellenza italiana durante EXPO), da schiacciare nel sistema spesso criminale delle cooperative o in quel che resta dell'edilizia e dell'industria.

"La marcia delle donne e degli uomini a piedi scalzi" lanciata da intellettuali e artisti - alla quale hanno aderito, con una certa dose di ipocrisia e ambiguità anche i responsabili delle politiche di chiusura nel nostro paese e della mancanza di un'accoglienza degna (in particolare dirigenti del PD) - avanza rivendicazioni precise che devono però essere accompagnate, come stanno facendo numerosi cittadini a livello europeo, da concrete azioni di solidarietà e da una decisa svolta delle politiche europee in materia di migrazioni e asilo.

Come nodi di Communia Network parteciperemo all'iniziativa promossa per venerdì 11/09 in diverse città in cui siamo presenti sostenendo:

1. la necessaria apertura di corridoi umanitari per tutti/e i/le migranti, che consentano la partenza dai luoghi di origine e l'arrivo in Europa in condizioni di sicurezza;

2. un' accoglienza degna per tutte/i, cioè trattando i migranti come persone, senza ammassamenti in strutture sovraffollate e fatiscenti, senza deportazioni e marchiature che ricordano in modo inquietante le pratiche nazifasciste, nel rispetto della loro volontà circa la meta finale; questo aspetto presuppone anche la cancellazione delle legge Bossi-Fini e delle norme anche precedenti che impediscono la libera circolazione e il blocco ad un'immigrazione legale;

3. la chiusura e lo smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti (CIE/CARA);

4. la rottura del legame perverso tra lavoro e permesso di soggiorno con la conseguente abrogazione della Bossi-Fini;

5. la creazione di un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino, riconoscendo un permesso che consenta la libera circolazione in tutto il continente.

Senza tali urgentissime misure​ tutti i discorsi sulle "tragedie della migrazione" sono pura ipocrisia. Ciò che sta accadendo in questi mesi non è infatti una disgrazia, ma un crimine.

Solidarietà con tutte/i le/i migranti. Accoglienza per tutte/i. Stop al razzismo.