L'Europa del lavoro gratuito

Tue, 18/03/2014 - 19:28
di
Big Bill Haywood

Niente di nuovo sul fronte occidentale: l'UE con una raccomandazione del 10 marzo, approva "l'eventualità" dei tirocini non retribuiti, di fatto, al di fuori degli aspetti tecnico-politici, significa che per l'Ue lavorare senza essere retribuiti, non è poi così male. Rientra in quell'idea - inaugurata nella seconda metà degli anni Novanta - di formazione lifelong che estende il ruolo della formazione lungo tutto il percorso professionale.

Nulla di sconvolgente quindi, l'Unione Europea ha solo confermato e legittimato le varie riforme del lavoro che molti Stati hanno già adottato e che vedono nelle forme contrattuali di stage, apprendistato e tirocini non retribuiti gli assi portanti delle cosiddette riforme del lavoro; ovviamente l'Italia continua ad essere la punta di diamante su questo argomento, cercando di rendere sempre più agevole lo sfruttamento.

Non a caso il "presidentissimo" Matteo Renzi proprio in questi giorni, in viaggio a Berlino, non ha perso occasione di lodare il modello di mercato del lavoro tedesco, all'avanguardia nello sfruttamento a costo zero da parte delle aziende. Magari il nostro premier, prima di varare il jobs act in salsa italica avrà voluto informarsi meglio sul modello Minijob, ossia i contratti di lavoro precari, poco tassati, senza diritto a pensione né assicurazione sanitaria, oppure, su i Midjob, contratti atipici a 400 euro massimi.

In attesa di poter vedere finalmente nero su bianco l'attesa riforma del mercato del lavoro, ci pensa il ministro all'istruzione Giannini a rincuorarci e a farci capire che nulla è cambiato, che questo governo, come gli altri, non farà altro che peggiorare le condizioni di vita di milioni di persone pur di salvaguardare i profitti di pochi: ''Prendo l'impegno di lanciare un 'job education act' che è il mio contributo al piano al quale sta lavorando il ministro del Lavoro, un piano che avvii una collaborazione tra università e imprese con compiti e responsabilità politiche''. Con queste parole l'inquilina di viale Trastevere non fa altro che confermare e formalizzare una prassi gia da tempo in voga nei vari atenei di Italia: mettere a disposizione di aziende e multinazionali conoscenze accumulate dagli studenti nel percorso di formazione, attraverso collaborazioni che hanno la forma degli stages e dei tirocini per gli studenti universitari, e dei contratti di apprendistato per gli studenti che decidono di fermarsi dopo aver conseguito il diploma.

Queste forme di collaborazione non saranno retribuite in alcun modo, la riforma Fornero stabiliva un'indennità obbligatoria per stage e tirocini extracurriculari, vale a dire svolti oltre il periodo di studi universitari, che non poteva essere al di sotto dei 300 euro, ma la raccomandazione UE del 10 marzo legittima la non retribuzione dei
tirocini
.

Una raccomandazione non è vincolante ma è un invito "a conformarsi" che il Consiglio UE fa agli stati membri; ma se pensiamo che questa istituzione è composta dai vari ministri degli stati membri, ci rendiamo conto di quanto sia grottesca questa situazione: di fatto, gli stati che fanno parte dell'UE si "autoraccomandano" di superare la legislazione vigente e conformarsi all'atto emesso dal Consiglio.

Nel caso italiano questo significherà superare la legge Fornero e quindi non incorrere a nessuna sanzione nel caso di non retribuzione dei tirocini.

A chi si scandalizza di questa situazione bisognerebbe far notare che lavorare gratis o con rimborsi insufficienti è una condizione comune al 60% degli stageur in Europa, e questo proprio grazie alle politiche di "armonizzazione" del mercato del lavoro che i vari stati rappresentati a vario titolo nelle istituzioni europee decidono di perseguire.

Risulta inoltre fuorviante indignarsi dell'incapacità dell'UE di invertire la rotta rispetto a queste politiche, l'UE non è un entità a parte rispetto agli Stati che la compongono, ma è luogo di mediazione e di armonizzazione delle esigenze dei Governi europei, e non a caso nasce come spazio di libero mercato, e solo successivamente c'è stata una minima integrazione di diritti civili e sociali, ma sempre funzionali allo sviluppo e al rafforzamento degli interessi del "libero mercato".

Anche un acceso sostenitore e difensore dell'Unione Europea come il filosofo del diritto Jurgen Habermas, non ha avuto alcuna remora a parlare di deficit di democrazia, sottolineando il carattere arrogante e oppressivo nei confronti della maggioranza dei cittadini delle politiche Ue, funzionali solo per i mercati finanziari.

Per contrastare questa situazione, bisogna essere in grado di costruire una campagna di respiro internazionale, che si batta contro le forme di lavoro gratuito. Inoltre bisogna essere in grado di inserirsi nel dibattito sulle riforme del mercato del lavoro, oggetto di ampia campagna elettorale a ridosso delle elezioni europee e rivendicare forme di salario minimo e reddito per un'Europa che non sia dei mercati, ma della cooperazione e solidarietà tra i popoli.

In tal senso, l'Euro MayDay di Milano e la successiva mobilitazione lanciata dal percorso di Blockupy saranno appuntamenti fondamentali per rilanciare una mobilitazione su scala europea ed internazionale in grado di rompere col ricatto del debito e dei mercati, e per costruire le condizioni più incisive per opporsi al Summit europeo sull'occupazione giovanile, annunciato in Italia per il prossimo luglio.