La legalità di Tronca e Cantone. Un nuovo ordine narrativo per attuare i licenziamenti

Tue, 26/04/2016 - 16:11
di
Lavoratori e Lavoratrici dei Canili Comunali - Roma

Invito alla conferenza stampa dei lavorator@ dei canili comunali mercoledi 27 aprile 2016 ore 9.00 presso il canile comunale della muratella Via della Magliana 856

Dopo aver agitato lo spettro del ritorno all’ordine in una metropoli fallita dominata dal caos e dalla corruzione i commissari di Roma Capitale svelano gli obiettivi della bolla mediatica legalitaria. Dopo mesi di campagne comunicative sulle violazioni delle regole della “buona amministrazione” appare chiaro che il vero scopo della “lotta al malaffare” non è affatto la gestione efficace e trasparente della res pubblica ma i licenziamenti di massa e la privatizzazione dei servizi.
L’indagine dell’Anac sulla gestione del Comune capitolino dal 2012 al 2014 così sintetizza: “Rivelata la sistematica e diffusa violazione delle norme e il ricorso generalizzato e indiscriminato a procedure prive di evidenza pubblica, con il conseguente incremento di possibili fenomeni distorsivi che agevolano il radicarsi di prassi corruttive”. Raffaele Cantone il 10 marzo ha firmato l’ultimo capitolo della sua lunga ispezione capitolina che ha accertato “il ricorso sistematico ad affidamenti allo stesso soggetto”, a cui si aggiungono “le proroghe” ingiustificate e non motivate. Si legge nei documenti che “è stato inequivocabilmente chiarito che nessuna procedura amministrativamente legittima consente di prolungare anche solo temporaneamente il servizio con le sue attuali modalità. Ciò è stato confermato in un successivo confronto con la segreteria tecnica del Commissario straordinario” così recita il documento capitolino contro il prolungamento della gestione AVCPP dopo l’interessamento dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione (ANAC) che denunciava “l’improprio ricorso ad affidamento diretto di servizi”.
Ebbene il 19 Aprile un nuovo affidamento diretto è stato proposto ad AVCPP (attuale gestore dei canili comunali), con una cifra a disposizione del servizio che porterà il 30 aprile o licenziamento collettivo di 60 lavoratori su 90 attualmente in organico, oppure a condizioni contrattuali e salariali estremamente peggiorative per quei lavoratori che avranno la (s)fortuna di lavorare per un servizio, ormai dequalificato e depotenziato con intere famiglie gettate letteralmente per strada, senza alcuna ricollocazione professionale e senza alcuna possibilità di valorizzazione delle competenze acquisite in oltre quindici anni di attività.

Insomma dopo aver fatto sapere per mezzo stampa che non sarebbero stati più tollerate proroghe e affidamenti diretti, oggi scopriamo che non è più cosi, la bandiera della legalità è un utile storytelling, un nuovo ordine narrativo per attuare una drastica riduzione del personale.
Ci chiediamo come sia possibile – dopo aver ascoltato le parole di Tronca sul malaffare degli affidamenti diretti e aver appreso dalle agenzie stampa dell’apertura di un’inchiesta della procura – che oggi la stessa amministrazione commissariata proponga una nuova proroga fino al 1 ottobre.
Ma crediamo di avere la risposta, “la sistematica e diffusa violazione delle norme” tanto combattuta non è stata altro che uno strumento per arrivare all’unico obiettivo che da sempre anima la reale mission dei commissari, ovvero i tagli indiscriminati ai servizi al fine di rispettare il patto di bilancio che sta distruggendo Roma. Altro che lotta agli sprechi e alla corruzione.

Il taglio dei finanziamenti previsto dal nuovo affidamento diretto renderebbe il servizio fisicamente impossibile da erogare: animali che diventeranno detenuti come nei peggiori sistemi carcerari e gran parte del lavoro salariato sostituito dal lavoro volontario.
Insomma un mix di precarizzazione, smantellamento e impoverimento. Un’aggressione in piena regola ai diritti dei lavoratori, gli unici che pagheranno le vergognose scelte dell’amministrazione. Infatti, se da una parte l’amministrazione condanna pubblicamente le proroghe dall’altra intavola trattative private con la stessa AVCPP (Associazione Volontari dei Canili di Porta Portese), come se tutti gli attacchi attraverso i giornali dell’ultimi mesi siano scomparsi nel nulla. Nella migliore tradizione Gattopardiana secondo la quale bisogna “cambiare tutto per non cambiare niente”, ogni cosa rimane al suo posto come se nulla fosse successo, gli unici che perderanno saranno i lavoratori.

Come lavoratori dei canili comunali prendiamo le distanze dalle scelte di Roma Capitale: né gli affidamenti né i bandi sono garanzia per la qualità del servizio e la tutela dei lavoratori. L’unica scelta possibile è l’internalizzazione del servizio e la continuità occupazionale di tutto il personale. Il risparmio, infatti, sarebbe del 40% tra costo del lavoro, consulenze esterne e costi legati alle spese di gestione per gli animali. Per questo motivo da mesi volontari, animalisti, lavoratori dei canili comunali e reti solidali che si battono per il diritto alla città stanno portando avanti una campagna di comunicazione contro la degenerazione degli appalti pubblici e per l’internalizzazione.

E i cani? E i gatti? Vorremo essere sicuri che gli animali che lasceremo non pensino che, dopo tanto lavoro, dopo tante ore passate insieme, noi li abbiamo traditi. Vorremmo la certezza che sappiano che non siamo noi i responsabili di tutto ciò, che noi avremmo voluto continuare a seguirli fino a trovare per loro una famiglia. Traditi una volta e, se noi ce ne andremo, traditi anche da noi.

Per Resistere Un Minuto In Più Di Loro