Canili comunali. Deja vù

Wed, 14/12/2016 - 16:45
di
Ex Lavorat* Canile Muratella

Facciamo finta di essere in ospedale. Facciamo finta di dover affrontare un'operazione.
Dalle 14 alle 21. Come un intervento a cuore aperto. Dove il chirurgo (Amministrazione) a malapena sa dove mettere le mani e gli infermieri (Polizia di Stato) difendono il reparto (Campidoglio) e i primari (assessori, consiglieri e via dicendo) che non vogliono incontrare i parenti del paziente.
Una scena tipicamente italiota che ha tutte le carte in regola: arroganza, prevaricazione, intimidazione, provocazione, non conoscenza della materia (giuridica, amministrativa e tecnica).

Ieri 13 dicembre, come annunciato, siamo andati in Campidoglio per avere da questa amministrazione risposte che ormai attendiamo da troppo tempo.
Il trattamento che ci è stato riservato merita di essere raccontato. Dopo aver atteso per ore e ore dalle segrete stanze del palazzo Senatorio (sempre più casa dei politici e non di chi fa Politica) la conferma di un incontro, abbiamo capito che la situazione stava volgendo pericolosamente verso il nulla di fatto. Decidiamo quindi di salire sulla balconata che affaccia sulla piazza del Campidoglio per sollecitare urgentemente una risposta. Immancabilmente la Polizia ci raggiunge e ci dice di scendere e trasferirci “sotto”, nello stesso luogo dove avevamo atteso inutilmente per ore. Avviamo quindi una trattativa con le forze dell'ordine, spiegando che sono 8 mesi che viviamo questa situazione assurda e che nonostante richieste inviate all'amministrazione via fax, via mail, via pec, via telefono, via ambasciator che non porta pena, non abbiamo MAI ricevuto una risposta.
Ci sequestrano lo striscione (oggetto notoriamente pericoloso per la pubblica sicurezza. Sono infatti noti a tutti gli effetti devastanti di quell'oggetto) e ci comunicano che “o con le buone o con le cattive dovete scendere”. Le buone evidentemente erano in ferie ieri perchè veniamo afferrati uno a uno e trascinati lungo la scalinata per farci scendere. Nonostante il tentativo di mediazione di alcuni di noi con la Polizia, l'azione viene portata avanti.

E' chiaro che ognuno fa il suo lavoro, ma dietro ogni azione dovrebbe esserci prima di tutto il buon senso. Ieri, la maggior parte di noi su quella balconata era composta da donne e persone tra i 35-50 anni. Licenziati, senza stipendio da 8 mesi. Persone che dal 1° maggio stanno autogestendo il canile comunale di Roma, abbandonato da questa amministrazione. Persone che chiedevano una risposta. Ma il rito di sfondamento è andato comunque avanti e si è concluso naturalmente con la richiesta di documenti d'identità di tutte le persone presenti.
Riusciamo dopo ore e ore a strappare l'incontro. Ci ritroviamo a parlare con Daniele Diaco (Presidente Commissione Ambiente), Pietro Calabrese (consigliere comunale M5S), Roberto Di Palma (consigliere comunale M5S) e Rosalba Matassa (direzione Ufficio Benessere Animali). Quest'ultima in particolare ci riserva un paio di risposte che avrebbero portato anche Gesù ad avere un travaso di bile. Ma al di là di questi aspetti folkloristici che la dicono lunga sulla qualità di una persona, i risultati dell'incontro sono i seguenti: dopo circa 5 mesi questa amministrazione ha la brillante idea di chiedere all'avvocatura del comune, se è possibile sospendere in autotutela questo bando. Sospendere perchè, come segnalato dai tecnici del comune, il bando presenta diverse criticità relative al benessere animale. Ripetiamo questo passaggio se non fosse chiaro: i tecnici del comune (non noi) hanno segnalato criticità in questo bando. Quindi nel solco della tradizione del bel paese, una cosa che poteva e forse doveva essere fatta tempo fa, avviene oggi a metà dicembre, a 15 giorni dalla fine del 2016.

Ribadiamo quindi che il bando NON è stato ancora assegnato, contrariamente alle informazioni che aveva la Dott.ssa Matassa di una pre-assegnazione del bando.. Tipo pettorina con numero per la maratona di Roma. “Salve vorrei partecipare alla maratona” “Bene, le pre-assegnamo il numero 125”.
Inoltre alle nostre continue sollecitazioni sul fatto che cibo, medicine e materiale sanitario del canile comunale, al cui interno risiedono gli animali di proprietà del sindaco (come giustamente sottolineato dalla Dott. Matassa), venga acquistato dai cittadini attraverso le donazioni alla campagna #IoMeNeOccupo, le reazioni dei nostri interlocutori sono stati in ordine: smarrimento, silenzio e una sorta di visione mistica poiché guardavano tutti verso il basso o verso l'alto. Nessuna risposta.

Alla fine riusciamo a stabilire la data di un nuovo incontro, Martedi 20, dove parleremo degli stipendi che ci spettano da Gennaio ad Aprile e dove cercheremo di definire un piano di transizione qualora il bando venisse ritirato, per non ritrovarci nell'ennesima situazione di stallo.
Parleremo anche e sopratutto dell'idea di benessere animale che ha questa amministrazione. Idea sempre più vaga, poco definita e priva di lungimiranza.
Ringraziamo tutte le persone, i volontari, le realtà sul territorio e gli spazi sociali che ieri ci hanno sostenuto ancora una volta.
Noi andiamo avanti, consapevoli da un lato che la strada è, se possibile, ancora più in salita e difficile ma consapevoli che non faremo un passo indietro. Mai.

Per resistere un minuto più di loro.