11 luglio, e l'imprescindibile protagonismo delle lotte concrete

Tue, 03/06/2014 - 09:56
di
Thomas Müntzer

L’assemblea nazionale che si è svolta il 31 maggio a Torino, per preparare la mobilitazione internazionale in vista del vertice europeo contro la disoccupazione giovanile, ha visto la partecipazione di realtà sociali italiane e europee, e dei sindacati conflittuali e di base.
Questa partecipazione conferma l'importanza che la data dell’11 luglio, giorno per cui è stato da tempo annunciato un vertice fra i governi europei sull'occupazione giovanile, assume nella ricerca della costruzione di un blocco sociale che sia in grado di opporsi alle politiche di austerity portate avanti dal Pd (rinvigorito dal risultato elettorale) di concerto con le istituzioni europee.

L’assemblea nei vari interventi ha posto la necessità di connotare la mobilitazione contro il vertice come un passaggio di una lotta che dovrà necessariamente essere di lungo periodo e che punti all’autunno, rifuggendo
da una modalità da contro-vertice o da evento.

La presenza di realtà tedesche, francesi, greche ha sottolineato come la mobilitazione contro il vertice europeo non si può semplicemente determinare al livello del nostro paese, ma assume una valenza continentale, e può essere un’occasione per costruire un piano di lotta transnazionale, individuando nel rapporto tra istituzioni nazionali e sovranazionali nella gestione della crisi il modello di governance da attaccare e contestare, rifiutando qualsiasi soluzione di natura “sovranista” e combattendo allo stesso tempo ogni tendenza xenofoba, razzista e neo-nazionalista presente in Europa.

Infine, il netto rifiuto di forme di lavoro flessibili e addirittura gratuite, l’individuazione di forme di reddito incondizionato e di salario minimo, di mutuo soccorso e di riappropriazione dal basso sono le proposte emerse, per contrastare il modello lavorativo fondato sulla precarietà proposto da Renzi e co.

Proprio alla luce degli ultimi risultati elettorali, di un governo e di un primo ministro che escono rafforzati e legittimati (al di là della consistente percentuale sul dato dell’astensione), per riuscire a costruire un'opposizione sociale capace di rovesciare questo governo, è fondamentale che l’11 luglio siano le lotte sociali più significative ad emergere in maniera dirompente e a determinare le pratiche del conflitto, che altrimenti rischiano esse stesse di diventare politiciste e poco comprensibili.
E' necessario coinvolgere lotte che da tempo si oppongono agli effetti concreti delle ricette neoliberiste, rilanciate ora in salsa renziana. Solo le soggettività sociali concrete, e non le aree politiche o di movimento, possono smascherare la propaganda su cui questo governo sta costruendo il proprio consenso, dimostrando che si può lavorare senza essere sfruttati, che la precarietà permanente prevista dal Jobs act non è la soluzione, ma il problema.

Le esperienze delle fabbriche recuperate, le lotte dei lavoratori di Eataly, dei lavoratori della logistica, dei lavoratori di Rosarno, delle mobilitazioni NoExpo e NoTav, delle mobilitazioni dei migranti - insieme alle tante resistenze sui posti di lavoro e alle lotte di difesa territoriale - sono alcune di quelle esperienze “esemplari” in grado di poter rovesciare concretamente la narrazione renziana. La necessità è trovare la forma per renderle visibili e coordinate già l'11 luglio, per poi lanciare la costruzione di un'ampia rete di opposizione sociale che possa attraversare l’autunno a partire proprio da vertenze concrete sulle moderne condizioni di lavoro.

Le forme in cui questa discussione si darà nelle prossime settimane e mesi saranno fondamentali. Riuscire a discutere obiettivi e pratiche conflittuali di ogni mobilitazione, e farlo in termini più larghi e partecipati possibili, evitando la riproposizione di una ricerca di egemonia che non aiuta la crescita del movimento e guardando senza ipocrisia ai meccanismi partecipativi che stanno vivendo efficacemente in numerosi paesi, rimane la vera sfida non affrontata di questi ultimi anni.

L’11 luglio potrebbe essere l'occasione per produrre un salto di qualità rispetto anche alle manifestazioni nazionali di questi mesi, ma per farlo protagoniste dovranno essere le lotte sociali concrete e i loro specifici obiettivi. In questo senso noi vogliamo contribuire alla riuscita di questa giornata.
Di fronte a un governo che si sente così forte, in una giornata talmente densa di significato, con i riflettori di mezza Europa puntati su di noi... proviamoci davvero.