Roma, contro il ricatto del debito occupata l'Adisu

Wed, 05/02/2014 - 20:50
di
ateneinrivolta.org

15O: invasi gli uffici dell'adisu a Roma contro la carenza di fondi e strutture, le logiche meritocratiche e le mancate assegnazioni di borse e case.

Oggi, 15 Ottobre, abbiamo risparmiato i soliti convenevoli a chi ci governa con la scure dell’austerity, sanzionando e occupando la sede regionale dell’Ente per il Diritto allo Studio Laziodisu. Proprio oggi, ricordando ai grandi funzionari e ai burocrati di turno, che il 15 Ottobre è la giornata mondiale contro il debito. Stamattina abbiamo invaso gli uffici dell’Adisu nostrana, per denunciare le politiche irresponsabili di un ente che invece di tutelare le reali esigenze degli studenti, legittima la speculazione edilizia in questa città, nega i diritti basilari a tutta quella componente studentesca definita “idonea non vincitrice” di posti alloggio e di borse di studio.

Abbiamo fatto tutto questo per denunciare che, attraverso il ricatto del debito, agitando la spauracchio della crisi economica, i fondi per il Diritto allo Studio diminuiscono vertiginosamente, determinando una situazione così paradossale che vede degli oltre 80.000 studenti fuorisede, circa il 40% degli iscritti alle tre università di Roma, soltanto un migliaio accedere ai posti alloggio in studentati fatiscenti, collocati addirittura in zone periferiche prive di collegamenti.

Pretendiamo quindi che tutti gli studenti aventi diritto possano accedere a tutti quei servizi che le nostre università dovrebbero fornire, azzerando i finanziamenti alle scuole d’eccellenza, moltiplicando le borse di studio da una parte e i posti alloggio dall’altra, recuperando ad esempio gli edifici pubblici dismessi, cancellando una volta per tutte la figura dello studente idoneo non vincitore, aberrante prodotto dell’università del debito.

Rivendichiamo allora, con più forza degli anni passati, un modello diverso di università, che sia pubblica e accessibile, strumento di emancipazione sociale al servizio della collettività, in cui elaborare sapere critico svincolato dalle logiche del mercato e del capitale finanziario. Rivendichiamo un’università in cui il diritto allo studio sia la porta d’accesso ad un percorso formativo libero e partecipato da chi vive quotidianamente l’università, che metta costantemente in discussione il concetto di merito messo in campo dai signori del capitale. Infine pretendiamo che i costi di questa crisi, che le contraddizioni di questo sistema, non gravino sulle spalle degli studenti e delle studentesse, dei precari e delle precarie, ma pesino come un macigno su chi ha determinato questa situazione.

Studenti e studentesse della Sapienza