MakerFaire, cariche alla Sapienza contro gli studenti

Fri, 16/10/2015 - 16:40

Venerdì pomeriggio centinanaia di studenti e ricercatori dell'università la Sapienza si sono riuniniti a piazzale Aldo Moro per protestare contro la chiusura dell'ateneo in coincidenza con la fiera dell'innovazione tecnologica Maker Faire. L'università privatizzata che tiene fuori studenti e lavoratori fuori, mentre le corporation fanno affari all'interno.
Quando gli studenti si sono avvicinati all'ingresso, militarizzato da centinaia di aggetti antisommossa e transenne, è partita quasi subito una brutale carica con tanto di idranti che ha preso i manifestanti alle spalle. Al momento risultano almeno dieci studenti feriti e quattro in stato di fermo, trattenuti dentro l'università.

I quattro fermi sono stati tramutati in arresto con l'accusa di resistenza aggravata (ad uno studente contestate anche lesioni). L'altro studente fermato è stato denunciato a piede libero.
Dopo aver pssato una notte a Regina Coeli tra venerdì e sabato gi studenti arrestati sono stati portati ai domicialiari. Lunedì il giudice si è espresso sulle misure cautelari, revocandole per due studenti, mentre per i restanti due è stato disposto l’obbligo di firma.

La campagna degli studenti sulla gestione dell’evento “Maker Faire” però non si ferma. Martedì alle 12 al pratone della città universitaria è prevista un’assemblea per discutere come proseguire la mobilitazione in difesa dei denunciati e contro la governance della Sapienza

Guarda anche foto su repubblica

Comunicato della campagna Maker Faire per chi? Sulla giornata di mobilitazione, durante l'apertura della fiera.

Oggi, come annunciato, dopo settimane di preparazione, incontri pubblici con i docenti, dibattiti e assemblee nelle facoltà e negli spazi dell'università, come studenti e studentesse de La Sapienza ci siamo presentati a piazzale Aldo Moro per entrare liberamente nella nostra Università e per denunciarne la svendita ai privati. Rivendicando il libero accesso e comunicando con i visitatori ci siamo messi in fila, davanti alla biglietterie di una Sapienza affittata come se fosse la fiera di Roma, recintata e circondata da un forte dispiegamento delle forze dell'ordine.

A questo punto abbiamo ottenuto un'interlocuzione con gli organizzatori della Maker Faire, che ci hanno negato l'ingresso libero, abbiamo dunque preteso un incontro con la governance universitaria, fino a questo momento rivelatasi sorda e incapace di dare risposte concrete alle nostre rivendicazioni. Anche oggi abbiamo trovato un muro. La Sapienza invece di presentarsi e confrontarsi con gli studenti e le studentesse ha delegato la gestione della situazione alle forze dell'ordine: una carica scomposta su tre fronti, accompagnata da getti di idranti ha tentato di disperdere il nostro presidio, provocando il violento fermo di cinque ragazz@.

Questa è l'ennesima prova che, nella città di Roma, ogni voce critica e di dissenso viene concepita solo come se fosse un problema di ordine pubblico, gestito pertanto da attori come la questura e la prefettura.

Tuttavia il presidio è stato mantenuto: abbiamo convocato una conferenza stampa, ribadendo i contenuti della campagna, denunciando i gravissimi fatti avvenuti. La campagna non si ferma qui. Nei prossimi giorni della fiera saremo all'università per continuare a comunicare i contenuti della campagna e i fatti di oggi. Nonostante i tentativi di repressione e il silenzio ostentato e vergognoso della Sapienza, torneremo a esporre le nostre rivendicazioni: rilanciamo un appuntamento pubblico lunedì 19 ottobre alle ore 12 al pratone.

Riappropriamoci dell'università. L'università è di chi la vive, non di chi ci specula su.

Gaudio vattene!

Maker faire...mai più!

Di seguito il volantino distribuito dagli studenti davanti a piazzale Aldo Moro che spiega le ragioni della protesta:

MAKER FAIRE...PER CHI? QUESTA MOBILITAZIONE...PERCHÈ?

Come studenti e studentesse dell'università La Sapienza, poche settimane fa abbiamo dato vita alla campagna "Maker Faire. Per chi?". Una campagna esplosa fin da quando i viali della città universitaria hanno iniziato ad essere occupati dai primi scheletri di tendoni e padiglioni.

Ciò che ci ha spinto nel mettere in campo questa iniziativa di mobilitazione, è stata la volontà di criticare l'uso privatistico fatto degli spazi universitari, appaltati e affittati come fossero la Fiera di Roma, senza minimamente tenere in considerazione le esigenze di chi vive l'università tutti i giorni: gli studenti (privati della possibilità di seguire le lezioni o di usufruire delle biblioteche), i ricercatori (costretti a sospendere le attività) o i lavoratori (ai quali sono state imposte ferie forzate). Nessuno è stato coinvolto. A tutti viene chiesto un biglietto a pagamento per entrare.

La Maker Faire veniva presentata come una grande opportunità di incontro tra la Sapienza e la città, ma le componenti dell'università sono state ignorate se non addirittura danneggiate nella gestione di un evento che si è rivelato quindi per quello che è: una mera operazione di marketing in favore della governance universitaria, dai contorni economici poco chiari, imposta ad un ateneo definanziato da rettori vecchi e nuovi alla ricerca di sponsor.

Sulla base di questi ragionamenti, abbiamo organizzato dibattiti e assemblee pubbliche negli spazi dell'università.

Ma i tentativi di un confronto con una governance sempre più distante dai bisogni degli studenti e delle studentesse, non hanno prodotto nulla. Se un primo incontro con il prorettore alla ricerca Valente faceva sperare almeno in un'accoglienza positiva delle nostre rivendicazioni minime (l'ingresso gratuito per gli studenti e per le studentesse, la possibilità di ricavare dentro la fiera uno spazio autogestito in cui esporre la nostra idea di innovazione, trasparenza nella gestione degli introiti), alla fine il rettorato si è rifiutato di incontrarci, limitandosi a concedere uno sconto di due euro per gli studenti nella giornata di venerdì e a comunicare che i fondi raccolti saranno destinati all'istituzione di borse di studio d'eccellenza, a un diritto allo studio per pochi, come sempre. Hanno minimizzato le problematiche da noi sollevate, riducendole a una questione su pochi spiccioli. Quando il dito indica la luna...

Non siamo contro i makers. Non siamo contro chi vede questo evento come una possibilità. Vogliamo prendere parola e trovare un confronto sul tema dell'innovazione, della ricerca, della condivisione dei saperi e dei rapporti tra questi e i profitti di grandi aziende come quelle che sponsorizzano la Maker Faire e che non troviamo giusto abbiano una vetrina all'interno di un'università pubblica. A cose fatte, vogliamo quantomeno dire la nostra, perché pensiamo che l'università possa e debba essere un luogo di dibattito nel quale produrre uno sguardo critico sul mondo che ci circonda.

Qualcuno non sembra pensarla come noi e vorrebbe impedircelo.

Per questo ci troviamo a rivendicare l'ingresso libero nella nostra università, a riappropriarci dei suoi spazi e a ribadire che se questo maker faire è stato fatto alla Sapienza per qualcuno, quel qualcuno non siamo di certo noi.

Maker Faire Per Chi?