La rottamazione della scuola pubblica

Wed, 09/07/2014 - 17:36
di
Giovanna Caltanisetta e Danilo Corradi*

Estate infuocata per la scuola italiana. Mentre ci si avvia verso la chiusura con la conclusione degli esami di maturità, arrivano le indiscrezioni sulla legge delega in preparazione al Miur che con una tempistica “sospetta" (scuole chiuse, docenti e studenti in vacanza) dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei Ministri il 15 luglio.
Ad inaugurare le indiscrezioni sono state le dichiarazioni del sottosegretario all'istruzione Reggi che, nonostante le smentite vere o presunte, fanno intuire chiaramente il progetto del Governo Renzi.
Il punto su cui si dovrebbe basare la legge delega è la riformulazione, praticamente a costo zero, del contratto dei docenti di ruolo a 36 ore. I possibili aumenti stipendiali sarebbero legati al “merito”, ovvero al giudizio e alle decisioni dei dirigenti scolastici. Il tutto accompagnato dalla solita retorica populista con cui si punta il dito contro gli insegnanti colpevoli di lavorare poco, di esser fannulloni come il resto degli impiegati pubblici. Poco importa se le 18 ore di lezione frontale rappresentino, come dimostrano studi e ricerche di ogni tipo, solo la metà dell’orario reale dei docenti. Ma soprattutto, visto che questo governo dovrebbe premiare i meritevoli, dalle parti del ministero non hanno pensato a quale sia la qualità della didattica di un insegnante che svolge 24 o più ore di lezione a settimana? E poi, vogliamo parlare di Europa? La media europea parla di 18 ore settimanali di lezione frontale, ma con 8000 euro di salario in più l’anno. Strano che questa volta il confronto continentale non venga chiamato in causa...

Tra i compiti che i docenti dovranno svolgere a seguito dell'aumento delle ore lavorative c'è la copertura delle supplenze brevi, anche queste a costo zero. L’aumento d’orario implicherebbe ovviamente il licenziamento di fatto delle precarie e dei precari iscritti nella seconda fascia e/o nelle graduatorie di istituto. Tutto questo mentre lo stesso Governo ha appena messo a bando 22.450 posti per il TFA per l'a.a. 2014/15, ovvero nuovi abilitati che dopo aver pagato intorno ai 2.000 euro (se le cifre saranno quelle del I° ciclo), con l'introduzione delle 36 ore non avrebbero nessuna speranza di aspirare a qualche supplenza più o meno breve. E' prorpio il governo del fare e dell’efficienza...

Gli altri punti di forza di questa propaganda populista sono l'eliminazione di un anno di corso per le scuole secondarie di II° grado e l'apertura delle scuole fino alle 22 in cogestione con soggetti privati.
Ma come si fa a tenere aperta una scuola fino alle 22 senza investire nel personale? E’ una scuola aperta o la privatizzazione degli spazi scolastici per svolgere attività commerciali a pagamento? E qual è il vantaggio di far concludere un anno prima la scuola secondaria di II° grado con livelli di disoccupazione giovanile che sfiorano il 50%?

La ricetta de governo Renzi si traduce in tagli alla scuola, meno studenti e meno insegnanti con conseguenti effetti economici depressivi... meno male che il rilancio dell’istruzione doveva essere una priorità.
E' chiara l'idea di scuola, ma non solo, che si nasconde dietro questo progetto di legge delega. Una scuola sempre meno pubblica e democratica, aperta ai privati, con i docenti di ruolo costretti a lavorare di più a scapito dei colleghi precari, con gravi ripercussioni sulla qualità dell'insegnamento e quindi sull'istruzione degli studenti.

Ma i docenti non ci stanno e in diverse città italiane ci sono assemblee spontanee, come quella di martedì 8 luglio a Roma con circa 200 docenti di ogni ordine e grado riunitisi per “salvare la scuola pubblica”.
Dai diversi interventi dell'assemblea è emersa una posizione chiara e unitaria: «non ci può essere una riforma della scuola senza investimenti». I docenti sono i primi a sostenere l'apertura pomeridiana della scuola, e lo hanno dimostrato in questi anni lottando per la difesa del tempo pieno e per il tempo modulare; anzi chiedono che venga restituito quel “tempo scuola” che le riforme degli ultimi anni hanno tagliato. Durante l'assemblea sono inoltre state avanzate diverse proposte per migliorare l'attuale situazione, garantendo però che la scuola resti pubblica. Ad esempio coprire l'apertura fino alle 22 con l'assunzione di insegnanti precari, migliorare la situazione contrattuale di tutto il personale della scuola docente e ata, per garantire la qualità della didattica e l'apertura al territorio preservando quanto sancito dalla nostra Carta Costituzionale.
Per questo l'assemblea dell'8 luglio ha lanciato una prima data di mobilitazione per il 15 luglio alle ore 9:00 con un Presidio a Montecitorio. Un primo appuntamento aperto a docenti, personale ata, genitori, studenti e a tutti coloro che hanno a cuore la difesa dell'Istruzione Pubblica per costruire insieme le prossime tappe della mobilitazione.
Se Renzi vuole sfidare la scuola si prepari a un autunno di movimento.

*Insegnanti precari

RESOCONTO DELLA AFFOLLATISIMA ASSEMBLEA DELLA SCUOLA

L'Assemblea delle scuole che si è svolta l'8 luglio presso l'Associazione “il cielo sopra l'Esquilino” su proposta del Coordinamento Scuole Roma e dei Lavoratori Autoconvocati, ha visto la partecipazione di moltissimi lavoratori e lavoratrici e di alcuni genitori nonostante il periodo non favorevole e una convocazione fatta in pochi giorni.
Oggetto dell'Assemblea erano le proposte del governo Renzi: aumento sino a 36 ore dell'orario di lavoro per i docenti; apertura delle scuole fino alle 22; eliminazione dell'ultimo anno della scuola secondaria superiore; abolizione delle graduatorie di Istituto.
Le proposte del governo sulla scuola, seppur ancora abbozzate, sono state quindi oggetto del dibattito e i 25 interventi le hanno concordemente giudicate come estremamente pericolose perché indirizzate ad un preciso scopo: dividere il mondo della scuola mettendo in conflitto docenti di ruolo malpagati e docenti precari, personale della scuola e famiglie, e così via.
Si sono ribaditi i seguenti punti:
Difesa del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di fronte al tentativo di emanare modifiche di orario, competenze, retribuzioni per via legislativa;
Difesa della qualità del lavoro docente contro ogni pretesa di orari incompatibili con una seria offerta formativa;
Convinzione che la proposta educativa delle scuole passa in primo luogo attraverso i suoi organi di democrazia incompatibili con gestioni autoritarie di molti Dirigenti Scolastici.
In merito all'apertura delle scuole per un maggior numero di ore l'Assemblea ribadisce la propria convinzione dell'importanza di una scuola aperta al territorio, ma denuncia la demagogia delle proposte del governo visto che finora a tagliare il tempo scuola (Tempo Pieno, Moduli, Materie, ecc) è stato proprio il Ministero. Una proposta seria si dovrebbe basare in primo luogo su un aumento di personale.

In conclusione l'Assemblea all'unanimità invita a partecipare a tutte le iniziative che verranno indette contro le misure a partire da questi due primi appuntamenti:
• seminario organizzato dai lavoratori autoconvocati della scuola il 13 luglio dalle ore 9 al Cielo sopra l’Esquilino via Galilei 57.
• Assemblea nazionale Unicobas del 14 luglio alle ore 15,30 sotto al Ministero della pubblica istruzione.

CONVOCA

un sit in a Montecitorio per il giorno 15 luglio alle ore 9.00

Invita tutte/i a dare la massima diffusione a questa iniziativa per dare una prima visibilità al dissenso diffuso del mondo della scuola.