Idonei e Vincitori

Thu, 13/02/2014 - 11:14
di
AteneinRivolta

L'occupazione di un ala dello studentato De Lollis, avvenuta nella giornata di mercoledì 13 novembre a Roma da parte di studenti aventi diritto all'alloggio universitario, ha fatto finalmente emergere con forza un problema che da troppo tempo rimaneva celato; le politiche adottate in tema di diritto allo studio da parte della regione Lazio sono sempre più penalizzanti, attraverso lo smantellamento di forme di welfare studentesco rendono sempre più gravoso l'accesso degli studi universitari. Politiche che da sempre fanno il paio con le direttive che arrivano dal Miur.
A questo si aggiunge una gestione per niente oculata e negligente dell'Agenzia Regionale per il Diritto allo Studio, che come nella tradizione degli enti pubblici, è solo una passerella per le carriere di manager e commissari che si susseguono negli anni.

Su 90.000 studenti fuorisede a Roma, abbiamo:
1206 posti alloggio disponibili
906 studenti che risultano meritevoli di posto alloggio ma non lo riceveranno
554 posti disponibili ma lasciati vuoti
6454 studenti a cui non è stata pagata la borsa di studio dello scorso anno
ZERO euro messi a disposizione quest'anno sul fondo regionale per le borse di studio

I dati sulla condizione abitativa studentesca e sull'elargizione delle borse di studio confermano quanto sostenuto sopra.
A fronte di una disponibilità di alloggi e di una vera e propria emergenza abitativa, ci suona come un’ odiosa presa in giro la definizione di “idoneo non vincitore”.
La combinazione tra servizi disponibili e non elargiti e l'invenzione di figure giuridiche in contrasto con il dettato costituzionale previsto all'art. 34, ci sembrano un escamotage per rendere sempre più gravoso il percorso universitario, in linea con altri provvedimenti adottati direttamente dalle università (tra queste annoveriamo: aumento delle tasse, sanzioni, riduzioni servizi di biblioteche, aumento sistematico del costo dei libri per citarne alcune…).; un insieme di interventi che si traduce in un incentivo all'abbandono degli studi universitari da parte di studenti che partono da condizioni svantaggiate.

Nel caso specifico delle politiche abitative studentesche adottate nella città di Roma, la logica sottostante ai progetti ha visto una larga applicazione nei programmi dell'edilizia residenziale: questo si manifesta nel continuare ad appaltare con soldi pubblici la costruzione di residenze universitarie a grandi imprese che fanno della speculazione edilizia il proprio credo, cementificando nuovi territori e sopratutto in zone sempre più periferiche ed isolate, non ultimando il lavoro, così da seminare solo delle cattedrali nel deserto. In tal senso è emblematica la vicenda dello studentato ultimato al tecnopolo tiburtino, che dovrebbe ospitare 1600 studenti ed è inspiegabilmente chiuso, lasciato all'abbandono e al degrado.

Roma, insieme a Milano, è la città più cara per gli alloggi universitari. Varie associazioni di inquilini, negli ultimi anni, hanno stimato un aumento di affitti, riservato a studenti, pari al 10-15%: posti letto a 400 euro in zona Pigneto, Monti Tiburtini, San lorenzo, camere singole a 500 euro, monolocali con tre posti letto a 380 euro l'uno, 1140 euro. Quartieri questi, che sulla presenza studentesca hanno costruito un’intera economia, potremmo definirlo come un vero e proprio indotto che si sostiene sulle spalle di chi vive e dorme in quelle zone; a partire dagli affitti esorbitanti in nero che si pagano, alle pizzerie, fast food, locali e bar che si frequentano. Insomma non avere un’ edilizia studentesca è un affare per tutti, ovviamente tranne per gli studenti!

Studiare a Roma ormai è un lusso, e per chi non ha alcun tipo di sostentamento è impossibile. L'unica soluzione è sottoporsi a lavori in nero, umilianti e sottopagati che stravolgono i ritmi di vita, rendendo di fatto impossibile affrontare un ciclo di studio nei tempi previsti.

Il 30 novembre, il consiglio comunale voterà una delibera per vendere parte del proprio patrimonio immobiliare a prezzi vantaggiosi, al fine di recuperare circa 247 milioni di euro per ripianare un buco di bilancio pari a 867 milioni di euro. Questo è l'ennesimo regalo che si farà a palazzinari e speculatori, quando invece questo patrimonio, pubblico e quindi di tutti, potrebbe essere utilizzato per sostenere l'edilizia studentesca e popolare, invece di continuare a costruire da zero regalando soldi pubblici ai signori del mattone e residenze che saranno destinate a fare la fine di quella del tecnopolo tiburtino.

Noi studenti già da tempo riapriamo e restituiamo dal basso immobili abbandonati alla cittadinanza, strappandoli ai profitti e alle speculazioni per venire incontro alle esigenze e ai problemi in grado di contrastare le politiche d'austerity, mettendo in campo progetti di mutuo soccorso. Le aule studio e le biblioteche autogestite, le copisterie popolari, le esperienze degli studentati autogestiti sono frutto di percorsi che dal basso si riprendono ciò che spetta di diritto, perché un diritto in quanto tale va garantito e difeso, perché siamo Idonei e Vincitori!